Strategia

Vivendi, Bolloré sferra l’attacco a Netflix

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La crociata nei media dell'enfant terrible del capitalismo francese è appena iniziata.

Vivendi produrrà più serie tv, film e contenuti originali. E’ quello che vuole il presidente Vincent Bolloré per poter mettere in piedi una strategia d’attacco al gigante americano del video on-demand, Netflix.

Il piano va in diverse direzioni.

Per raggiungere più facilmente i propri clienti e diventare un punto di riferimento per il Sud d’Europa, Bolloré punta, oltre alla tv, ad alleanze con operatori tlc e sulla piattaforma di video-sharing Dailymotion per la quale ha già stretto un accordo con la Rai.

Anche le ultime indiscrezioni che parlano di possibile accordo tra Vivendi e Orange per Telecom Italia andrebbero in questa direzione.

Pare, infatti, che l’obiettivo sia quello di trovare una telco alleata per rafforzare ed estendere la presenza in Africa dove Orange è molto forte.

 

Canal+, un fiore all’occhiello

Il lavoro di Bolloré si sta concentrando molto anche sulla pay tv Canal+ che, a suo dire, ormai è in risalita.

Dopo una serie di epurazioni ai vertici del gruppo e l’allineamento dei contenuti sull’entertainment, il cinema e le serie tv, Bolloré pensa di aver trovato la ricetta per salvare Canal+.

Senza tralasciare che presto cominceranno a dare i loro frutti anche le potenti sinergie con Mediaset Premium che porterà in dote i pregiati diritti tv della Champions League.

Tutto questo secondo Bolloré fermerà l’emorragia di abbonati e permetterà all’azienda di tornare a far quattrini dopo aver perso quest’anno 400 milioni di euro.

L’attacco a Netflix e Amazon

Canal+ diventerà quindi la forza trainante di Vivendi. un fiore all’occhiello.

Almeno questo è quello che spera l‘enfant terrible del capitalismo francese.

Secondo La Tribune, questa è anche la strategia studiata per contrastare l’avanzata degli Over-The-Top come Netflix e Amazon sul mercato audiovisivo.

Il punto però è che le due web company possono contare su una ‘sacra forza d’attacco’, come indica il quotidiano francese, e su una notevole base clienti: rispettivamente 75 e 46 milioni di abbonati nel mondo mentre Canal+ ne ha solo 15,4 milioni di cui 8 milioni in Francia.

Necessario, quindi, incrementare la produzione di contenuti culturali che siano vendibili anche all’estero. Al momento le forze di Bolloré sono concentrare tra Francia, Italia e Spagna, ma bisogna andare oltre.

Cinema e serie tv sono essenziali ma ricordiamo che Bolloré può contare anche sulla musica attraverso la controllata Universal Music, sui videogame grazie al recente acquisto di Gameloft e sui contenuti in streaming specie da quando lo scorso Vivendi è entrata in Banijay-Zodiac.

Concorrenza agguerrita

“Noi finanziamo il cinema con 500 milioni di euro l’anno di cui 200 milioni per il cinema francese”, ha ricordato Bolloré.

E annuncia che vuole investire maggiormente nella fiction, che sarà un elemento di distinzione per il Made in France.

Non a caso Canal+ sta investendo molto sulle produzioni originali per fare la differenza.

Ma per Bolloré le cose non saranno così semplici come vuol fare credere. I rivali sono tanti e in agguato.

In Francia Patrick Drahi, proprietario di SFR, ha recentemente lanciato la propria piattaforma Zive.

A livello internazionale c’è Netflix presente in 190 Paesi, ma anche Amazon con il servizio Amazon Prime che permette di vendere musica, video, serie ed eBook.

La guerra tra Canal+ e Netflix è già iniziata.

Lo scorso anno la controllata di Vivendi ha coprodotto e lanciato ‘Versailles’, costata 30 milioni di euro. La serie francese più costosa della storia. In contemporanea Netflix è uscito in pompa magna con ‘Marseille’. L’obiettivo? Garantire un’offerta ‘più francese’ per guadagnarsi più clienti oltralpe.

Ce la farà Vivendi?

Per raggiungere i clienti non bastano i contenuti. Servono potenti canali di distribuzione.

Questa è la ragione per la quale Bolloré sta giocando su più tavoli.

Da una parte il finanziare bretone si avvale delle alleanze con gli operatori tlc per proporre i propri contenuti agli abbonati. Questo è il motivo per cui Vivendi ha recentemente preso il controllo di Telecom Italia (circa il 24,9%) e mantiene una piccola partecipazione nella spagnola Telefonica (0,95%).

Dall’altra, ha potenziato la piattaforma Dailymotion, comprata da Orange lo scorso anno. Per espandere la sua base clienti Bolloré non si ferma ovviamente qua.

“In futuro stringeremo certamente accordi anche con partner francesi”, ha rilanciato Bolloré.

Quali?

Si potrebbe pensare a Orange, con il quale sembra ci siano già stati degli avvicinamenti. Lo stesso Ceo del leader delle telecom in Francia, Stéphane Richard, non molto tempo fa aveva dichiarato a La Tribune che con Vivendi ‘c’erano tante cose di cui parlare’.

La crociata di Bolloré nei media non è terminata. E’ appena iniziata.

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