CanalPlus, la pay tv francese di Vivendi, finisce nell’occhio del ciclone. Nei giorni scorsi alcuni analisti hanno parlato di una possibile acquisizione di BeinSport, la tv a pagamento di proprietà di Al Jazeera. Una mossa che ripagherebbe CanalPlus della perdita dei diritti tv della Premier League, molto seguita oltralpe.
Occhi puntati quindi sul patron di Vivendi, Vincent Bolloré, che continua a far discutere non solo per le sue mosse su Telecom Italia, ma anche sulla pay tv leader del mercato francese, che dovrebbe guidare il rilancio di Vivendi in tutto il sud d’Europa.
Una sfida non da poco, ma Bolloré è determinato, se non fosse che secondo delle nuove indiscrezioni ci potrebbe essere un cambio ai vertici di CanalPlus.
Un cambio di guardia che per il Ministro francese alla Cultura, Fleur Pellerin, “sconvolge il settore e inquieta ma era prevedibile”.
A creare problemi è stata linea editoriale di Bolloré, che avrebbe cercato con un cambio di poltrone in CanalPlus, di accerchiarsi di uomini fedeli al suo ‘comando’.
Una mossa che ha scatenato parte della redazione e di cui si è occupato anche il Consiglio superiore dell’audiovisivo che ha audito Bolloré a settembre per ottenere garanzie sulla gestione della pay tv.
Pellerin parla di “questione complessa” che vede un’azionista “intervenire sulla linea editoriale” di un gruppo televisivo.
Ma questo coinvolgimento diretto di Bolloré risulta anche difficile da dimostrare, indica il Ministro, specie quando ci sono di mezzo accuse molto forti come quelle di “censura”.
Per evitare abusi, lo Stato può controllare le frequenze che sono di dominio pubblico, sostiene Pellerin.
In altre parole un eventuale cambio nella gestione di queste, potrebbe determinare la richiesta da parte del governo di “garanzie in termini di pluralismo delle idee e di indipendenza delle redazioni”.
Il CSA è già chiamato a vigilare su queste cose, ma secondo il Ministro potrebbe anche essere utile allargare questi poteri alle emittenti che non si occupano solo di informazione. Un’idea potrebbe essere pure quella di creare un sistema di maggiore controllo.
Le mosse di Bolloré, spiega il Ministro, si collocano nella logica dei grandi gruppi multimedia mondiali.
“La costituzione di un gruppo potente non è negativa, tanto più che CanalPlus – ricorda Pellerin – è stata non molto tempo fa preda di un potente acquirente straniero”.
Resta da capire cosa succederà adesso. Bolloré si farà così facilmente scalzare dalla guida di CanalPlus?