“Se l’Europa fosse una, con un unico sistema giuridico e regolatorio ci sarebbe posto per 4 player. La mia ambizione è che Vodafone sia uno di questi”.
Questo è quanto ha detto in un’intervista a Repubblica Vittorio Colao, Ceo di Vodafone Group.
“Se vogliamo evitare che la fibra sia solo per i ricchi dobbiamo mutualizzare il sistema. Bisogna assicurarsi che -come per le strade- un sistema raggiunga tutta la popolazione”. ha spiegato Colao, riaffermando che la ‘statalizzazione’ della rete in fibra è una necessità del paese, soprattutto adesso che l’Italia sta cominciando a implementare le prime riforme- come il Jobs Act- per far ripartire il motore dell’economia.
“Il governo italiano sta procedendo bene, ha una visione strategica chiara, che è quella di informatizzare il Paese. Da solo però non basta” conferma Colao, ricordando che l’implementazione di una strategia digitale e la cablatura in fibra sono i primi passi da intraprendere per un’Italia più digitalizzata, ma la via per il successo è tortuosa. “Posare i tubi e la fibra è la prima cosa, ma poi bisogna intervenire sulla struttura giuridica, amministrativa e regolamentare”.
Non mancano però delle remore, che il Ceo di Vodafone Group ha nei confronti di Telecom Italia. “Il problema è la concorrenza. Ogni tanto riprende a circolare il batterio di un neomonopolitismo di ritorno. Faccio un plauso all’Antitrust italiana che ha dimostrato di avere a cuore sia lo sviluppo delle reti sia della concorrenza”.
L’educazione all’uso del web è un altro tema cruciale per ottenere i risultati sperati. Data la limitata penetrazione internet nel nostro paese (secondo dati Istat, nel 2013 quasi 23 milioni di Italiani non hanno mai navigato in Rete ndr.) Colao ricorda che “bisogna far capire l’importanza della Rete. I giovani già lo sanno, vanno coinvolti quelli di 40, 50 e 60 anni. Il modello può essere quello inglese, che spinge benevolmente gli utenti a usare il web.” Un esempio? “Le multe. Se l’unico modo per pagarle diventa internet già molta spinta è fatta”.