Non hanno mancato di suscitare polemiche, oltremanica, le dichiarazioni rese ieri dall’amministratore delegato di Vodafone Group, Vittorio Colao, sul rischio di rimonopolizzazione dei mercati nazionali della banda larga.
Nel Regno Unito è atteso per gennaio il responso dell’Ofcom sull’eventuale scorporo della rete dell’ex monopolista, gestita attualmente dalla divisione OpenReach, che fa sempre capo a BT.
In vista di questa scadenza, gli operatori stanno affilando le armi e Colao, in particolare, non sembra tipo da mandarle a dire.
Nelle scorse settimane, Vodafone aveva già accusato BT di aver goduto di un vantaggio abusivo sui concorrenti che offrono servizi a banda larga. Vantaggio garantito dai 6,5 miliardi di sterline di ‘profitti eccedenti’ generati negli ultimi 10 anni dalla divisione OpenReach.
Un’accusa condivisa anche dagli altri concorrenti dell’incumbent (Sky e TalkTalk) che hanno sottolineato diversi problemi legati al fatto che BT controlli OpenReach e parlato chiaramente di “conflitto di interesse, scarsa qualità del servizio e difficoltà ad applicare il quadro normativo vigente”.
Ieri, quindi, l’ad di Vodafone ha rincarato la dose: “Nella mia casa di Milano – ha detto – posso scegliere tra tre offerte in fibra. Il mio appartamento al centro di Londra è servito solo da una lenta rete in rame”.
“Noi dal canto nostro chiediamo innanzitutto che BT non usi il rame, seppure ‘modernizzato’ con la tecnologia G.Fast, per restringere la concorrenza. Soprattutto perché loro usano i soldi dei contribuenti. Le sovvenzioni pubbliche per il G.Fast dovrebbero quindi essere completamente abolite. L’Europa ha bisogno di fibra”, ha detto Colao.
Per il Ceo di Vodafone BT starebbe ostacolando l’accesso ai condotti della sua rete, bloccando quindi le offerte dei concorrenti che su questa rete devono passare per portare la loro fibra nelle case.
“Nel Regno Unito, OpenReach offre solo la metà di quello che chiediamo e non va proprio bene. Il nostro fornitore principale è in realtà un nostro concorrente e non vuole passare la palla” ha aggiunto Colao, che ha chiesto quindi l’intervento del commissario europeo della concorrenza Margrethe Vestager perché appuri se sul mercato britannico ci sono condizioni di parità tra tutti gli operatori.
BT, inoltre, è appanna tornata nel mercato mobile con l’acquisizione da 12,5 miliardi di sterline di EE, il principale operatore mobile del paese. Operazione che, a giudizio di Colao, creerà “una dominanza eccessiva”.
Oltre che per BT, ieri, Colao ne ha avute anche per Telecom Italia auspicando che lo Stato non si lasci tentare da un ritorno diretto o indiretto nella società, perché un simile intervento riporterebbe la lancetta indietro di qualche decennio. Allo stesso modo, si dovrebbe evitare l’ingresso di Telecom in Metroweb.
L’ex monopolista britannico ha ovviamente rimandato al mittente le accuse, affermando, tramite il suo portavoce, che “…le critiche mosse da Vodafone sono un mix di informazioni false e decisamente imprecise. La parola monopolio viene utilizzata in maniera ingannevole”.
In ‘soccorso’ di BT, nelle scorse settimane, è sceso anche il ministro britannico per l’economia digitale, Ed Vaizey, secondo cui “la separazione completa di OpenReach sarebbe un’impresa enorme, incredibilmente lunga e potenzialmente molto controproducente”.
Anche un competitor, Virgin Media, ha sottolineato che la separazione di Openreach comprometterebbe gli investimenti nella rete.