Francia, la vittoria di Macron accolta con sollievo ma anche con prudenza
08 mag 11:13 – (Agenzia Nova) – Gli editoriali di quasi tutti i principali giornali francesi oggi lunedi’ 8 maggio commentano la vittoria di Emmanuel Macron esprimendo pressoche’ unanimemente sollievo per la sconfitta dell’estrema destra ed ammirazione per il successo di un uomo di 39 anni che appena un paio di anni fa era sconosciuto al grande pubblico; ma allo stesso tempo restano prudenti sui suoi prossimi passi sottolineando come il neo presidente abbia vinto in un paese profondamente diviso e solo grazie al sostegno di elettori che con i loro voti hanno voluto bloccare l’ascesa di Marine Le Pen: lo scrive il quotidiano progressista “Le Monde” in una rassegna della stampa nazionale. “La Francia che osa” titola in prima pagina il quotidiano economico “Les Echos”, che definisce Macron come “l’anti-Trump”. Non nasconde la propria soddisfazione neanche il quotidiano di sinistra “Libe’ration”: “Ha vinto la Repubblica; la Francia ha detto no agli xenofobi, anche se questi restano forti, minacciosi e vitali”. Assai piu’ sobrio il quotidiano conservatore “Le Figaro”: “La Francia di Macron, positiva dinamica e riformatrice, esiste e questa e’ una bella notizia; ma essa rappresenta solo una parte dei francesi”, avverte un editoriale che sottolinea come siano “radicalmente ostili ai quei valori” sia i sostenitori della Le Pen che quelli dell’estrema sinistra di Jean-Luc Me’lenchon e persino quelli del leader della sinistra socialista Benoit Hamon. “Una vittoria ampia ma fragile” titola il quotidiano cattolico “La Croix”, che ricorda come una parte consistente del sostegno a Macron sia arrivato da elettori che non ne condividono affatto il programma ma hanno votato per lui solo per sventare la minaccia del Front national. “Non ci sara’ nessuna luna di miele” per Macron, prevede infatti il quotidiano comunista “L’Humanite'”, che annuncia “una nuova lotta” in vista delle elezioni legislative di giugno: “Un appuntamento importante per mettere i bastoni fra le ruote” ad un presidente “eletto senza entusiasmo”. All’appuntamento di giugno guarda anche “L’Opinion”, secondo cui Macron dovra’ cercare di sfruttare lo slancio per “costruirsi una vera e solida base parlamentare”. “Vincere le presidenziali, alla fine per Macron sara’ stato la cosa piu’ facile”, riassume “Le Journal de la Haute-Marne”: “Riuscire ad avere un Parlamento che appoggi le sue politiche sara’ molto piu’ arduo per un uomo che si e’ proclamato ne’ di destra ne’ di sinistra ma che per governare avra’ bisogno di entrambe e dovra’ accontentare entrambe”.
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Francia, dopo la sconfitta di Marine Le Pen la vecchia guardia del Fn torna alla carica
08 mag 11:13 – (Agenzia Nova) – Subito dopo la chiusura delle urne, ieri sera domenica 7 maggio, Marine Le Pen ha ammesso la sconfitta ed ha annunciato una “trasformazione profonda” del suo partito; ma molti nel Front national (Fn) non sono affatto pronti ad un tale cambiamento: lo scrive il quotidiano conservatore “Le Figaro”. Scettico si e’ immediatamente mostrato un importante esponente della “ala destra” del Fn, Bruno Gollnisch, che si e’ detto favorevole alla ricerca di alleanze in vista delle elezioni parlamentari dell’11 e 18 giugno prossimo, come ad esempio con il movimento sovranista “France debut” (“Francia in piedi”, ndr) del gollista Nicolas Dupont-Aignan, ma poi ha sottolineato l’importanza di “conservare lo zoccolo duro delle nostre convinzioni in materia di valori tradizionali e di lotta contro il fiscalismo”. Ma e’ dalla vecchia guardia del Fn rappresentata dal fondatore Jean Marie Le Pen che e’ arrivato l’avvertimento piu’ chiaro a quanti vorrebbero fare “tabula rasa del passato: “Non lascero'”, ha scandito, “che scompaia il nome del partito”, come hanno suggerito sua figlia Marine ed il suo braccio destro Florian Philippot; “Finora sono rimasto silenzioso, ma se fosse necessario non esitero’ ad esprimere il mio disaccordo”, ha minacciato l’uomo che e’ ancora presidente onorario del Fn. Piu’ articolata e’ stata Marion Mare’chal-Le Pen: pur respingendo fermamente i “tentativi mediatici” di quanti la vorrebbero vedere nei prossimi giorni scagliarsi contro sua suocera Marine Le Pen, la giovanissima deputata ha avviato una critica alla linea politica del Fn come finora e’ stata gestita da Philippot. Assai critici anche gli esponenti piu’ moderati come Robert Me’nard, sindaco di Be’ziers: “E’ stata una vera e propria disfatta” ha dichiarato, aggiungendo che per vincere il Fn deve saper tessere alleanze con altri segmenti della destra. E per farlo, a suo parere il Fn deve innanzitutto smettere di parlare di uscita dall’euro: “E’ stato un errore colossale”, ha scandito.
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Usa, polemiche per la proroga del programma di visti per gli investitori stranieri
08 mag 11:13 – (Agenzia Nova) – Ha suscitato polemiche negli Usa la decisione del presidente Usa, Donald Trump, di dare il via libera alla proroga del programma denominato Eb-5, che prevede la concessione di visti di soggiorno a cittadini stranieri che investano almeno mezzo milione di dollari nelle aree degli Usa a minor tasso di occupazione. Il programma, in vigore dal 1990, raccoglie adesioni soprattutto da facoltosi cittadini cinesi, che nel 2014 sono stati i destinatari dell’85 per cento dei 10,692 visti di questo tipo concessi dalle autorita’ Usa. Trump, che ha conquistato la Casa Bianca lo scorso novembre promettendo politiche immigratorie restrittive, aveva promesso di apportare interventi correttivi all’Eb-5; il presidente, pero’, ha dovuto avvallare la prosecuzione del programma senza alcuna modifica nel contesto della legge di spesa emergenziale varata nei giorni scorsi dal Congresso, per evitare il blocco delle attivita’ del governo federale. Ad accrescere le polemiche e’ stata la notizia, riferita dalla “Washington Post”, che Nicole Kushner Meyer, sorella del genero di Trump, Jared Kushner, ha presieduto un evento promozionale privato del programma Eb-5 in Cina la scorsa settimana, esortando gli investitori cinesi a sostenere finanziariamente un progetto immobiliare della sua famiglia nel New Jersey. Durante la presentazione, organizzata a Pechino, e’ stato sottolineato proprio il legame di parentela tra la Meyer e il genero del presidente Trump. Sabato la holding dei Kushner, Kushner Companies, si e’ scusata pubblicamente per aver menzionato la parentela tra la Meyer e Jared Kushner, e sottolineato che quest’ultimo “si e’ ritirato dalla compagnia lo scorso gennaio e non ha nulla a che fare con questo progetto”, che dovrebbe generare per gli Usa 180 milioni di entrate tributarie nell’arco dei prossimi trent’anni.
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Usa, la battaglia per la riforma della sanita’ si sposta al Senato
08 mag 11:13 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha incassato l’approvazione della Camera dei rappresentanti alla riforma della sanita’ che dovrebbe sostituire l'”Obamacare”, ma e’ consapevole che il Senato, dove i Repubblicani contano su una maggioranza di appena due seggi, potrebbe riscrivere interamente l’impianto della legge, che non piace per primi proprio ai senatori repubblicani. Ieri Trump ha rivolto un appello a questi ultimi, invitandoli a “non deludere i cittadini americani”, cui proprio i Repubblicani promettono da anni la revoca dell’impopolare riforma varata dall’amministrazione Obama. Diversi senatori, pero’, hanno gia’ respinto con convinzione l’appello di Trump: tra questi la moderata Susan Collins, del Maine, secondo cui “il Senato ricomincera’ daccapo. Prepareremo il nostro disegno di legge, e ci prenderemo il tempo necessario a fare le cose per bene”. Una dichiarazione che suona come un doppio attacco al presidente: sia perche’ di fatto, lo accusa di sostenere una proposta inadeguata, sia perche’ fa esplicito riferimento a un allungamento dell’iter legislativo, proprio mentre l’amministrazione Trump si affanna per ottenere un primo, tardivo successo in sede parlamentare. Collins si e’ spinta oltre, schierandosi apertamente coi Democratici per quanto riguarda il taglio dei finanziamenti pubblici al fornitore di servizi abortivi Planned Parenthood: un taglio a lungo promosso dal suo partito e previsto dal disegno di legge approvato dalla Camera, ma che secondo Collins nuocerebbe alle “donne a basso reddito”. Ieri il segretario alla salute e ai diritti umani, Tom Price, ha preso le difese del disegno di legge durante una intervista all’emittente Cbo, sostenendo in particolare la decisione di de-finanziare il programma federale Medicaid, assegnando invece i fondi corrispondenti – ben 880 milioni di dollari – ai singoli Stati. A difesa della legge oggi in vigore, invece, e’ intervenuto il suo promotore, l’ex presidente Usa Barack Obama, che ha chiesto pubblicamente al Senato il “coraggio” di respingere l’offensiva legislativa dei Repubblicani.
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Regno Unito, Hunt accusa gli eurocrati di voler danneggiare la campagna dei conservatori
08 mag 11:13 – (Agenzia Nova) – Il segretario alla Sanita’ del Regno Unito, Jeremy Hunt, riferisce il quotidiano britannico “The Times”, ha intensificato la retorica contro Bruxelles sostenendo che la premier, Theresa May, “sta combattendo per la Gran Bretagna” contro gli eurocrati che vogliono danneggiare la campagna elettorale dei conservatori. Il ministro, intervistato dalla trasmissione televisiva della Bbc “The Andrew Marr Show”, ha ripetuto l’accusa gia’ lanciata da Londra contro la Commissione europea dopo la fuga di notizie sulla cena privata tra il presidente, Jean-Claude Juncker, e la leader di Downing Street, di cercare di interferire nelle politiche dell’8 giugno: “Ci sono 27 paesi allineati contro di noi. Alcuni sembrano pensare che, affinche’ l’Ue sopravviva, la Gran Bretagna debba fallire”, ha dichiarato. Riferendosi alle rivelazioni stampa sul presunto scetticismo di Juncker riguardo alla posizione di May, Hunt ha detto che il tentativo di interferenza nella campagna elettorale britannica “e’ sotto gli occhi di tutti”: “E’ l’approccio sbagliato ai negoziati. Stanno tentando di far trapelare notizie che indeboliscano la posizione di Theresa May”. Quando gli e’ stato esplicitamente domandato se Bruxelles stia cercando di danneggiare le prospettive elettorali di May, Hunt ha risposto che “e’ cio’ che si deve presumere”.
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Regno Unito, il Labour pensa a un nuovo aggravio fiscale per i redditi tra 80 e 150 mila sterline
08 mag 11:13 – (Agenzia Nova) – John McDonnell, cancelliere ombra del Labour del Regno Unito, riferisce il quotidiano britannico “The Guardian”, ha accennato a un aumento delle tasse, in caso di vittoria alle elezioni politiche, a carico di chi paga l’aliquota massima: i redditi superiori a 150 mila sterline. Benche’ non sia entrato nei dettagli, il politico, in un discorso al Museum of London, non ha escluso che l’aliquota piu’ alta, abbassata al 45 per cento nel 2013, possa essere riportata al 50 per cento, come avvenne dopo la crisi finanziaria del 2010: “Uno dei principi e’ che i redditi piu’ elevati paghino di piu'”. Ha aggiunto che il programma elettorale fara’ chiarezza anche riguardo alle tasse per i redditi superiori a 80 mila sterline: “Penso che la gente sara’ piacevolmente sorpresa dalla modestia di cio’ che abbiamo intenzione di chiedere”, ha detto, aprendo il campo all’ipotesi di un aggravio per la fascia compresa tra 80 e 150 mila sterlina, la cui aliquota attuale e’ del 40 per cento. L’esponente laborista ha ringraziato i maggiori contribuenti, sottolineando che potrebbero avere benefici sotto altre forme. “Vogliamo un sistema di imposizione piu’ equo. Se aggiorneremo la nostra economia, creeremo una societa’ piu’ ricca”. McDonnell, intervistato dal programma televisivo della Bbc “The Andrew Marr Show”, ha parlato anche delle elezioni amministrative della scorsa settimana, ammettendo che i risultati sono stati “deludenti”, ma assicurando che il partito e’ unito e pronto a combattere nella campagna per le politiche, che inizia solo ora.
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Brasile, si avvicina l’interrogatorio di Lula ed e’ gia’ duello di piazza
08 mag 11:13 – (Agenzia Nova) – L’appuntamento e’ per mercoledi’ 10, presso il tribunale federale di Curitiba. Il Sergio Moro, il giudice cui competono molti dei casi piu’ spinosi nati dalle inchieste sulla corruzione in Brasile, ascoltera’ l’ex presidente Inacio Luis Lula da Silva, accusato di aver ricevuto tangenti – sotto forma di proprieta’ immobiliari – dall’impresa di costruzioni Oas. Si trattera’ di un momento chiave, oltre che per gli sviluppi processuali, per interpretare il sentimento politico del Brasile. Il paese reagisce alle inchieste che si protraggono da mesi con segni di forte insofferenza nei confronti della classe politica, ma i fedeli dell’ex capo di Stato trovano proprio nel leader del Partito dei lavoratori (Pt) un bastione nella lotta contro il presunto arbitrio della giustizia e il ruolo da questa esercitato sulla scena politica nazionale. Ai membri del Pt riuniti in congresso, Lula rilancia la sua candidatura alla presidenza e sfida gli avversari a vedersela con lui per “le strade del paese”. E parla di un “patto diabolico tra l’operazione Lava jato e i giornalisti” che da circa due anni parlano di un arresto imminente: “se non vengo arrestato, chissa’ forse un giorno potra’ arrestarli per bugie”, ironizza. L’Associazione nazionale dei procuratori della Repubblica definisce le parole di Lula una “minaccia” e difende “il cammino sereno della giustizia”. Un confronto che potrebbe andare in scena proprio per le strade di Curitiba. Militanti di partiti e di organizzazioni vicine a Lula preparano, per le ore in cui si svolgera’ l’interrogatorio, manifestazioni a sostegno dell’imputato. E i supporter della procura non saranno da meno. Tanto che lo stesso Moro, in un messaggio video pubblicato sul suo account facebook, ha invitato la gente a non riscaldare ulteriormente la temperatura. “So che molta gente che sostiene l’operazione Lava jato vuole venire a Curutiba a manifestare questo appoggio”, ha detto Moro. “Questo appoggio e’ sempre stato necessario, ma in quella data non e’ necessario” e “il mio suggerimento e’: non venite”. Nel frattempo va avanti il filone di indagini aperto dalle testimonianze degli ex dirigenti della potente impresa di costruzioni Odebrecht. I legali di tanti dei politici coinvolti sarebbero pronti a sfruttare i tanti errori e contraddizioni presenti rilevate nelle deposizioni. Falle che, come riconosce un giudice del Supremo tribunal federal senza rivelare l’identita’, possono mettere seriamente a rischio l’efficacia delle prove.
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Argentina, governo pronto a modificare la legge che sconta la pena ai crimini della dittatura
08 mag 11:13 – (Agenzia Nova) – Il governo argentino presentera’ un progetto di legge per risolvere la polemica sulla cosiddetta legge “2×1”. La settimana scorsa la Corte Suprema di Giustizia aveva stabilito che anche la legge che dimezza la pena vigente tra il 1994 e il 2001 era applicabile anche per i reati di “lesa umanita’”. L’alta corte si esprimeva sul caso di Luis Muina, in carcere per sequestri e omicidi perpetrati nel 1976, e la decisione apriva una forte polemica nel paese le cui ferite per il periodo della dittatura sono ancora tutte da rimarginare. Organizzazioni di diritti umani, partiti delle opposizioni e sindacati hanno indetto per mercoledi’ una manifestazione di protesta per la decisione della Corte. Iniziativa nella quale in molti vedono il tentativo di attribuire la decisione dei giudici al governo in carica, di centrodestra. “E’ logico che chi negli ultimi dodici anni ha dato ordini alla giustizia aspettandosi che la giustizia accogliesse questi ordini credano che, dietro ogni pronunciamento ci sia una decisione della politica e non una decisione autonoma della giustizia”, ha detto il ministro dell’Interno Rogelio Frigerio confermando che il partito di governo – “Cambiemos” – si e’ sempre mostrato contrario al 2×1. L’esecutivo ha confermato che in settimana interverra’ per cercare di limitare gli ambiti di applicazione della legge che dimezzava la pena.
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Germania, elezioni nello Schlesvig-Holstein: determinante l’effetto Merkel
08 mag 11:13 – (Agenzia Nova) – La Cdu del cancelliere tedesco Angela Merkel si e’ imposta alle elezioni nello Schleswig-Holstein, ottenendo il 32,9 per cento dei consensi, mentre il 26,7 per cento dei Socialdemocratici (Spd) di Martin Schulz rappresenta una netta sconfitta per quel partito. I Verdi sono arrivati al 12,9 per cento dei consensi, l’Fdp all’11, al 5,8 AfD e al 3,6 la Linke. Dopo le elezioni nel Saarland, dunque, si conferma la rimonta del partito di maggioranza relativa, che nello nello Schleswig-Holstein ha avuto la meglio grazie al candidato Daniel Guenther. Il socialdemocratico Torsten Albig, invece, ha perso la poltrona di primo ministro del land, ruolo che ha rivestito per 12 anni. L'”effetto Schulz”, sottolinea la “Frakfhrter Allgemenine Zeitung”, sembra evaporato, e questo non depone in favore dell’Spd in vista delle prossime e ancora piu’ importanti elezioni del Nord Reno-Vestfalia. Piu’ di un quarto degli elettori dello Schleswig-Holstein ha votato Cdu, secondo i sondaggi, per la fiducia nutrita nei confronti di Merkel: un dato di grande rilievo in vista delle elezioni federali che si terranno nel mese di settembre.
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Germania, poco realistica l’ipotesi di un taglio della pressione fiscale
08 mag 11:13 – (Agenzia Nova) – Trenta esperti provenienti dalle Istituzioni federali, statali ed economiche tedesche si incontreranno martedi’ a Bad Muskau, vicino al confine polacco. Si discutera’ delle stime relative alle entrate tributarie del governo federale, dei land e delle singole municipalita’ per i prossimi anni. Gli esperti prevedono un aumento significativo delle entrate fiscali dopo le elezioni. Secondo il ministero delle Finanze, nel 2020 lo Stato potra’ contare su entrate aggiuntive per 55 miliardi di euro. Il governo federale potrebbe contare cosi’ su un avanzo compreso fra i 10 e i 18 miliardi di euro. Secondo il ministro Wolfgang Schaeuble (Cdu) le entrate totali dello Stato nel 2020 saranno di 825 miliardi di euro; il ministro ha messo in guardia da promesse elettorali di taglio alla pressione fiscale durante la campagna elettorale dei prossimi mesi. Dopo le elezioni, ha detto il ministro, non e’ realistico ipotizzare un taglio della pressione fiscale complessiva superiore ai 15 miliardi. “Lo Stato sta beneficiando in modo sproporzionato delle entrate fiscali registrate e dei bassi tassi di interesse”, ha dichiarato all'”Handelsblatt” il ministro delle Finanze della Baviera Markus Soeder (Csu). La Bundesbank vorrebbe ridurre la pressione fiscale e il Fondo monetario internazionale (Fmi) vede spazio per tagli fiscali in Germania. Schaeuble tuttavia frena gli entusiasmi al riguardo, anche in previsione del minore gettito previsto per il prossimo anno. Nella Cdu, pero’, diversi politici premono per abbandonare la politica di blocco ai tagli fiscali. Il Governo federale e quelli statali condividono l’imposta sul reddito e ne riceveranno il 42,5 per cento, mentre i comuni il 15. I tagli fiscali graverebbero proprio sugli enti locali. “Abbiamo bisogno di una riforma fiscale onesta e genuina”, ha dichiarato Soeder. Verdi ed Spd, piu’ che un taglio della pressione fiscale, premono per maggiori investimenti per le famiglie e per i meno abbienti. Difficilmente, scrive l'”Handelsblatt”, lo scenario di un calo della pressione fiscale si concretizzera’ dopo le elezioni federali di settembre.
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