Dopo mesi di polemiche e scontri verbali e non, i tassisti mettono a segno un’importante vittoria nella battaglia legale aperta nei confronti di UberPop, la app di Uber che consente di prenotare via smartphone un servizio di trasporto pubblico non di linea a prezzi vantaggiosi, senza i vincoli che valgono per la categoria dei taxi e degli Ncc.
Il tribunale di Milano ha disposto questa mattina il blocco su tutto il territorio nazionale di Uber Pop, la app di Uber (finanziata fra gli altri da Google Ventures e Goldman Sachs) che permette di prenotare un servizio di auto con conducente via smartphone con alla guida un privato cittadino.
Il provvedimento blocca il servizio e accoglie il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti per “concorrenza sleale” e “violazione della disciplina amministrativa che regola il settore taxi e il trasporto pubblico non di linea”.
Diversi radio taxi a metà aprile avevano presentato un ricorso cautelare e urgente per chiedere lo stop della app che consente agli autisti di Uber di prestare servizio di trasporto non di linea pur senza disporre di una licenza taxi.
Nel provvedimento di oggi, il giudice Claudio Marangoni ha chiarito che Uber avrà 15 giorni di tempo per adeguarsi all’inibitoria, altrimenti scatteranno le sanzioni pari a 20.000 euro per ogni giorno di ritardo sui tempi dell’ordinanza; l’azienda americana potrà ovviamente fare ricorso contro la sentenza.
Uber, Sergio Boccadutri (Pd): ‘Basta rendite di posizione, creare un registro dei driver come a Londra’
“La mobilità sta cambiando nel mondo e non credo che una sentenza potrà bloccare questo processo”. Così Sergio Boccadutri deputato e coordinatore area innovazione PD, commentando la sentenza con la quale il Tar di Milano ha bloccato UberPop, che aggiunge: “L’esigenza della mobilità aumenta eppure i servizi pubblici spesso non sono all’altezza, ecco che una piattaforma come questa può aiutare chi vive in periferia, le persone con disabilità, o i più giovani che la sera vogliono tornare a casa dopo una festa passata con amici e non trovano né un mezzo pubblico né possono spendere troppi soldi per un taxi – dice Boccadutri – Dove sarebbe la concorrenza? Servono delle regole? Bene che si disciplini come a Londra dove per svolgere l’attività di driver in modo saltuaria serve un certificato rilasciato da un ente controllore che verifica che l’auto sia in ordine con la revisione e l’assicurazione, che la fedina penale sia a posto, che si abbia la patente da un tot di anni. Insomma, un tale registro non solo favorirebbe maggiore sicurezza, ma potrebbe ad esempio essere utilizzata anche a fini fiscali o per vietare l’attività a chi a ha violato le regole, ad esempio guidando in stato di ebrezza. Dobbiamo aiutare le forme di sharing economy non fermarle, ma sono convinto che questa sentenza aiuterà Uber Pop a diffondersi a dispetto di chi vuole solo difendere una rendita di posizione in un mondo che cambia”.
Loreno Bittarelli (Uritaxi): ‘Il problema non è giuridico ma politico’
Uber annuncia ricorso, mentre i tassisti accolgono con favore il blocco della app, per bocca di Loreno Bittarelli, presidente nazionale di Uritaxi e del 3570: “Ben venga la sentenza contraria a Uber, ci sono anche altre denunce che devono essere ancora discusse e sulle quali ci saranno sicuramente ricorsi – dice Bittarelli a Key4biz – Il problema però non è di carattere giuridico, ma di carattere politico. Sono i nostri politici che ci governano che dovranno dirci se in Italia chiunque svolga un servizio pubblico debba rispettare i requisiti di professionalità’ previsti per legge, o se chiunque, magari col pretesto di un app, possa improvvisarsi abusivamente in qualunque attività e poi successivamente vedersi legittimato con una normativa cucita ad hoc. Queste sono le risposte che attendiamo dal ministro Del Rio e dal Governo”.
Si vedrà, c’è da dire che l’anno scorso anche il primo ministro Matteo Renzi si era pronunciato, gelando i tassisti e promuovendo la app.
Negli ultimi mesi, un analogo provvedimento è stato preso anche in Germania.
Un anno fa, le proteste dei tassisti avevano bloccato il traffico a Milano e l’allora ministro dei Trasporti Maurizio Lupi era stato costretto a intervenire bloccando UberPop e convocando i tassisti per riportare la calma.
L’anno scorso, proteste e scioperi da parte dei tassisti contro Uber sono esplose in diverse capitali europee: da Bruxelles a Berlino passando per Barcellona per finire a Londra. I tassisti con regolare licenza contestano il fatto che gli autisti di Uber si muovano liberamente senza i vincoli che a livello Ue regolano il trasporto pubblico non di linea nel settore taxi e Ncc (Noleggio con conducente). In particolare, gli Ncc che usano Uber dovrebbero fare rientro in rimessa a servizio concluso, un vincolo che secondo i tassisti milanesi ed europei non viene rispettato causando così gli estremi della protesta per concorrenza sleale.