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Videosorveglianza in città, un mercato da 20 miliardi di dollari nel 2023

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Più le aree urbane crescono di dimensioni e di numero di abitanti, più i cittadini si sentono insicuri e minacciati da pericoli di varia natura. NE consegue, che la spesa in soluzioni di videosorveglianza per la sicurezza pubblica sta aumentando nelle nostre città.

La realtà è sempre diversa da come ce la immaginiamo e spesso siamo noi a farci un’idea sbagliata del mondo fuori casa, ma il dato sull’insicurezza generale percepita è questo.

Mercato videosorveglianza

Stando ai dati diffusi da Berg Insight, gli investimenti mondiali in tecnologie di videosorveglianza destinate a progetti smart city, passeranno dai 6,5 miliardi di dollari nel 2018 ai 19,5 miliardi di dollari attesi nel 2023.

A conferma del buon momento di questo settore industriale, lo studio ha calcolato un tasso di crescita annuo (Carg 2018-2023) pari al 24,5%.

Le soluzioni più vendute sono le classiche installazioni fisse di videosorveglianza (“fixed-video surveillance”), ma aumentano le vendite di tecnologie “mobile surveillance”, “audio surveillance”, le telecamere da indossare o “body-worn camera” per le forze dell’ordine, e i nuovi sistemi di rilevamento sia di armi da fuoco, sia di colpi di arma da fuoco (“gunshot detection sensors”).

I Paesi che spendono di più in queste tecnologie sono quelli asiatici, con la Cina in testa, seguita dall’India.

Nello specifico, il mercato asiatico è quello che dovrebbe crescere maggiormente a livello globale, tanto che lo studio si attende vendite per 14,6 miliardi di dollari entro il 2023 proprio in questi Paesi.

La privacy

Vista l’importanza di questo mercato e delle sue tecnologie, nei giorni scorsi il Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDPB) ha adottato le nuove linee guida n. 3/2019 in materia di trattamento di dati personali mediante impianti di videosorveglianza.

Un tema su cui è fondamentale confrontarsi per il presente ed il futuro prossimo, ha spiegato su Key4biz Matteo Colombo, soprattutto in termini di privacy e gestione dei dati personali. L’utilizzo intensivo di sistemi di videosorveglianza, infatti, “rischia di condizionare sensibilmente il comportamento degli individui”.

Un fatto di massima rilevanza, soprattutto quando i dati vengono trattati mediante strumenti cosiddetti “intelligenti” o tecnologicamente avanzati: “gli impianti di videosorveglianza possono suscitare sia un senso di maggior sicurezza, sia il timore di limiti alla libertà e altri diritti fondamentali”.

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