Il Consiglio nazionale Utenti (CNU), istituito presso l’Agcom nel 1997, ha chiesto “un pronto intervento normativo che porti a sanzioni efficaci per chi vende ai minori videogiochi vietati ed una campagna informativa sui media per sensibilizzare i genitori sui pericoli legati all’utilizzo da parte dei minori di videogiochi adatti agli adulti“.
Iniziativa dettata dall’esigenza di promuovere un’attenta riflessione presso l’opinione pubblica sul mercato dei videogiochi, fenomeno in forte espansione, in special modo su quelli più violenti, chiedendo “un’audizione urgente su questo importante tema” alla VII Commissione cultura scienza e istruzione della Camera.
Il CNU, si legge nel documento, si trova sostanzialmente d’accordo con quanto fatto della vicepresidente della Commissione Ilaria Capua ed auspica “il pronto accoglimento delle sue richieste“. Nei fatti, la parlamentare ha scritto al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, “al fine di avviare una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei video giochi violenti, indirizzata ai genitori“.
Una lettera scaturita dalle polemiche suscitate dal videogioco Grand Theft Auto V, giudicato dalla stampa particolarmente volgare, violento e in grado di istigare al femminicidio. Nel mirino, tra l’altro, la possibilità per i giocatori di uccidere, derubare e dare alle fiamme le prostitute per strada.
Un gioco, ricorda ai genitori il CNU in un comunicato stampa del 22 ottobre scorso, dove il riquadro rosso “n.18” (riportato sulla confezione del videogioco, nella fattispecie GTA V) significa, secondo lo stesso PEGI (Pan European Game Information), letteralmente “adatto alla maggiore età” e implica la descrizione di “scene di violenza molto realistiche”, a volte così pesanti da “indurre sentimenti di disgusto e repulsione”. Per violenza, si legge nel testo del CNU, “si intende non solo la presenza di ferite, mutilazioni e morte di personaggi assolutamente realistici, ma anche l’eventuale presenza di immagini o rumori che possano alterare il normale stato psicologico della persona, provocando sensazioni di paura, angoscia o stress”.
Il livello di violenza verbale, concettuale e visiva è inoltre aumentato dalla presenza “di una quantità di sangue che spesso si può modificare od annullare grazie a delle opzioni”. “Il linguaggio – conclude il testo – può essere estremamente volgare, le scene di sesso possono avere connotazioni esplicite così come l’uso di sostanze stupefacenti“.
Il Cnu da anni monitora i videogiochi violenti e ne analizza le ricadute dannose a livello psicologico sui minori.