Gran Bretagna, il vice premier Damian Green costretto alle dimissioni per uno scandalo sessuale
21 dic 10:57 – (Agenzia Nova) Il vice premier britannico Damian Green nella tarda serata di ieri mercoledi’ 20 dicembre e’ stato costretto a dare le dimissioni per aver mentito sui contenuti a carattere pornografico ritrovati dalla polizia in un computer del suo ufficio: la notizia e’ sulle prime pagine di tutti i quotidiani della Gran Bretagna ed i commenti si sprecano. Secondo il giornale conservatore “The Telegraph”, in particolare, si tratta di un colpo durissimo per il primo ministro Theresa May, che con queste dimissioni perde un amico di lunga data sin dai tempi dell’universita’ frequentata insieme ed uno strettissimo e fedele collaboratore; Green inoltre e’ il terzo esponente del gabinetto a doversi dimettere per gli scandali a catena a sfondo sessuale che negli ultimi due mesi hanno scosso il mondo politico britannico. Un’inchiesta interna al governo durata un mese e mezzo, originariamente aperta sulla base delle denunce sporte ben dieci anni fa da alcune donne che hanno accusato Damian Green di condotta sessuale inappropriata, si e’ ora conclusa stabilendo che lui ha mentito in due dichiarazioni pubbliche rese lo scorso mese, in cui negava di essere a conoscenza del fatto che la polizia nel 2008 aveva trovato materiale pornografico in un computer del suo ufficio. Dopo aver consultato Sir Alex Allan, il consigliere indipendente per gli standard etici dei ministri, la premier Theresa May quindi non ha potuto far altro che chiedergli di dare le dimissioni. Green ricopriva l’incarico di primo sottosegretario di Stato ed era di fatto il braccio destro della premier, che ha voluto sottolineare il suo “profondo dispiacere” per la conclusione della vicenda e la propria “eterna gratitudine” nei confronti del sottosegretario dimissionario. La decisione della premier, scrive il “Telegraph”, significa che a causa della pausa natalizia la vicenda non arrivera’ in Parlamento se non dopo l’8 gennaio prossimo, risparmiandole cosi’ un notevole imbarazzo: la May ha anche annunciato che non sostituira’ il sottosegretario dimissionario e che quindi non procedera’ ad alcun rimpasto del suo gabinetto. Sul “Telegraph” l’opinionista Tim Stanley commenta che in altre situazioni ed in altri tempi le dimissioni di Damian Green, inciampato su una questione che oggigiorno e’ assai sensibile com’e’ quella degli errati comportamenti a sfondo sessuale, avrebbero trascinato con se’ l’intero governo. Ma in questo momento la Gran Bretagna sta affrontando una fase cruciale delle trattative con l’Unione europea sulla Brexit ed una crisi di governo sarebbe esiziale per il paese: il vero miracolo di Natale, afferma i “Telegraph”, e’ che saranno proprio quei difficili negoziati a tenere a galla la May ed a consentirle forse di restare al governo.
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Usa, riforma fiscale attende la firma del presidente Trump
21 dic 10:57 – (Agenzia Nova) – La Camera dei rappresentanti statunitense ha approvato in via definitiva, con 224 voti a favore 201 contrari, la riforma fiscale voluta dall’amministrazione del presidente Donald Trump e dal Partito repubblicano, che passa ora alla firma del capo della Casa Bianca. Lo riferisce il quotidiano “New York Times”. Trump su Twitter l’ha definita un “regalo di Natale agli americani” e ha promesso una conferenza stampa. La riforma e’ il primo risultato legislativo concreto in un anno di amministrazione del presidente. Il taglio delle tasse e’ stata una promessa chiave della sua campagna elettorale. La manovra privera’ le casse federali di 1,5 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, soldi che resteranno nel circuito delle imprese e dell’economia. La mossa e’ intesa a sospingere al 4% la crescita del Prodotto interno lordo (Pil). Piu’ nel dettaglio nella riforma, la riduzione piu’ netta riguarda gli utili di impresa, l’aliquota scende dal 35 al 21 per cento in modo permanente a favore delle aziende di tutte le categorie e dimensioni. Le multinazionali potranno far rientrare i capitali negli Usa con la formula dello scudo fiscale, cioe’ versando un prelievo una tantum del 7,5 per cento, del 14,5 se gli asset sono in contanti. Gli sgravi a favore delle persone fisiche varranno fino al 2025, con il tetto massimo che scende dal 39,6 al 37 per cento. Gli studenti potranno continuare a dedurre di interessi su prestiti contratti per frequentare l’universita’ fino a un tetto di 2.500 dollari. Penalizzati dalla riforma fiscale i residenti degli Stati di New York e della California, dove le imposte locali sono piu’ alte tra il 10 e l’11 per cento e il 13,3 per cento, che potranno essere dedotte dal conto con il fisco federale solo fino ad un tetto di diecimila dollari. Prospettive non rosee anche per i professionisti, avvocati, medici e commercianti che subiranno il ridimensionamento degli sgravi specifici, il cosiddetto “pass-through”. I lavoratori dipendenti non potranno piu’ sottrarre l’importo fisso di 4.150 dollari e saranno penalizzati, anche se aumentano i crediti di imposta per i figli a carico da 1.000 a 2.000 dollari.
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Usa all’Onu, il presidente Trump ha minacciato di tagliare aiuti agli oppositori della sua decisione su Gerusalemme
21 dic 10:57 – (Agenzia Nova) – Il presidente statunitense Donald Trump ha minacciato oggi di ritirare gli aiuti Usa a qualsiasi paese voti una risoluzione all’Assemblea generale delle Nazioni Unite (Onu) che si opponga alla sua recente decisione di dichiarare Gerusalemme capitale dello Stato di Israele. Ne riferisce il quotidiano “New York Times”. La dichiarazione di Trump, durante una riunione del suo Gabinetto, arriva all’indomani della lettera all’Onu dell’ambasciatrice statunitense Nikki Haley nella quale si preannunciava che gli Stati Uniti avrebbero “preso nota” dei paesi che voteranno la mozione che si discutera’ il 21 dicembre. Il capo della Casa Bianca ha attaccato i paesi che “prendono” i soldi dagli Usa e poi gli votano contro nel Consiglio di sicurezza o nell’Assemblea generale, “non ci si approfittera’ piu’ di noi”, ha precisato. Sembra improbabile che il presidente possa dar seguito alla sua minaccia che taglierebbe aiuti ad alleati strategici per il paese. Gli Stati Uniti hanno versato 77,4 miliardi di dollari in aiuti esteri all’Egitto tra 1948 e il 2016, secondo dati del Servizio per le ricerche del Congresso, tra questi, 1,3 miliardi sono andati in aiuti militari al Cairo dal 1987.
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Spagna, elezioni decisive per la Catalogna
21 dic 10:57 – (Agenzia Nova) – La stampa spagnola e’ unanime nel descrivere la giornata elettorale di oggi come decisiva per il futuro della Catalogna e dell’intera Spagna. I seggi elettorali sono stati aperti oggi, giovedi’ 21 dicembre, dalle nove del mattino, per permettere ai 5,5 milioni di catalani di esprimere la propria preferenza elettorale. In questo momento la Catalogna e’ in bilico tra il rifiuto delle iniziative intraprese finora dal movimento indipendentista e un nuovo e, forse, definitivo impulso al processo di sovranita’ regionale. Gli schieramenti tra cui e’ chiamato a scegliere il popolo catalano sono tre: da una parte JuntsxCat, Sinistra repubblicana di Catalogna (Erc) e Candidatura di unita’ popolare (Cup), che promuovono l’indipendenza. Ciudadanos, il Partito popolare (Pp) e il Partito Socialista operaio spagnolo (Psoe), che hanno dato luce verde all’applicazione dell’articolo 155 da parte del governo spagnolo presieduto da Mariano Rajoy; e i Comuns (CatEcp) che prendono le distanze sia dall’applicazione dell’articolo 155 che dalle mosse unilaterali del movimento indipendentista. Tutti i sondaggi sono concordi nella previsione di un parlamento molto frammentato con nessuno partito che riesca a superare la soglia di 40 deputati con 135 seggi. Anche l’economia rimane in attesa, con gli investitori che rimandano le proprie decisioni in attesa del risultato elettorale. Lo riferisce il quotidiano economico spagnolo “Expansion” che aggiunge come gli esperti prevedano che l’incertezza continuera’ anche nel breve periodo.
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Colombia, con la morte dell’ambasciatore finisce l’influenza di Bogota’ sul Vaticano
21 dic 10:57 – (Agenzia Nova) – La morte di Escobar Herran, ambasciatore di lungo corso della Colombia presso la Santa Sede, segna la “fine della epoca” in cui Bogota’ ha “avuto la maggiore influenza nel cuore del mondo cattolico”. Lo scrive il quotidiano “El Espectador” dando conto dei funerali celebrati in contemporanea nella cattedrale della capitale colombiana, “alla presenza del presidente Juan Manuel Santos, della curia e del corpo diplomatico” e nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Roma. Herran e’ stato ambasciatore al Vaticano durante i governi di Andre’s Pastrana, Alvaro Uribe e Juan Manuel Santos, ed e’ stato “professore e amico di papi e cardinali per oltre 30 anni”, scrive la testata ricordando i legami diretti e spesso personali stabiliti con Paolo VI, e i futuri Giovanni Paolo I e II, Benedetto XVI e Francesco. Fino a tutto il pontificato di Joseph Ratzinger, segnala “El Espectador”, “la Colombia e’ stata uno dei paesi latinoamericani con maggiore influenza sul papa”. Oggi contano piu’ l’Argentina, patria di Jorge Bergoglio, il Brasile e il Messico “per il profilo dei rispettivi cardinali e la grandezza delle chiese”.
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La Gran Bretagna si dota di un “cyber deterrente” per sventare gli attacchi da paesi ostili
21 dic 10:57 – (Agenzia Nova) – La Gran Bretagna si sta dotando di un “cyber deterrente” per sventare gli attacchi di paesi ostili come Cina, Iran e Russia: lo riporta il quotidiano “The Times”, riferendo il contenuto del rapporto annuale della commissione parlamentare sull’Intelligence e la sicurezza (Isc) pubblicato ieri mercoledi’ 20 dicembre. Ma c’e’ di piu’: negli ultimi anni, spiega il giornale, la Gran Bretagna ha realizzato un “salto di qualita’” nello sviluppo del suo arsenale elettronico; si tratta di progressi “sostanziali”: ora infatti il rapporto dell’Isc afferma che il ministero della Difesa ed il Government Communications Headquarters (GCHQ, l’agenzia basata a Cheltenham responsabile delle comunicazioni “sensibili” del governo e delle forze armate e che ne garantisce sicurezza e segretezza; ndr) stanno mettendo a punto armi cibernetiche a carattere “offensivo”, strumenti sofisticati in grado di rispondere ad eventuali attacchi informatici e di paralizzare le reti dei paesi da cui essi provengono. La natura di queste armi ultra-tecnologiche non viene rivelata, ma secondo il “Times” esse consentirebbero alla Gran Bretagna di provocare il malfunzionamento degli aerei, delle navi e dei missili di un paese straniero e di infettarne a distanza le reti di telefonia mobile “succhiandone” le informazioni o cancellandone la memoria: insomma, si tratta di vere e proprie rappresaglie strategiche. Il rapporto della commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti punta il dito in particolare contro la crescente attivita’ ostile da parte della Russia in materia di attacchi informatici: un avvertimento che giunge proprio nel momento in cui oggi giovedi’ 21 dicembre il primo ministro britannico Theresa May arriva in Polonia per annunciare un programma congiunto finalizzato a contrastare l’opera di disinformazione russa. Aldila’ di cio’, l’Isc lancia anche l’allarme sul rischio rappresentato da gruppi terroristici come lo Stato islamico in Iraq e Siria (Isis), che potrebbero acquisire le capacita’ per hackerare le reti di telecomunicazione della Gran Bretagna, quelle per la distribuzione dell’acqua, dell’energia elettrica e del gas: il pericolo e’ che i terroristi possano provocare gravissimi danni semplicemente ricorrendo a cyber-armi facilmente accessibili ed in vendita su internet. Il rapporto infine denuncia i danni provocati dalla Brexit all’attivita’ dei servizi segreti britannici, che ora incontrano serie difficolta’ ad ottenere una piena collaborazione con gli altri paesi europei, e lamenta il fatto che il governo finora abbia rifiutato di valutare appieno le conseguenze del divorzio dall’Ue per la sicurezza della Gran Bretagna.
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Francia, Renault nominera’ a febbraio un nuovo amministratore delegato
21 dic 10:57 – (Agenzia Nova) – Renault, azienda francese costruttrice di automobili, nominera’ a febbraio un nuovo amministratore delegato al posto di Carlos Ghosn, che terminera’ a maggio il suo mandato. Il nome dovra’ essere scelto dal Consigio di amministrazione per essere poi validato dagli azionisti nel corso della prossima assemblea generale. Secondo le informazioni raccolte da “Les Echos”, sono gia’ cominciati i colloqui con i possibili candidati. “Sembra improbabile nominare qualcuno di esterno, dovrebbe esse una persona eccezionale” ha affermato Ghosn, che al termine dell’incarico dovrebbe rimanere nel gruppo. Secondo le informazioni raccolte dal quotidiano, il ministero dell’Economia, che svolgera’ un ruolo importante nella nomina, non vuole un responsabile esterno. Tra i nomi piu’ accreditati ci sono quelli di Thierry Koskas, direttore commerciale, Stefan Muller, direttore delegato alla performance, e Thierry Bollore’, direttore della performance. Intanto il gruppo continua a vivere un momento positivo. Renault dovrebbe annunciare a febbraio dei nuovi “risultati record” con i volumi di vendita piu’ alti rispetto alle stime precedenti.
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Francia, il governo avverte la pressione del parlamento sulla legge sull’immigrazione
21 dic 10:57 – (Agenzia Nova) – Sulla nuova legge immigrazione il governo “sente la pressione” di una parte della sua maggioranza parlamentare e decide di sopprimere la misura riguardante il “paese terzo sicuro”, che prevedeva il rinvio di migranti a paesi terzi non europei considerati “sicuri”. Tra le norme piu’ significative, “Libe’ration” indica quelle che stabiliscono un prolungamento nei centri di detenzione e la velocizzazione de trattamento delle richieste d’asilo. Per calmare gli animi, oggi il premier Philippe ricevera’ i rappresentanti di alcune associazioni. Tra le fila della Re’publique en marche serpeggia il malcontento. Molti parlamentari hanno promesso che rimarranno “vigili” all’evoluzione della legge. Secondo quanto riportato dal quotidiano, nel corso dell’ultima riunione del gruppo avvenuta a porte chiuse molti deputati hanno posto l’accento sull’aspetto umanitario, evocando le difficili condizioni dei migranti sulla frontiera franco-italiana. Secondo “Libe’ration”, i parlamentari di En marche non hanno voglia di cominciare un braccio di ferro con il governo, ma al tempo stesso si mostrano decisi e attenti sul dossier. Il capo gruppo all’Assemblea Nazionale, Richard Ferrand ha invitato i suoi colleghi a “non cadere nella trappola” della polemica.
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Germania, le energie rinnovabili continuano a crescere
21 dic 10:57 – (Agenzia Nova) – La quota delle fonti rinnovabili sul totale dell’energia prodotta in Germania continua ad aumentare. Lo ha annunciato l’Associazione federale dell’energia e dell’acqua (Bdew). Quest’anno la quota dovrebbe raggiungere il 36 percento, contro il 31,6 per cento del 2016. “Le energie rinnovabili hanno gia’ superato l’obiettivo del 2020 del piano energetico del governo tedesco, pari al 35 percento del consumo lordo di elettricita’. Questa e’ una buona notizia per la protezione del clima”, ha affermato l’amministratore delegato di Bdew, Stephan Kapferer. La rapida avanzata delle rinnovabili, pero’, crea anche problemi. La produzione di energia elettrica si sta spostando sempre piu’ nel Nord della Germania, dove e’ concentrato il comparto eolico. La rete di trasmissione nazionale, pero’, non e’ ancora sufficiente a veicolare l’energia prodotta ai centri di consumo nell’Ovest e nel Sud della Repubblica. “Per poter utilizzare ampiamente l’elettricita’ generata dalle fonti rinnovabili, dobbiamo portare avanti l’espansione delle linee Nord-Sud. L’espansione della rete deve essere strettamente collegata all’espansione delle energie rinnovabili”, ha affermato Kapferer. In termini pro-capite, la produzione di energia eolica offshore ha esibito l’incremento maggiore: si prevede che aumentera’ del 49 percento fino a ben 18 miliardi di chilowattora (kWh), rispetto ai 12,3 miliardi di kWh dello scorso anno. Dopo un lieve calo della produzione di energia eolica nel 2016, si prevede che aumentera’ di 21 miliardi di kWh nel 2017, a 87 miliardi di kWh, ossia un aumento di oltre il 31 per cento. Con oltre il 40 per cento dell’elettricita’ generata da fonti rinnovabili, l’energia eolica terrestre rimane di gran lunga la piu’ grande fonte energetica rinnovabile. Al secondo e terzo posto seguono la biomassa con quasi il 24 per cento e il fotovoltaico con una quota di oltre il 18 per cento. In termini di consumo totale di energia, inclusi settori come il riscaldamento o la mobilita’, la quota di energie rinnovabili e’ del 14,8 per cento, secondo gli ultimi dati. Nel frattempo si stanno smantellando le centrali a carbone e lignite. Tuttavia l’eccedenza attualmente esistente della capacita’ garantita sara’ completamente ridotta entro il 2023. “Dal 2023 ci sara’ un enorme deficit, se la politica non migliorera’ rapidamente le condizioni di investimento per le centrali a gas a basse emissioni”, ha affermato l’ad di Bdew.
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Jean Pierre Mustier (UniCredit), l’Italia ha superato il rischio sistemico
21 dic 10:57 – (Agenzia Nova) – Jean Pierre Mustier, ad della banca italiana UniCredit, in un’intervista concessa al quotidiano “Handelsblatt” parla del piu’ grande istituto italiano dopo l’aumento di capitale. UniCredit licenziera’ 14 mila dei suoi 100 mila dipendenti e il 59 per cento di tali esuberi avverra’ entro la fine dell’anno. Secondo l’ad di UnCredit, nel prossimo futuro la digitalizzazione non eliminera’ la meta’ dei posti di lavoro, come sostiene invece il capo della Deutsche Bank John Cryan. UniCredit, le cui attivita’ sono concentrate per il 46 per cento Italia, e’ un gruppo paneuropeo attivo in 14 mercati, tutti, eccezion fatta per la Turchia e la Russia, nell’Unione europea. In futuro le alleanze saranno importantissime. La strategia “Transform 2019” affronta anche questa questione, oltre ai servizi al cliente, le offerte multi-canale, l’ottimizzazione dei processi, l’efficienza dei costi e la gestione del rischio. A gennaio Michael Diederich sara’ il nuovo amministratore delegato della tedesca Hvb, parte del gruppo UniCredit. La Banca italiana a partire dal prossimo anno ridurra’ ulteriormente il portafoglio di crediti in sofferenza e, grazie all’aumento dei tassi d’interesse nell’area euro, conta di arrivare ad un rendimento di capitale del nove per cento. Secondo Mustier, le critiche mosse dall’Italia ai piani della Bce per un ulteriore aumento degli accantonamenti di capitale non riguardano tanto il merito della questione, quanto per il modo. I 20 miliardi di euro messi dal governo italiano per il salvataggio delle banche in difficolta’ rappresenta solo l’1 per cento del Pil, molto meno di quanto utilizzato in altri Paesi europei, come Germania, Gran Bretagna, Spagna o Portogallo, dove si e’ arrivati anche al 10 per cento. Oggi il settore bancario italiano e’ piu’ robusto perche’ non vi e’ alcun rischio sistemico, afferma l’ad di UniCredit. L’economia italiana e’ in ripresa e tutte le riforme che Emmanuel Macron sta facendo ora in Francia sono state gia’ implementate in Italia, incluse quelle delle pensioni e del mercato del lavoro.
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