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Vestager tra i candidati alla presidenza Commissione Ue: ‘Un prelievo minimo per gli OTT. Ora è allo 0,05%’

‘Lady Antitrust’ è tra i sei candidati di punta alla presidenza della Commissione Ue. E ieri, nel corso del dibattito tv in onda su Eurovision, Margrethe Vestager, dei liberali europei (Alde), non ha perso occasione per mostrare ancora una volta il suo pungo duro contro gli Over the Top. Infatti, l’attuale commissaria Ue per la Concorrenza ha rilanciato la sua proposta di tassazione per i giganti dell’economia digitale: “Ci sono imprese – ha ricordato – che pagano imposte pari non al 5% ma allo 0,05 per cento del loro fatturato annuale… È necessario stabilire un livello minimo per le tasse societarie in Europa, altrimenti ci sarà una competizione al ribasso”. E poi, menzionando i Paesi Ue che hanno ancora caratteristiche da ‘paradisi fiscali’ (Lussemburgo, Belgio, Olanda, Malta, Cipro) ha concluso con una felice battuta: “Per me, un paradiso fiscale è un luogo dove tutti pagano le tasse”.

Vestager è apparsa all’inizio del confronto televisivo meno convincente di come è in genere nelle vesti di “lady di ferro” alla Concorrenza. Una “lady di ferro” non con i tacchi a spillo, ma con le scarpe da ginnastica: così ha partecipato al dibattito Tv.

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Poi, però, ha acquisito più spigliatezza ed efficacia, in particolare, quando ha parlato appunto di uno dei suoi temi preferiti: regolare lo strapotere e l’oligopolio degli OTT. Come ha fatto durante il suo mandato da commissaria alla Concorrenza Ue: infatti, ha messo la firma sulle maxi-multe che l’Antitrust Ue ha inflitto ai colossi della Silicon Valley, da Google a Facebook ad Amazon, facendo infuriare Donald Trump che l’ha ribattezzata ‘tax lady’. Danese, liberale di sinistra, 51 enne, già ministro dell’Istruzione, dell’Economia e dell’Interno del suo Paese, Vestager potrebbe essere il nome forte di una Commissione rinnovata e al femminile, se il blocco liberale, in accordo con Popolari e Socialisti, dovesse esprimere la presidenza. Il nuovo obiettivo di Vestager? Non smantellare gli OTT. “Fare a pezzi i giganti del web deve essere l’ultima spiaggia, meglio adottare”, ha proposto, “un approccio regolatorio al problema dei flussi di dati degli utenti”.

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