È online da qualche giorno la versione beta della nuova piattaforma web www.verybello.it, ideata e realizzata dal Ministero dei Beni e delle attività Culturali ed il Turismo (Mibact), in collaborazione con Expo 2015, e che secondo le intenzioni del ministro Dario Franceschini ha il compito di rilanciare l’immagine del Paese in concomitanza con l’Esposizione Universale di Milano, a partire da ciò che di più bello abbiamo: i beni culturali e paesaggistici.
Uno strumento digitale ed interattivo, nelle intenzioni degli sviluppatori, con finalità di marketing territoriale per offrire al visitatore una panoramica visuale d’impatto su quanto accade in Italia, da Nord a Sud, con un’agenda già ricca di oltre 1300 eventi culturali geolocalizzati di grande richiamo (attualmente un semplice clone mal riuscito di Italia.it).
Il progetto, come spiegato nel comunicato del ministero che ne ha accompagnato lo sbarco online, oltre a promuovere la manifestazione Expo, ha anche l’obiettivo di guardare avanti, dopo il 31 ottobre 2015 (ultimo giorno dell’Esposizione), per sviluppare e favorire la nascita e la crescita di una rete aperta a livello di Regioni e Comuni per fare di VeryBello una vetrina sempre rinnovata e aggiornata di quanto i nostri territori possono offrire al turista italiano e straniero.
Ricco di materiale multimediale, soprattutto fotografico, il sito di VeryBello mette a disposizione dell’utente una scheda generica dell’evento che si vuole promuovere, con la tradizionale mappa di Google per trovare ubicazione e percorsi d’arrivo. Per ogni contenuto c’è li link al sito ufficiale generale che ospita la singola iniziativa (ma non alla pagina specifica) e la possibilità di condividere il tutto su Facebook e Twitter (anche se al momento non sembrano funzionare sempre e bene).
Tutti i contenuti sono disposti nella sezione centrale della home page, in verticale, dall’alto verso il basso (come un qualsiasi blog), evidenziati da un titolo colorato, dalla data, il luogo e l’immagine di copertina. Per filtrare gli eventi per ‘Categoria’ c’è l’apposita voce sotto la grande immagine di testa del sito, con la possibilità di cercare per mostre, musica, jazz, danza, feste tradizionali, festival, cinema, itinerari turistici e molto altro.
Subito dopo, sulla stessa toolbar, c’è anche la possibilità di scegliere il ‘Periodo’ (tutte le date, oggi, domani, nel weekend, nei prossimi sette giorni) e di effettuare una ricerca interna al sito per luoghi geografici (se ad esempio si inserisce ‘Roma’ si hanno tutti gli appuntamenti in agenda nella Capitale per i prossimi mesi).
Come detto, il sito si sviluppa in verticale, ma per la quantità di documenti caricati e la mancanza di un comando specifico (top down) non è facile visionarne il footer (il piè di pagina), dove generalmente trovano posto le informazioni generali (qui assenti), gli obiettivi (idem), le istruzioni generali di utilizzo e relative allo sviluppo della piattaforma (idem), le info di contatto, la privacy policy (che qui manca), la mappa del sito (che non c’è).
Nel complesso mancano un numero elevato di elementi chiave per una soddisfacente navigazione di Verybello.it, comprese le pagine ufficiali sui social network più popolari, mentre al momento c’è solo la lingua italiana per la consultazione del materiale pubblicato (assicurano dal ministero che presto sarà consultabile anche in inglese, russa, cinese, spagnola, portoghese, tedesca e francese).
Ne consegue una user experience fortemente limitata e uno scarso livello di accessibilità ai contenuti. Prova ne è la grave assenza di un’applicazione mobile per leggere i contenuti del sito anche da smartphone/tablet/pc portatile (il turista necessita di consultare pagine e contenuti in mobilità) e il link alla pagina specifica dell’evento (solo il sito generico non basta, in tal modo molti non troveranno mail il contenuto di interesse). Il sito, infine, non è ottimizzato per tutti i browser (ma solo quelli di ultima generazione, cioè aggiornati alle ultime versioni) e questo è un ulteriore elemento di discriminazione digitale (in attesa di capire se il sito è governativo o meno, manca il .gov).
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