VERO O FALSO? Tra pandemia e guerra in Ucraina, siamo bersagliati costantemente da argomenti che investono la nostra vita in modo divisivo. Mai come in questi casi occorrerebbero pareri multipli da fonti autorevoli, invece siamo bersagliati da Fake news di ogni tipo, mentre influencer veri si alternano con “pifferai magici”, in una costante rincorsa tra Vero e Falso. La rubrica è curata da Glauco e Dora Benigni. Per consultare tutti gli articoli clicca qui. Per seguire il canale Telegram “Vero o Falso?” https://t.me/verofalso.
“La Nuova Zelanda tasserà per la prima volta al mondo i rutti di mucche e pecore”, titola il Telegraph
Il piano per ridurre le emissioni di metano, scrive il Telegraph, potrebbe essere difficile da digerire, perché i costi potrebbero portare ad un aumento dei prezzi della carne.
“Il piano include incentivi per gli agricoltori che riducono le emissioni attraverso additivi per mangimi… I proventi delle tasse saranno investiti in servizi di ricerca, sviluppo e consulenza per gli agricoltori”.
Déjà-vu!
Nel 2004, il governo neozelandese introdusse una tassa sui rutti: “La tassa prevede il pagamento di 60 centesimi di euro l’anno per ogni bovino posseduto ed 8 per pecora. Gli introiti […] serviranno a finanziare la ricerca necessaria perché la Nuova Zelanda possa conseguire gli obiettivi del protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni di gas-serra”. (9 settembre 2004 – Corriere).
Fonte: https://www.telegraph.co.uk/world-news/2022/06/08/cow-sheep-burps-taxed-new-zealand-world-first/
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Il presidente di Facebook Science Feedback si nasconde a Parigi, terrorizzato dall’idea di comparire in tribunale
Emmanuel Vincent è un uomo braccato. Il 24 giugno, un funzionario del Ministero degli Interni francese, in base ai termini della Convenzione dell’Aia, lo ha convocato in una stazione di polizia e gli ha notificato un mandato di comparizione in tribunale per aver pubblicato dichiarazioni false e fuorvianti in qualità di presidente di Science Feedback, un servizio di fact checking di Facebook.
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Gli Stati Uniti devono affrontare la carenza di elementi chimici critici per l’industria militare
Gli Stati Uniti dipendono quasi interamente dalla Cina e dalla Russia per le importazioni di antimonio, un componente fondamentale nella produzione di munizioni. Lo riporta l’agenzia Defence News.
L’antimonio svolge un ruolo importante nella catena di approvvigionamento dell’industria della difesa, poiché è essenziale per la produzione di proiettili perforanti, esplosivi, armi nucleari e altre attrezzature militari.
La forte dipendenza degli Stati Uniti dalle forniture di Cina e Russia è diventata oggetto di discussione al Congresso. A questo proposito, sono necessari sforzi per rafforzare le riserve strategiche di minerali di terre rare, tra cui antimonio, titanio, tungsteno, cobalto e litio.
L’House of Armed Services Committee della Camera l’8 giugno ha pubblicato un un disegno di legge in cui richiede informazioni sulle scorte di antimonio e una previsione di potenziali interruzioni dell’approvvigionamento.
La bozza propone inoltre che il Dipartimento della Difesa sia tenuto ad avviare una politica di smaltimento delle batterie per restituire “metalli preziosi, minerali di terre rare e altre sostanze di importanza strategica” alle riserve.