Più o meno un anno fa nasceva la 5G Automotive Association su iniziativa di diversi costruttori e alcune tech company (tra cui Intel, Huawei, Ericsson, Nokia, Qualcomm e i tre gruppi tedeschi Audi, BMW e Daimler).
L’obiettivo era ed è l’utilizzo di questo nuovo standard di connessione per alimentare lo sviluppo delle auto connesse in rete e a guida automatica. Per far dialogare le auto tra loro (vehicle-to-vehicle) e con l’infrastruttura che supporterà gli spostamenti urbani ed extraurbani (vehicle-to-everything) particolare attenzione è posta alle piattaforme per l’Internet of Things, tecnologia che necessità di connessioni stabili e veloci, come promette il 5G.
È partito proprio in questi giorni in Europa il progetto pilota “Autocits”, che ha lo scopo di testare la guida autonoma nelle aree metropolitane di Madrid, Lisbona e Parigi, le tre città più grandi del cosiddetto “Corridoio Atlantico”, formato dalle strade considerate prioritarie per lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto europee.
L’obiettivo del progetto, che è coordinato da Indra, è quello di contribuire all’adeguamento delle normative, dei centri di controllo del traffico e delle infrastrutture alla guida autonoma, con l’obiettivo di migliorare l’interoperabilità dei veicoli autonomi, migliorare la corretta circolazione su tutti i tipi di strade dei paesi europei e assicurare la coesistenza sicura con il resto dei veicoli.
A questo fine saranno sviluppati servizi di trasporto intelligenti basati su sistemi di cooperazione (C-ITS) che consentono la comunicazione e lo scambio sicuro di dati tra veicoli, utenti e infrastrutture, utilizzando lo standard europeo di comunicazioni ITS-G5.
Per il pilota di Madrid sono stati sviluppati tre servizi C-ITS che estendono la “visione” del veicolo autonomo e faciliterà la presa decisionale attraverso avvisi come, ad esempio, notifiche su lavori stradali, situazioni di traffico intenso e condizioni meteorologiche avverse.
Nello scenario del pilota (il HOV lane dell’autostrada A-6 di Madrid, che collega il raccordo M30 di Madrid) si stanno installando le prime unità stradali RSU (Road Side Units), con varie tecnologie di comunicazioni ITS-G5 e comunicazioni mobile. Queste attrezzature invieranno informazioni ai veicoli autonomi e connessi quando saranno in circolazione presso la corsia reversibile ad alta occupazione dell’A-6.
Oltre a Indra, partecipano ad “Autocits”: la Direzione Generale di Traffico spagnola (DGT), l’Università Politecnica di Madrid (UPM), L’“Autoridad Nacional de Segurança Rodoviária” (ANSR), l’Università di Coimbra (IC), l’Istituto Pedro Nunes (IPN) e gli “Inventeurs du Monde Numérique” (INRIA).
Il progetto ha un budget di 2,6 milioni di euro e finanziamento del programma europeo CEF (Connecting Europe Facility).