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Veicoli a guida autonoma, una Maserati a Napoli. Ma quanto peseranno i dazi di Trump su questo settore?

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Primo test auto a guida autonoma “a traffico aperto” su Tangenziale di Napoli, condotto dall’Osservatorio Smart Road del Mit per rendere la mobilità più efficiente e sicura. Ma i dazi americani potrebbero far aumentare i prezzi dei sensori e creare problemi si supply chain all’industria automotive.

Il test sulla tangenziale di Napoli

Una Maserati modello “Grancabrio Folgore”, ‘settata’ dal Politecnico di Milano, ha effettuato il primo test di guida autonoma sulla Tangenziale di Napoli, in un tratto a “traffico aperto” di 3 km, da Vomero a Fuorigrotta.  

La sperimentazione è stata coordinata dall’Osservatorio Smart Road del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), insieme alle Direzioni competenti, in collaborazione con Autostrade per l’Italia e la Polizia Stradale della Campania.

Un momento chiave per l’avvio in Italia di questa modalità di guida, appunto senza l’intervento del conducente, che apre a una nuova esperienza di mobilità per i passeggeri a bordo, che a seconda del livello di autonomia del veicolo, potranno svolgere diverse attività, dallo studio al lavoro, fino all’intrattenimento su schermo.

Un’opportunità per rilanciare la filiera automotive

Allo stesso tempo, Istituzioni, Università e mondo della ricerca ripongono grande attenzione alla guida autonoma per i suoi effetti positivi sulla sicurezza delle nostre strade, con un significativo potenziale di riduzione degli incidenti e quindi delle vittime.

Contemporaneamente, l’auto a guida autonoma potrebbe dare nuovo slancio ad un’industria dell’automobile e automotive al momento gravemente in affanno, coinvolgendo tutta la filiera industriale. A patto, però, che l’Unione europea sappia cogliere quest’opportunità (dopo aver perso anni fa il treno della mobilità elettrica), con investimenti, competenze e regole chiare.

L’effetto negativo sui sensori, elementi chiave per la guida autonoma

Come detto, un settore in affanno, che già non versava in condizioni di salute buonissime e che i dazi americani stanno ora mettendo in serio pericolo.

Secondo una nuova analisi proposta su Market.us Scoop, il comparto dei veicoli a guida autonoma potrebbe soffrire in maniera rilevante la politica tariffaria americana imposta sui sensori di velocità.
Parliamo di un mercato mondiale che potrebbe arrivare a valere 15 miliardi di euro entro il 2033, un terzo circa nelle mani degli Stati Uniti, che potrebbero guadagnare ulteriori quote proprio grazie alle nuove politiche tariffarie.

L’industria automotive rappresenta una quota notevole di questo mercato, circa il 56%, soprattutto per le funzionalità avanzate di guida autonoma e sicurezza.

Secondo l’analisi, i dazi potrebbero comportare un aumento del 3-5% dei costi di produzione.

Problemi di prezzi e approvvigionamento

Ciò potrebbe influire sulla struttura dei prezzi dei sensori di velocità nel settore automobilistico, con conseguente aumento dei costi dei veicoli e conseguente rallentamento dell’adozione di tecnologie di sensori avanzate”, si legge nel commento.

Inoltre, “le interruzioni della catena di approvvigionamento causate dai dazi potrebbero ritardare i tempi di produzione, in particolare per i sensori di velocità magnetici, che detengono una quota di mercato del 38%”.

Come spesso capita in questi casi, le aziende più grandi potrebbero avere la capacità finanziaria di assorbire questi costi o di spostare la produzione, mentre le aziende più piccole potrebbero incontrare maggiori difficoltà nel gestire l’aumento delle spese. 

L’Europa, il Giappone e tutte le regioni a maggiore capacità manifatturiera potrebbero dover apportare modifiche alla produzione, per attenuare gli effetti dei dazi, con incalcolabili effetti sul lungo termine.

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