La vicenda del “terribile” emendamento leghista (il numero 12.03), che prospetta una riforma (parziale) della “governance” del Centro Sperimentale di Cinematografia, ha assunto i tratti di una barzelletta (l’abbiamo affrontata ieri su queste colonne: vedi “Key4biz” di lunedì 24 luglio 2023, “Centro Sperimentale di Cinematografia ovvero dell’ipocrisia di una qual certa ‘sinistra culturale’”): gli studenti “occupano” la sede della Scuola Nazionale di Cinema, centinaia di firme vengono raccolte contro questa destra fascistoide (l’aggettivo non viene mai esplicitato ma si legge tra le righe) per un appello alla “autonomia” culturale, contro le lottizzazioni partitocratiche e contro la repressione della libertà dell’arte… Contro le mani della destra, anzi gli artigli della destra, sulla Cultura.
Nella serata di ieri, esponenti di spicco del Partito Democratico, come l’ex Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, esultano: l’emendamento sarebbe stato “sospeso”. E si grida alla “vittoria!”. La mobilitazione popolare ha prevalso sulla destra oppressiva.
Questa mattina, la segretaria del Partito Democratico convoca una conferenza stampa: dal tono triste, quasi funereo, si comprende che qualcosa non è andato come voleva… In effetti, si registra il via libera delle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera all’emendamento riformulato che interviene sull’organizzazione del Centro Sperimentale di Cinematografia. Ed emerge un rinnovato appello del Partito Democratico: “il Governo ci ripensi, sono ancora in tempo”. Dice Schlein: “il Ministro Sangiuliano ha molta fame in questo momento. Appena può, ristruttura tutto sotto di sé”.
La vicenda è un po’ confusa, ma la sostanza è chiara: Partito Democratico e Movimento 5 Stelle insorgono contro una proposta normativa che innesca una riforma, una piccola riforma, nell’organizzazione e nella gestione del Centro Sperimentale.
Una delle conseguenze di questa riforma è che l’attuale Cda del Centro Sperimentale andrebbe a decadere, a metà mandato (è in carica dal marzo 2021 e dovrebbe restare in sella fino al 2025).
È un dramma? È una rivoluzione? È la restaurazione? È un colpo di mano? È un golpe? È fascismo?
Riteniamo che si tratti semplicemente di una grande esagerazione.
In altri termini: il classico bue che cerca di dare del cornuto all’asino.
Sotto i lunghi anni del “Governo” Franceschini (il più longevo Ministro della Cultura della Repubblica), le nomine erano sempre il risultato di procedure a pubblica evidenza, con valutazione comparativa delle candidature?! No.
Eppure, come se nulla fosse (come se il passato fosse una landa ideale…), la segretaria “dem” Elly Schlein dichiara scandalizzata: “assistiamo a un ulteriore tentativo di controllo sui luoghi di produzione di immagini e immaginari, che non vogliamo accettare”.
Ma, di grazia, di quale “controllo” si tratterebbe?! Un normale (nel bene e nel male) avvicendamento in cariche che sono sempre state il risultato di logiche partitocratiche. Quando è la sinistra a governare, va tutto bene?! Quando è la destra, va tutto male?!
Una sorta di schizofrenia da “spoil system”…
A sinistra: bene. A destra: scandalo.
Un approccio manicheo, oltre che ipocrita.
Tuonano anche i rappresentanti M5s in commissione Cultura: “non solo non hanno ritirato l’emendamento vergogna che mira a lottizzare il Centro, ma lo hanno ampliato aggiungendo un altro ministero al tavolo dello spoil system. Ovviamente non finisce qui”.
A Palazzo Chigi, al Collegio Romano, a Santa Croce in Gerusalemme già tremano…
In sostanza, nelle Commissioni Affari Costituzionali e Lavoro della Camera s’è registrato ieri sera il parere favorevole all’emendamento al Decreto Legge cosiddetto “Pa2” (detto anche “Giubileo”), a firma Igor Iezzi (prima firmataria), Simona Bordonali, Laura Ravetto, Alberto Stefani, Federico Mollicone, che interviene sull’organizzazione del Centro Sperimentale di Cinematografia. Un classico decreto di tipo “omnibus”: il che non è certamente né bello né buono, ma è da secoli prassi corrente, nel processo legislativo italico.
La proposta emendativa era stata in un primo momento accantonata, per poi ricevere il via libera dalle commissioni referenti nella sua versione riformulata.
“Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”: emendamento sospeso, ma non ritirato, e poi rimodulato, e quindi approvato…
Diverte osservare la critica che il M5s muove al Pd: “ieri non abbiamo partecipato al coro delle altre opposizioni che hanno gridato vittoria per il ritiro dell’emendamento da parte del centrodestra, semplicemente perché il ritiro non c’è mai stato”, dichiara oggi il Vice Presidente del Movimento 5 Stelle Riccardo Ricciardi.
Ricciardi non cita esplicitamente l’ex Presidente della Regione Lazio, ma il riferimento è evidente: questo il tweet euforico del Presidente della Fondazione Pd Nicola Zingaretti, “il Governo in commissione ha deciso di accantonare l’emendamento che lottizzava il Centro. Mobilitazione utilissima. Daje!”…
In effetti, il testo era stato sì accantonato, ma non ritirato: ed è stato ripresentato in novella stesura.
Si è passati dall’accantonamento alla riformulazione. E precisa Ricciardi: “il centrodestra ha compiuto la lottizzazione del Centro Sperimentale. Con la prima versione dell’emendamento provavano in 3 a lottizzare il Centro (ministero Cultura, Economia e Istruzione): due ministri Lega, uno Fdi). Oggi se n’è aggiunto un quarto, il Ministero dell’Università amministrato da Forza Italia. Tutti ora hanno un posto a tavola”.
In mattinata, si è tenuto a Piazza Montecitorio un sit-in degli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia, in mobilitazione da giorni contro l’emendamento.
Gli studenti hanno esposto nuovamente uno striscione con scritto “La cultura non si lottizza, il Csc non si Lega”.
Alle ore 12:53 di oggi martedì 25 luglio, s’ode la voce dell’ex Ministro, che da mesi sfugge alla dialettica in materia di politica culturale (con un “low profile” impressionante)… Dario Franceschini dichiara alle agenzie stampa: “leggo che la Lega per giustificare il vergognoso emendamento che fa decadere il cda del Centro Sperimentale Cinematografia, parla di lottizzazione fatta da me. Ecco i due cda che ho nominato io, rispettando e non modificando le norme vigenti. Tutti possono valutare se i nomi fossero o meno garanzia di autorevolezza e indipendenza: Cda 2017 – Felice Laudadio Presidente, Nicola Giuliano, poi Giancarlo Giannini, Aldo Grasso poi Roberto Andò, Carlo Verdone; Cda 2021 – Marta Donzelli Presidente, Cristiana Capotondi, Guendalina Ponti e Andrea Purgatori”.
Franceschini replica così al primo firmatario del controverso emendamento deputato della Lega Igor Iezzi, Capogruppo in Commissione Affari costituzionali che aveva sostenuto: “sorprendono le accuse di Pd e M5s. Nessuno di loro parlava di indipendenza e lottizzazione quando l’ex ministro Franceschini nominava gli attuali vertici o escludeva tutti coloro che non erano targati Pd. La sinistra faccia lo sforzo, per loro impossibile, di togliere i propri artigli dalla cultura. Il mondo andrà avanti anche domani”.
Non ci spiega però, il Ministro “dem”, con quali criteri li ha scelti i membri del Consiglio di Amministrazione ed i Presidenti…
Cda e Presidente, nomine politiche di tipo “intuitu personae”
E lo sappiamo comunque: “intuitu personae”.
E certamente si è comunque trattato di due presidenti ben collocati a sinistra (sia Felice Laudadio sia Marta Donzelli), per quanto non intellettuali “organici” (semmai oggi quest’aggettivo ha ancora senso).
Quella non era “lottizzazione” politica e discrezionalità estrema?!
Era esercizio di libertà, nevvero?!
Non prendiamoci in giro.
Perché quindi tutta questa… bufera, montata ad arte?!
Alcuni segnalano che, nell’arco di ventiquattro ore, si sono ritrovati all’interno di una chat protestataria circa 800 persone, tra cui anche Paolo Virzì, Marco Bellocchio e Daniele Luchetti… E, ancora, Luca Guadagnino, Matteo Garrone, Edoardo De Angelis, Alice Rohrwacher, Valeria Golino, Valerio Mastandrea…
Ci domandiamo, seriamente, se questi intellettuali, artisti, creativi hanno ben compreso che cosa sta accadendo realmente. E se hanno letto bene quel che hanno firmato. Siamo di fronte ad una (piccola) battaglia ideologica, basata su presupposti pregiudiziali.
Per aggredire – su un fronte oggettivamente minore ma che può beneficiare di una buona ricaduta mediatica – un Governo che cerca di governare, ovviamente esercitando il potere che gli è stato assegnato dagli elettori…
Federico Mollicone (Presidente Commissione Cultura della Camera) aggiunge la sua firma all’emendamento leghista. E viene approvato
A quanto è dato sapere, il Governo è intervenuto nella querelle ed in effetti ai 4 firmatari iniziali (Lega Salvini) si è aggiunta, nella riformulazione del testo, la firma di Federico Mollicone (Fratelli d’Italia)…
Il Presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone ha dichiarato: “bene l’approvazione dell’emendamento da parte delle Commissioni Lavoro e Affari Costituzionali sulla trasformazione del Centro Sperimentale di Cinematografia. Il Parlamento, che è sempre sovrano, ha ampliato l’organismo di amministrazione, colmando l’omissione fino ad oggi incomprensibile dell’Università e dell’Istruzione, ampliando anche le finalità del Centro fino all’interazione con i nuovi settori e le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale. Nessuna lottizzazione, ma vera valorizzazione del merito: ricordo che la precedente governance venne indicata dal ministro Franceschini. Dovremo revisionare i costi per gli studenti e vagliare i costi di gestione, garantendo un Centro Sperimentale che possa formare professionalità competitive per l’audiovisivo nazionale, incentivando anche nelle scuole l’interesse per il cinema”.
Nulla di sconvolgente.
Su fronte avverso, Valentina Grippo, deputata di Azione-Italia Viva e Vice Presidente della Commissione Cultura a Montecitorio, accusa il Governo di “arroganza vergognosa”, dichiarando: “l’arroganza di questa maggioranza sta in egual misura tanto nelle parole degli esponenti leghisti, infastiditi perché colti sul fatto, quanto nel comportamento in Commissione: incuranti delle proteste di tante studentesse e di tanti studenti, delle richieste dell’opposizione di un confronto nel merito, hanno forzato la mano e approvato l’emendamento vergogna”.
Quanto sdegno… quanta retorica…
Quanta ipocrisia, come scrivevamo ieri su queste colonne.
E ben sappiamo che gridare che “il principe è nudo” (che – come sanno i pochi ma affezionati lettori – è il titolo della rubrica che IsICult cura per Key4biz) ci pone a rischio di aspre critiche: saremo accusati di essere portatori d’acqua della destra retrograda e repressiva… saremo finanche accusati di fiancheggiare l’ondata di latente neo-fascismo… Eccetera.
Altri hanno cercato di alzare il tiro, finendo per “buttarla in caciara” (come s’usa dire a Roma): il deputato di Avs e Segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, questa mattina ha dichiarato, nel corso della conferenza stampa di presentazione della campagna di informazione dell’Alleanza Verdi Sinistra (Avs) “Salario Minimo Subito”, a Montecitorio: gli esponenti del governo “non sono pronti ad aiutare le persone” con il salario minimo, ma, “quando vogliono sono velocissimi, giusto stamattina hanno approvato un emendamento per commissariare il Centro Sperimentale di Cinematografia”.
Da segnalare che anche due delle associazioni degli autori, i 100Autori (Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva) e la Wgi (Writers Guild Italy) hanno richiesto il ritiro del terribile emendamento.
Con l’emendamento riformulato, si conferma la soppressione del ruolo di Direttore Generale, e la rimodulazione del Comitato Scientifico (che si occupa di designare i docenti del Centro), che diviene di emanazione diretta di alcuni dicasteri. Nella precedente bozza, veniva indicato che il numero di membri del Comitato Scientifico aumentava da 4 a 6: 3 espressi dal Ministero della Cultura (Mic), 2 dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim) ed 1 del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef)… Il cambio toglie una nomina al Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim), e viene assegnato al Ministero dell’Università (Mu). Ci sembra una decisione ragionevole: aumentando la composizione dell’organo si estende il pluralismo, mica lo si riduce.
Secondo i detrattori, questo rimescolamento di carte sarebbe però stato determinato dalla minaccia di “astensione” da parte di Forza Italia, che invece vedrebbe così “assegnarsi” un posto per un Ministero che è in sua “quota” (il Mu, appunto)… Alchimie della partitocrazia. Non nuove.
In relazione alle proteste degli studenti, ci limitiamo ad osservare come l’azione del “Comitato Studentesco” del Csc ci riporti indietro nel tempo, alle assemblee studentesche che spesso salivano su barricate immaginarie: si consiglia la visione del servizio audiovideo che ha pubblicato il quotidiano “il Foglio” venerdì scorso (21 luglio), a firma di Giorgio Caruso, intitolato “Viaggio tra gli studenti del Centro sperimentale di cinematografia in protesta contro il governo”. Basta ascoltare le tesi della giovane Sarah Narducci (in rappresentanza del “Comitato Studentesco”) ed un qualche stralcio di intervista ad altri studenti, per comprendere che gli stessi allievi hanno limitata cognizione dell’habitat nel quale vivono.
S’è semplicemente costruita una polemica ad arte, a priori: contro la destra retrograda e reazionaria.
E si segnala oggi il bell’articolo pubblicato sempre da “il Foglio”, dal titolo efficace (si pone quasi a mo’ di “lettera aperta” agli studenti, a firma “G. D.” ovvero Guido De Franceschi): “Fascisti e baracconi. Il Centro Sperimentale a rischio di fascismo? Sorrisi, sofferenze e ridicolaggini”… Si legge, tra l’altro: “l’indipendenza per cui lottano gli studenti non c’è mai stata e mai ci sarà. Piuttosto andrebbe ripensato il senso di certe istituzioni nel mondo dinamico di oggi (…). Suvvia. Sin dalla sua benemerita fondazione fascista, le nomine del Centro Sperimentale sono sempre state espressione della politica. Quest’improvviso richiamo all’‘indipendenza’ lascia un po’ perplessi. Il Csc è indipendente come la Rai. La Fondazione che lo presiede è indipendente come il Cda di Viale Mazzini. Se, per esempio, cari ragazzi, andate sul sito del Centro Sperimentale dove voi studiate, sotto ogni nome del CdA vedrete che c’è scritto, giustamente, “incarico di stampo politico”. Vale anche per il comitato scientifico. Più chiaro di così” (…). Condividiamo le perplessità e l’esigenza di ridimensionare tutta la polemica scatenata con intenti evidentemente partigiani, in nome di una “autonomia dell’arte” che, in questo contesto, non può che provocare un sorriso. E conclude: “siamo sicuri che con questo nome dannunziano sia davvero ‘sul pezzo’, come dicono i giovani? (Veltroni aveva provato a cambiarlo in Scuola Nazionale di Cinema, poi si è tornati alle radici mussoliniane). Il cinema, la tv, i media cambiano a una velocità sconcertante e travolgono tutto ciò che è vecchio. Solo le istituzioni dinamiche riescono a stare al passo. È dinamica un’istituzione statale sballottata sempre dalla politica di qua o di là? Non servirebbe forse un Centro Sperimentale che prima che nominato da destra o da sinistra avesse un po’ meno burocrazia, un po’ meno Stato dentro?”.
Csc: 22 milioni di ricavi nel 2022. E 37 altri milioni dovrebbero arrivare dal Pnnr: 6,5 milioni per il “Cinema Fiamma” e 7,5 milioni di euro per una “piattaforma di e-learning”???
E siamo sicuri – come ci siamo già domandati anche ieri su queste colonne – che il Centro Sperimentale di Cinematografia sia proprio organizzato al meglio, per rispondere alla domanda di professionalità del sistema audiovisivo attuale?!
Esiste uno studio che confermi che la sua offerta formativa corrisponde al meglio alla domanda del settore?! No.
Esiste una qualche interazione e sinergia con la Rai e con le emittenti televisive commerciali? Non risulta.
E quella “sperimentazione” che evoca la sua stessa denominazione… in cosa si è sostanziata negli ultimi anni?! Quali sono le opere “sperimentali” realizzate?! Non è dato sapere. Lo stesso sito web del Csc non mette in bella evidenza i cortometraggi realizzati dagli allievi nel corso degli anni: perchè?!
E ri-denunciamo che un ente pubblico di questo livello non ha ritenuto di dotarsi di un “bilancio sociale”.
Con buona pace di trasparenza, efficienza, efficacia.
E qui ci piace segnalare che stiamo trattando di una “macchina culturale” che, secondo il bilancio per l’esercizio 2022, ha registrato ben 22 milioni di euro di entrate, quasi tutti a carico delle finanze dello Stato.
Impiega 126 persone, di cui 5 dirigenti.
Un ente che – ricordiamo – dovrebbe ricevere dal “Pnnr” ben 37,2 milioni di euro.
Ricordiamo che a fine dicembre 2002 la Corte dei Conti aveva accusato il Csc di essere stato assai generico nella “progettazione” della utilizzazione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La Corte denunciava a chiare lettere la mancanza di “progetti specifici e relativi quadri economico-finanziari” (vedi anche “Key4biz” del 18 gennaio 2023, “Il “dossier Cinecittà”, 32 milioni di euro per la formazione. Ma la Corte dei Conti chiede chiarezza”).
Nel bilancio approvato nel maggio 2023, si legge che ben 6,5 milioni di euro sono destinati all’acquisto ed alla ristrutturazione del Cinema Fiamma a via Bissolati, operazione sulla quale si registrano molte perplessità…
Alcuni osservatori ritengono che l’acquisto del Fiamma a 3 milioni di euro sia stata una operazione “fuori mercato”, ricordando anzitutto che a Roma ci sono oltre 80 sale cinematografiche chiuse da tempo (e si ricordi che il Fiamma fu chiuso da una delle società del gruppo Mediaset perché non produceva reddito adeguato). Un’indagine di mercato svolta con maggior attenzione e trasparenza avrebbe verosimilmente comportato la possibilità di una selezione più oculata e meno dispendiosa. Ai 3 milioni tre, si deve infatti aggiungere l’ulteriore somma di 3,5 milioni di euro per provvedere all’esecuzione dei lavori di messa a norma e ristrutturazione della struttura. In proposito, si ricorda che solo qualche mese prima della cessazione del mandato del Presidente Felice Laudadio, il Csc avrebbe inspiegabilmente rinunciato – dopo averlo sottoscritto – ad un accordo particolarmente conveniente con la Biblioteca Nazionale, in base al quale la Cineteca di Stato avrebbe fruito della stabile utilizzazione di una sala cinema da oltre 300 posti, completamente ristrutturata e dotata di apparecchiature di ultima generazione, felicemente ubicata nelle immediate vicinanze dell’Università “La Sapienza”, della Stazione Termini e con un ampio parcheggio a ridosso della metropolitana: tutto ciò a fronte di una spesa complessiva di circa 300mila euro in fase di avvio e con un contributo annuo alle spese di manutenzione di circa 15mila euro… Qualcosa non quadra.
Ma ancora più impressionante sono i 7,5 milioni di euro (!!!) destinati – attingendo alla manna dei fondi del Pnrr – alla realizzazione della “piattaforma e-learning”.
Che così viene descritta: “un portale dedicato alla diffusione della cultura cinematografica, alla promozione del cinema italiano nel mondo, alla creazione di percorsi e moduli formativi di alto profilo destinati agli studenti di cinema delle migliori scuole italiane e internazionali, di percorsi di educazione all’immagine destinati agli studenti delle scuole superiori”.
Qui ci fermiamo, ma rimarchiamo: 7,5 milioni di euro?! Sarà sicuramente una piattaforma eccezionale, potentissima!
Se la Commissione Europea e la Corte dei Conti nulla obiettano, non resta che vedere i risultati di questa ambiziosa intrapresa…
Da segnalare anche che, curiosamente, sulla vicenda (da quando la polemica è scoppiata, mercoledì 19 luglio), non risulta alcuna pubblica presa di posizione né da parte del Ministro Gennaro Sangiuliano (Fdi), né da parte della Sottosegretaria delegata al cinema e all’audiovisivo Lucia Borgonzoni (Lega).
Alla prossima puntata…
(Nella foto, durante la conferenza stampa del Pd sul Csc, la Segretaria del Pd Elly Schlein al centro, a sinistra la Vice Presidente vicaria del Gruppo Pd alla Camera Simona Bonafè, a destra Arturo Scotto, Capogruppo in Commissione Lavoro. Foto di Luca Baldazzi.)
[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale”. ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.