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USA: un terzo dei lavoratori preferirebbe esser pagato in criptovalute e NFT

Criptovalute

I lavoratori americani si confrontano con le criptovalute

Poco più di un mese fa il Presidente degli Stati uniti, Joe Biden, ha firmato un provvedimento esecutivo per l’introduzione del dollaro digitale e allo stesso tempo per impostare una fase di studio sui rischi e i benefici delle criptovalute.

Tra le ipotesi sul tavolo della Casa Bianca e i suoi esperti: la possibilità reale di creare nuovo denaro virtuale, di sperimentare nuovi sistemi di pagamento e la circolazione di queste criptovalute nell’economia reale.

Oggi, secondo un’indagine pubblicata da SoFi at Work, più di un terzo dei lavoratori americani sarebbe disposto a ricevere uno stipendio in criptovalute, o anche una parte.

Tra questi, il 42% ha spiegato che accetterebbe volentieri di esser pagato, magari come extra mensile, anche tramite token non fungibili o NFT (Non-fungible token), cioè beni digitali non duplicabili, impossibili da copiare, unici e indivisibili e non interscambiabili (tutti scambiano criptovalute, ad esempio, considerate “fungibili”, come le valute tradizionali, ma nessuno scambia opere d’arte tra loro).

Stress finanziario: c’è chi cerca il secondo lavoro e chi si indebita

Molti dei 1.600 intervistati, di cui 800 responsabili delle risorse umane e 800 dipendenti di varie organizzazioni, ha dichiarato di dover ancora affrontare situazioni finanziarie causa di forte stress personale e famigliare (75%), un altro 51% ha provato un forte senso di malessere economico durante il 2021.

Per porre rimedio a questo momento di crisi economico-finanziaria delle famiglie americane, il 25% dei lavoratori ha cercato un secondo lavoro part-time, un altro 25% ha dovuto indebitarsi ancora di più facendo ricorso alla carta di credito, altri ancora hanno dovuto attingere al conto per la pensione (19%).

Criptovalute come arma in più in famiglia per affrontare la crisi economica?

Per questo i dipendenti vedono bene le criptovalute come parte dei loro stipendi o dei bonus/riconoscimenti sul lavoro svolto sotto forma di NFT. Sostanzialmente, vedono in questo modo una soluzione concreta per evitare di doversi ulteriormente indebitare o dove svolgere più di un lavoro per arrivare a fine mese.

Mediamente, i lavoratori americani hanno dovuto spendere 19 ore alla settimana in media per trovare soluzioni ai propri problemi economici (9 ore circa anche durante le proprie mansioni lavorative).

Oggi, nonostante i tanti scossoni economico-finanziari determinati prima dalla pandemia di Covid-19, poi dalla guerra in Ucraina, con in mezzo i rialzi dei prezzi energetici e delle altre materie prime, o anche i rallentamenti delle supply-chain globali e le ricadute sull’industria mondiale, il market cap complessivo delle criptovalute è superiore a 1,9 trilioni di dollari, in questi giorni di nuovo in fase di crescita (+4,5% su ieri) dopo il down di inizio mese (quando il market cap delle criptovalute raggiungeva i 2 trilioni di dollari di valore).

Ma è fattibile?

Il risultato di questo sondaggio non viene dal nulla e secondo molte persone negli Stati Uniti questa strada è assolutamente percorribile.

A novembre 2021 la sindaca di Tampa, in Florida, Jane Castor, ha dichiarato in un’intervista che sarebbe felice di esser remunerata in criptovalute, così come il sindaco di Miami, Francis Suarez, e quello di New York, Eric Adams.

Altri esempi si trovano nello sport, come due star del football americano, Odell Beckham dei Los Angeles Rams e Aaron Rodgers dei Green Bay Packers, che hanno chiesto di ricevere gli stipendi in criptovalute (il primo al 100%, il secondo al 50%).

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