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Usa-Cina, la guerra dei dazi di Trump pesa su Apple

L’aumento del 15% delle tariffe sulle importazioni negli Usa di prodotti dalla Cina peserà non poco su alcuni prodotti di Apple, in particolare sull’Apple Watch e sugli AirPods, ma non sugli iPhone almeno fino al prossimo dicembre.

L’incremento tariffario, voluto dall’amministrazione Trump e in vigore da domenica, rientra nel più ampio quadro della guerra sui dazi in corso da tempo fra le due maxipotenze globali. L’ultimo aumento del 5% sui prodotti made in China era andato in scena il 23 agosto scorso, dopo che Pechino aveva annunciato nuove tariffe su prodotti made in Usa del valore complessivo di 75 miliardi di dollari.

Oltre all’Apple Watch, AirPods, HomePod, e altri pezzi che compongono gli smartphone, secondo Bloomberg, saranno colpiti dagli aumenti tariffari anche i computer iMac, i componenti necessari per la riparazione e quelli per lo storage degli iPhone.

In generale, il prezzo degli iPhone non sarà colpito fino a dicembre quando Apple lancerà sul mercato tre nuovi modelli che saranno annunciati a breve.

La catena produttiva della Apple è per la grande maggioranza basata in Cina, basti pensare alla Foxconn, responsabile dell’assemblaggio degli iPhone, che si trova appunto nel paese asiatico. Non è ancora chiaro se Apple assorbirà gli aumenti tariffari o se li scaricherà sui consumatori finali, aumentando il prezzo finale dei suoi prodotti.

C’è da dire che wearables come Apple Watch e AirPods stanno diventando sempre più centrali nell’economia di Apple, avendo superato per ricavi quelli dell’iPad. E’ per questo che secondo alcuni analisti non è escluso il trasferimento della produzione di Apple dalla Cina al Vietnam o a qualche altro paese asiatico. Un’eventualità estrema, che peserebbe moltissimo in termini operativi sull’azienda Usa.

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