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USA-Canada-Messico contro la pirateria. Rivkin (Mpa): “Favorire il mercato digitale legale”

Dopo un anno circa di negoziazioni, Stati Uniti, Canada e Messico hanno firmato l’accordo USMCA, acronimo inglese per “United States-Mexico-Canada Agreement”. Un trattato commerciale che consente agli Stati Uniti di esportare in sicurezza i propri prodotti in Canda e Messico totalmente esenti da tariffe.

L’accordo

Un trattato che l’amministrazione americana ha fortemente voluto per tutelare più di 120 mila aziende statunitensi che lavorano con i due Paesi confinanti, per un totale di 12 milioni di posti di lavoro diretti ed indiretti tra agricoltura, manifatturiero, servizi e nuove tecnologie.

Obiettivo dell’accordo, oltre gli asset industriali tradizionali, è certamente la promozione, il rafforzamento e la protezione dell’economia digitale tra i tre Paesi. Tra cui c’è il settore audiovisivo, del cinema e la televisione, che con internet hanno trovato una nuova dimensione, con piattaforme per streaming e download legali, servizi online personalizzati/on demand e contenuti 4K.

Ad oggi, l’export internazionale delle industrie audiovisive americane vale 17,2 miliardi di dollari l’anno.

La pirateria

Siamo soddisfatti del lavoro portato a termine dal Presidente Donald Trump, dalla Speaker della Camera Nancy Pelosi e dai rappresentanti istituzionali di Canada e Messico”, ha dichiarato in una nota ufficiale Charles Rivkin, Presidente e CEO della Motion picture association (Mpa).

Questo importante accordo commerciale bipartisan garantisce un futuro luminoso per la nostra industria culturale e creativa. Contribuirà a facilitare la crescita del mercato digitale legale dei contenuti creativi, affrontando al contempo la minaccia multimiliardaria della pirateria online”, ha precisato Rivkin.

Non vediamo l’ora di lavorare con l’Amministrazione e il Congresso su futuri accordi commerciali basati sull’USMCA e migliorare ulteriormente le tutele per i creatori di contenuti nell’ecosistema digitale in costante evoluzione“, ha aggiunto il CEO dell’Mpa.

I danni causati dalla pirateria mondiale all’industria audiovisiva americana sono stimati tra un minimo di 29 miliardi e un massimo di 71 miliardi di dollari annui, secondo dati della Camera di commercio degli Stati Uniti. Il che significa un taglio netto al fatturato tra l’11 ed il 24% l’anno e una perdita di posti di lavoro che varia tra 230 mila e 560 mila unità.

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