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Usa 2020, taglia fino a 10 milioni di dollari sugli hacker che influenzano le elezioni

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Il Dipartimento di Stato americano ha messo una taglia fino a 10 milioni di dollari per chi fornirà informazioni utili a identificare hacker che lavorano con governi stranieri per influenzare la campagna elettorale.

Taglia fino a 10 milioni di dollari per chi fornirà informazioni utili a identificare hacker che lavorano con governi stranieri che vogliono influenzare la campagna elettorale del 2020.

Criminal hacker: fino a 10 milioni di dollari di taglia

A offrire la ricompensa è il Dipartimento di Stato americano, a meno di 100 giorni dalle presidenziali del 2020, per provare a scongiurare le interferenze subite nelle elezioni del 2016, anche da parte di una fabbrica di troll russa.

L’offerta di ricompensa, si legge sul sito del governo, è volta a ottenere “informazioni per l’identificazione o l’ubicazione di qualsiasi persona che, mentre agisce sotto la direzione o sotto il controllo di un governo straniero, interferisce con elezioni federali, statali o locali degli Stati Uniti aiutando o favorendo una violazione della sezione 1030 del titolo 18”, cioè la legge sulle frodi e gli abusi informatici.

Le elezioni del 2016

Durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali americane del 2016 alcuni hacker si infiltrano nei computer del Comitato democratico e diffusero migliaia di email riservate che testimoniano le intenzioni del partito di boicottare il candidato Bernie Sanders per favorire Hillary Clinton.

La presidente del Democratic National Committee, Debbie Wasserman Schultz, è costretta a dimettersi. È a questo punto che l’Fbi rivela l’esistenza di un’indagine top secret su possibili interferenze di Mosca nelle elezioni.

Secondo l’intelligence Usa, dietro agli attacchi hacker ci sarebbe il governo russo che cercherebbe così di influenzare il voto, screditando i democratici per favorire il repubblicano Donald Trump, considerato più vicino alla Russia. Sul caso indaga anche il Congresso. A fine anno, quando Trump è ormai presidente, Barack Obama parla di prove che portano direttamente a Vladimir Putin.

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