La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen è stata confermata nel ruolo per altri cinque anni a larga maggioranza, 401 voti a favore contro 284 contrari e 15 astensioni. Un sostegno molto più deciso rispetto all’ultima volta, che evidenzia una scelta di continuità in un contesto alquanto turbolento caratterizzato dal perdurante conflitto fra Russia e Ucraina e le imminenti elezioni americane con Trump in netto vantaggio.
Ma questa continuità cosa significa per la politica digitale della Ue al 2029?
Von der Leyen ha già realizzato importanti riforme in ambito digitale. Il suo primo mandato ha visto l’UE approvare il Digital Markets Act (DMA) e il Digital Services Act (DSA), due regolamenti fondamentali che mirano allo sfruttamento dei modelli di business delle Big Tech e che potrebbero imporre un importante reset nelle operazioni delle piattaforme.
L’UE ha inoltre approvato misure legislative volte a consentire un maggiore accesso ai dati per le imprese, i ricercatori, il settore pubblico e i consumatori. E la politica tecnologica è stata al centro dell’attenzione con la sua decisione di dare priorità a una regolamentazione basata sul rischio per l’intelligenza artificiale in un momento in cui molti altri paesi pensavano che fosse troppo presto per intervenire. Ora, con l’intelligenza artificiale generativa che accentua le preoccupazioni sui rischi dei deepfake e di altri danni potenziali causati dall’intelligenza artificiale, la sua decisione di assicurarsi che l’UE disponga di un regolamento in vigore sembra, al contrario, piuttosto preveggente.
Il secondo mandato di Von der Leyen sembra destinato a concentrarsi sull’approfondimento dell’impatto di questo primo ciclo di politiche digitali – con un chiaro impegno a “rafforzare e intensificare” l’applicazione del DMA e del DSA, secondo le linee guida politiche da lei pubblicate per accompagnare la sua candidatura per un secondo termine.
Applicare le norme digitali dell’UE
Sembra che l’applicazione delle norme sia destinata a intensificarsi, in particolare nel settore del commercio elettronico. Le piattaforme designate soggette alla supervisione della Commissione in questo caso includono AliExpress, Amazon, Booking, Google Shopping, Meta Marketplace, Shein, Temu e Zalando.
Potrebbero essere all’orizzonte anche nuove politiche tecnologiche con un possibile (ulteriore) inasprimento delle regole sull’uso dei social media da parte di bambini e giovani (age verification). Von der Leyen si è impegnata a condurre un’indagine a livello europeo sull’“impatto più ampio dei social media sul benessere” durante il secondo mandato.
Giro di vite sui dark pattern
Potrebbe anche esserci un giro di vite più netto sul design dei dark pattern, vale a dire l’occultamento visivo di informazioni importanti o il loro ordinamento in modo da promuovere un’opzione specifica (per es. un pulsante molto visibile, un altro nascosto; un percorso molto lungo, un altro più breve). “Affronteremo le tecniche non etiche utilizzate dalle piattaforme online intervenendo sulla progettazione di servizi online che creano dipendenza, come lo scrolling infinito, la riproduzione automatica predefinita o il push costante”, scrive. “Combatteremo fermamente anche la crescente tendenza al comportamento abusivo online con un piano d’azione contro il cyberbullismo”.
Sebbene siano possibili ulteriori misure legislative, entrambi questi ambiti potrebbero essere affrontati dalla Commissione rafforzando l’applicazione dei DSA.
Guerra alle fake news
Un altro obiettivo dichiarato per il secondo mandato di von der Leyen è quello di “proteggere la nostra democrazia”, come dice lei, il che significa affrontare la sfida continua posta dalla disinformazione online.
Anche in questo caso ciò potrebbe tradursi in un’intensificazione dell’applicazione del DSA, che richiede piattaforme più ampie per identificare e mitigare i rischi sistemici in questo settore. L’UE ha già forti poteri per perseguire i giganti della tecnologia che non si adeguano.
Il suo manifesto si impegna inoltre ad affrontare “i deepfake sempre più realistici che hanno avuto un impatto sulle elezioni in tutta Europa” con il presidente dell’UE che afferma che la Commissione garantirà che i requisiti di trasparenza nella nuova legge UE sull’intelligenza artificiale siano implementati. Dice anche che il blocco “rafforzerà” il suo approccio ai contenuti prodotti dall’intelligenza artificiale che rischiano di fuorviare le persone. Resta da vedere esattamente come.
Promuovere la competitività dell’Europa
Promuovere la competitività dell’Europa è un obiettivo particolare per il secondo mandato, anche attraverso una maggiore attenzione al sostegno delle innovazioni IA interne.
Ne abbiamo già visto un assaggio, con i piani della Commissione per riconfigurare la rete di supercomputer del blocco per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. Ma sono previste ulteriori misure di sostegno, anche per le startup e la ricerca sull’intelligenza artificiale, quest’ultima attraverso un nuovo Consiglio europeo per la ricerca sull’intelligenza artificiale.
Il suo manifesto ripete anche un messaggio di urgenza sulla necessità di sbloccare un maggiore accesso ai dati per promuovere la competitività ed espandere l’uso dei servizi digitali.
Strategia europea dell’unione dei dati
Qui ribadisce il ruolo dell’accesso ai dati nel guidare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e di altre “tecnologie di frontiera”, come dice lei, chiedendo una “rivoluzione dei dati” e impegnandosi in una “strategia europea dell’unione dei dati” per semplificare l’accesso ai dati per le imprese e altri attraverso un “quadro giuridico chiaro e coerente” per la condivisione dei dati. Anche se il suo manifesto si impegna a mantenere gli standard “alti” di privacy e sicurezza esistenti nell’UE. Quindi è necessario un chiaro equilibrio qui.
Altrove nel suo manifesto, c’è una spinta per un nuovo approccio alla politica di concorrenza per promuovere innovazione e competitività, anche in materia di M&A, che sembra inteso a favorire le startup rispetto ai giganti dominanti, con von der Leyen che scrive che la Ue dovrebbe essere “più favorevole alle aziende che si espandono nei mercati globali”.
Si discute anche di un migliore sostegno alle aziende che potrebbero essere l’obiettivo di acquisizioni killer. E vuole vedere ulteriori progressi nell’appianare il concetto di mercato unico dell’UE, sempre con l’obiettivo di aiutare le startup locali a crescere.
Più attenzione alle startup
La Commissione del secondo mandato guidata da von der Leyen sembra inoltre destinata a impegnarsi per ridurre la burocrazia nel tentativo di promuovere la crescita delle imprese, rispondendo alla classica critica secondo cui l’amore dell’UE per la regolamentazione è un ostacolo all’innovazione interna.
Ad esempio, il suo manifesto si impegna a proporre un “nuovo status giuridico a livello europeo per aiutare le aziende innovative a crescere”.
Chi ne trarrà beneficio e come esattamente resta da vedere, ma suggerisce una qualche forma di idea generale di sandbox normativo pan-UE per aiutare le startup, oltre ai sandbox specifici per l’intelligenza artificiale che l’AI Act sta già introducendo.
Anche le startup biotecnologiche potrebbero ricevere una spinta, poiché la prossima Commissione proporrà un nuovo European Biotech Act nel 2025 per rendere più semplice per i ricercatori e le startup commercializzare sviluppi di laboratori.