Non più il ministero delle crisi aziendali, come è stato sempre caratterizzato il MiSe, ma il “difensore civico delle imprese, che le accompagna nello sviluppo e negli investimenti, anche esteri, per costruire l’autonomia strategica europea nelle principali filiere produttive”. Adolfo Urso ha spiegato così al Corriere della Sera la missione del nuovo ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Raggiungere la sovranità strategica europea in quali settori?
“Penso”, ha spiegato il ministro, “al digitale, ai chip e ai semiconduttori, alle batterie elettriche ma anche ai microprocessori, ai nuovi materiali, alla sfida spaziale, alla riconversione del settore siderurgico”.
A proposito di chip, dal PNRR giungono 292,5 milioni di euro alla STMicroelectronics per la costruzione di uno stabilimento all’interno della catena di valore dei semiconduttori a Catania, in Sicilia. Il progetto, che dovrebbe essere ultimato nel 2026, darà vita alla prima linea di produzione integrata di wafer epitassiali di carburo di silicio su scala industriale in Europa
Più energia, con tutte le tecnologie disponibili
Nel campo dell’energia accanto all’impellenza di garantire l’approvvigionamento, “occorre aumentare la produzione energetica nazionale, con tutte le tecnologie disponibili, a cominciare dalle rinnovabili, senza alcuna preclusione o tabù”, ha spiegato Urso.
Difendere il Made in Italy anche delle nostre tecnologie
Il Ministero è chiamato anche del Made in Italy perché “abbiamo un’eccellenza da proteggere e sviluppare. Nel campo manifatturiero, nel settore turistico e in quello agroalimentare siamo secondi in Europa. Dobbiamo difenderci da una dinamica di esproprio della nostra tecnologia, che è in atto, e che è stato arginato dal governo Draghi con il ricorso in più occasioni alle norme del Golden power“.