Entro il 2050 oltre il 60% della popolazione mondiale risiederà in città. Saranno decine le megalopoli in tutto il mondo (città con oltre 10 milioni di abitanti) e tutte assieme consumeranno il 75% delle risorse energetiche e naturali del pianeta, generando l’80% delle emissioni di gas serra a livello globale.
È per tali motivi, ma non solo, che i nostri centri urbani devono accelerare la trasformazione verso le smart city, per affrontare le criticità che già oggi sono delineate attraverso l’efficienza energetica, il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili, l’ottimizzazione dei consumi, il taglio delle emissioni inquinanti di ogni tipo e l’uso di smart technologies.
Riuso, rigenerazione, riciclo e recupero di materiali di scarto, sono le parole d’ordine che dal prossimo anno in poi non dovranno mai mancare in un efficace programma di interventi a livello di amministrazioni pubbliche locali, a partire da rifiuti, edilizia pubblica e privata.
Ripensare la città, i suoi flussi interni, di uomini e merci, offrirà all’urbanista/architetto la possibilità di rendere l’area urbana più accessibile, aperta, inclusiva, pulita, a misura d’uomo.
Cinque driver per le smart city del 2015:
Sostenibilità
Promuovendo comportamenti virtuosi tra i cittadini ed utilizzando il giusto mix di tecnologie è possibile impostare una crescita sostenibile del nostro centro urbano. Molte smart city, soprattutto europee e nordamericane, stanno da tempo investendo in smart mobility: auto elettriche, trasporti pubblici locali (alimentati a combustibili a basso impatto ambientale e da motori elettrici), bicicletta, car pooling, aree pedonali. A cui si deve aggiungere la smart energy, con le smart grid e i contatori intelligenti per ottimizzare i consumi energetici, ridurre le emissioni di CO2 ed eliminare gli sprechi. Un esempio per il magazine Planetizen è la piattaforma Environmental Impact Calculator.
Connettività
Già dal prossimo anno, moltissime smart city in tutto il mondo vedranno aumentare notevolmente il livello di connettività complessivo. Grazie all’innovazione nel campo del design urbano, tale funzione sarà integrata negli oggetti, negli edifici (smart buildings), nelle case (smart home), negli uffici, nei mezzi di trasporto (biciclette comprese), facendo in modo che lavoro, studio, intrattenimento e comunicazione interpersonale siano sempre possibili in ogni momento e luogo.
Pianificazione
Ogni elemento in città dove essere pianificato e pianificabile. Non per irrigidire il paesaggio, ma per renderlo più armonico e funzionale alla migliore qualità della vita. Big data, open data, internet delle cose e app economy assicureranno una gestione delle attività quotidiane più semplice, economica e sostenibile. Anche l’innovazione sociale e le smart community potranno trarre vantaggio da tale tipo di attitudine: pianificare oggi i servizi di cui si ha bisogno (pubblici, privati, commerciali, turistici, culturali, per l’intrattenimento e il turista) nel momento in cui si immagina la città di domani. Due esempi, secondo il magazine Planetizen, sono National Equity Atlas e Metro Pulse.
Sharing Economy
Le piattaforme per la sharing economy applicate ai più diversi settori economici e sociali saranno sicuramente le tecnologie su cui maggiormente punteranno gli amministratori cittadini a partire dal 2015. Questo perché è nella natura delle smart city partecipare, collaborare e condividere. Dati, esperienze, informazioni, best practice, case studies, tutto è utile nello sviluppare ed offrire servizi di nuova generazione a cittadini e imprese.
Collaboration Economy
L’economia collaborativa è un mondo molto ampio di cui fanno parte le piattaforme digitali che mettono direttamente in contatto le persone ma anche il cohousing, il coworking, l’open source, le social street, fenomeni che al loro interno mostrano sfaccettature molto diverse pur promuovendo, tutte, forme di collaborazione fra pari (peer economy).