Cresce l’industria mondiale dell’Urban Air Mobility
Secondo un sondaggio effettuato un anno fa circa dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa), la stragrande maggioranza dei cittadini europei (83%) vede di buon occhio il servizio passeggeri offerto dai droni con la mobilità aerea urbana o Urban Air Mobility.
I trasporti UAM (acronimo inglese per Urban air mobility), sono percepiti dalla popolazione delle nostre città come più sicuri rispetto alle vetture tradizionali su strada, almeno dai pedoni, che denunciano da anni la pericolosità del traffico cittadino.
Certo, la sicurezza dei voli rimane un tema sensibile (37%) per i passeggeri, come anche quello ambientale (38%) e dell’inquinamento acustico (38%), ma il 64% degli intervistati ha promosso senza indugio il servizio drone per la distribuzione di merci, con il 49% che si è detto molto interessato all’utilizzo di un taxi drone e il 43% favorevole ad entrambi i servizi.
Gli italiani sembrano i più entusiasti sostenitori dei servizi UAM, assieme agli spagnoli e agli ungheresi. A Milano, il 72% del campione ha promosso il servizio merci dei droni, mentre il 54% vede con interesse il servizio droni passeggeri.
Uno contesto sociale quindi molto favorevole all’introduzione di questo tipo di mobilità aerea circoscritta alle nostre città e metropoli, con gli aerei elettrici a decollo e atterraggio verticali o eVTOL (electric Vertical-Takeoff-and-Landing) che globalmente potrebbero dare vita ad un mercato stimato in 23,21 miliardi di dollari entro la fine del 2028 (da 1,11 miliardi di dollari nel 2020).
Il tasso di crescita medio annuo atteso da Fortune Business Insight per i prossimi sei anni è di un +23,1% (Cagr 2022-2028).
I vertiporti per l’UAM
Un dato generale assolutamente positivo che favorisce gli investimenti in questa tecnologia e promuove la transizione di tutta l’industria dei trasporti, come anche nelle infrastrutture chiave, tra cui gli hub per gli atterraggi/decolli verticali, i vertiporti, cioè le piattaforme multiservizio dedicate ai droni merci e passeggeri (stazioni di salita/discesa dei passeggeri, di carico/scarico merci, di cambio batterie, di intervento in caso di problemi tecnici al drone).
Uno di questi vertiporti entrerà presto in servizio ufficialmente in Gran Bretagna, in Coventry (Birmingham). Il fornitore è Air-One, che ha annunciato una prima infrastruttura di 200 hub a livello mondiale entro il 2024.
Dopo il Covid-19 investimenti in crescita nella Urban Air Mobility, ma servono piloti
Probabilmente, un settore che ha risentito più di altri della crisi innescata dalla pandemia da Covid-19, con il rallentamento/blocco degli approvvigionamenti per le aziende fornitrici di questi mezzi e delle infrastrutture necessarie all’UAM, ma che ha dimostrato un elevato livello di resilienza.
Nonostante il contesto negativo del 2020, infatti, in Nord America ed Europa sono stati raccolti 1,3 miliardi di dollari di investimenti per l’UAM.
Tra le aziende più attive troviamo i giganti GE Aviation (Gruppo General Electric), Raytheon Technologies, Honeywell International e Rolls Royce, Airbus, Volocopter, Tecnolotie Beta, Bell Textron, a cui si aggiungono Hyundai, Daimler e Toyota, che nel 2020 ha investito 400 milioni di dollari nella startup eVTOL Joby Aviation.
Entro la fine del 2030, inoltre, il comparto avrà bisogno di non meno di 60 mila piloti di droni passeggeri e merci. Secondo lo studio, infatti, ancora un terzo di questi droni dovrebbe prevedere una guida umana e per un altro terzo ibrida (cioè sia automatizzata, sia umana).
Durante l’anno passato, giusto per fare qualche esempio dell’estrema dinamicità dell’industria UAM, Helisul Aviation ha ordinato 50 taxi drone eVTOL da Eve UAM per l’avvio del servizio in Brasile, con le prime consegne nel 2026.
Sempre Eve UAM ha ricevuto infine un ordine di 200 droni taxi eVTOL dagli Stati Uniti, dall’Associated Aircraft Group (AAG), mentre la United Parcel Service ha firmato un contratto per l’acquisto di 150 droni merci da Beta Technologies, con prime consegne a partire dal 2024.