Il 70% della popolazione europea vive in città. Approssimativamente 350 milioni di persone risiedono in aree urbane con un forte impatto sulla domanda di risorse energetiche ed idriche, sui trasporti e la mobilità, sul mondo del lavoro e della previdenza sociale, sulla vivibilità e la qualità della vita, sul livello di inquinamento.
Ambiente, salute, lavoro, inclusione sociale, cambiamenti climatici, ammodernamento delle infrastrutture, sono alcune delle sfide più critiche a cui l’Europa risponde con il nuovo bando URBACT III per lo sviluppo urbano sostenibile e innovativo, a cui è possibile partecipare fino al 16 giugno 2015, basato sulle soluzioni ICT e le smart practice che le città partner avranno modo di scambiarsi per dare seguito alle innovative politiche urbane dell’Unione europea.
URBACT III è organizzato intorno a 4 obiettivi principali:
- migliore capacità di attuazione delle politiche
- progettazione di politiche
- attuazione di politiche
- sviluppo e condivisione di conoscenze.
Il programma URBACT III, presentato ufficialmente lo scorso 16 marzo a Bruxelles, sarà finanziato con oltre 74 milioni di euro dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), a cui si aggiungeranno altri 22 milioni di euro messi a disposizione dagli stati membri dell’Ue, per un totale di più di 96 milioni di euro.
Come ha avuto modo di spiegare Corina Cretu, Commissaria europea per la politica regionale: “La dimensione urbana è al centro della politica di coesione. Creare posti di lavoro, garantire buone condizioni di vita, migliorare l’efficienza energetica dell’edilizia abitativa o sviluppare trasporti sostenibili: le città d’Europa si devono occupare di questi problemi. Il lavoro di URBACT nella condivisione delle conoscenze e nello sviluppo di capacità delle città è dunque più importante che mai”.
Un’iniziativa che ha visto aumentare la sua dotazione finanziaria del 40% rispetto all’edizione precedente e su cui l’Europa punta con decisione per veder nascere smart city e smart community sui nostri territori urbani, per una nuova idea di vivibilità urbana, per lanciare nuovi modelli di crescita più sostenibili a livello ambientale e compatibili con un’elevata qualità della vita.
Nel periodo 2014-2020 almeno il 70% delle risorse a sostegno degli scambi e dell’apprendimento sarà concentrato nelle aree ricerca e innovazione, economia a basse emissioni di carbonio (low carbon economy), protezione ambientale, creazione di posti di lavoro e inclusione sociale. Complessivamente in questo nuovo periodo almeno il 50% delle risorse FESR sarà investito nelle aree urbane.