“Entro il 2019 l’Unione dell’energia deve diventare non più semplice politica ma realtà quotidiana – della quale possano beneficiare tutti i cittadini europei. Per far sì che ciò avvenga, tutte le parti sociali devono sentirsi coinvolte. Per questo, vedo il prossimo anno come l’anno dell’impegno”.
Così ha commentato oggi il vicepresidente della Commissione europea Maroš Šefčovič, Commissario responsabile per l’Unione dell’energia, in occasione della pubblicazione della terza relazione sullo stato dell’Unione dell’energia.
L’Unione dell’energia, ha spiegato il Commissario europeo, “avrà successo soltanto se tutti noi ci impegniamo ad avanzare uniti nella stessa direzione. Il fine è concretizzare il risultato che ci siamo impegnati a conseguire: completare l’Unione dell’energia nel mandato dell’attuale Commissione”.
Un’occasione per creare posti di lavoro, promuovere la crescita e gli investimenti, ma anche per mettendo in atto tutte le azioni a sostegno di una transizione socialmente equa verso l’energia pulita.
Secondo la Commissione “è giunto il momento di mobilitare la società — cittadini, città, aree rurali, imprese, mondo accademico, parti sociali — per assumere la piena titolarità dell’Unione dell’energia, per farla avanzare ancora di più e per impegnarsi attivamente nello sviluppo di soluzioni per il futuro”.
La transizione energetica dell’Europa “è già in fase avanzata”, ha affermato Miguel Arias Cañete, Commissario per l’Azione per il clima e l’Energia, con “una percentuale record di energia rinnovabile e costi in rapido calo”.
Ma, ha avvertito Cañete, “devono muoversi nella stessa direzione anche le infrastrutture energetiche europee e con la stessa velocità per poter sostenere la transizione energetica”.
Per questo, spiegano i due commissari, “proponiamo di impegnarci su una nuova lista di progetti incentrati su interconnessioni elettriche strategiche e reti intelligenti”. Le azioni annunciate oggi a stimolo di infrastrutture per l’energia pulita, “sono un altro passo importante per rendere il nostro sistema energetico più sostenibile, più competitivo e più sicuro – fornendo così vero valore aggiunto europeo”.
Per le infrastrutture strategiche destinate all’energia, grazie al programma Connecting Europe Facility (CEF), sono stati stanziati 30 miliardi di euro di fondi, altri 5,35 miliardi di euro andranno invece ai Projects of Common Interest (o più semplicemente PCI).
Nello stato dell’Unione si sottolinea altresì che, se da un lato i cambiamenti a livello mondiale nella produzione di energia comportano sfide importanti per l’Europa, dall’altro le offrono opportunità uniche per rafforzare il ruolo di leader mondiale nella transizione verso l’energia pulita – pur continuando a fornire sicurezza energetica a tutti i suoi cittadini.
“Dimostrare ambizione su questioni quali le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, l’innovazione nel campo dell’azione per il clima e dell’energia pulita – assicurando contemporaneamente i giusti segnali di prezzo sul mercato – è un presupposto indispensabile per attrarre gli investimenti necessari a modernizzare l’intera economia dell’UE a vantaggio dei cittadini”, hanno precisato da Bruxelles.
La realizzazione dell’Unione dell’energia richiede impegno e stretta collaborazione tra la Commissione, gli Stati membri e la società nel suo insieme. Proprio per questo, all’inizio del 2018 gli Stati membri dovranno mettere a punto progetti di piani nazionali integrati per l’energia e il clima, incentrati sul periodo successivo al 2020. Poter contare su questi progetti di piani nazionali entro i primi mesi del nuovo anno è essenziale anche per dimostrare che l’Unione è un punto di riferimento estremamente avanzato sulla scena mondiale.