Il 5G in Italia è in ritardo e non è una novità. Ma quel che emerge nero su bianco adesso dall’ultima consultazione Infratel con gli operatori sulle reti 4G e 5G è che per il vero 5G standalone bisognerà aspettare oltre il 2026 nel nostro paese.
I dati della mappatura
Un terzo delle stazioni radio base 4G e 5G in Italia, pari a 23.702 unità, è priva di un backhaul ottico. Si tratta del 31% del numero totale di 76.323 stazioni radio base esistenti nel 2026. Di fatto, una stazione radio base su tre in Italia è senza collegamento in fibra. Di queste 23.702 stazioni senza finra ben 5.681 sono completamente isolate e quindi in aree di totale digital divide, perché si trovano in zone montane o comunque dove la domanda di connettività è bassa e i costi di intervento sono alti.
Questo uno dei dati salienti della Mappatura delle reti mobili 2024 appena pubblicata da Infratel, frutto della consultazione dei piani di copertura 4G e 5G 2023-2026 dei principali operatori Tim, Vodafone Italia, WindTre, Iliad e Fastweb.
Un unico operatore, tra l’altro, “ha indicato che inserirà in rete l’architettura stand-alone affiancata a quella attuale (non stand-alone) per supportare specifici use case, tramite l’utilizzo dello slicing. Lo scopo principale dell’introduzione della nuova architettura stand-alone è quello di abilitare il cosiddetto slicing per i nuovi scenari di servizio. I tempi di questa evoluzione architetturale dipenderanno dall’evoluzione dell’ecosistema dei device e degli scenari di servizio”, si legge nella relazione. Si legge inoltre che nel 2026 nessun operatore prevede copertura 5G standalone.
Carenza di collegamenti in fibra
Il report di Infratel Italia sulla mappatura delle reti mobili evidenzia lo stato della connettività nazionale tra il 2023 e il 2026, con particolare attenzione alla copertura in 4G e 5G e alla diffusione di backhaul ottico. Nonostante una crescita generale della copertura, permangono criticità legate alla carenza di collegamenti in fibra, essenziali per garantire elevate prestazioni e in particolare per realizzare il vero 5G standalone, che nel nostro paese è ancora indietro.
C’è da dire che in realtà il Co-Ceo di WindTre Gianluca Corti ha detto in un’intervista al Foglio che “…a giugno di quest’anno saremo la prima compagnia ad avere una rete 5G standalone, vale a dire indipendente e tecnologicamente avanzata con una percentuale di copertura pressocché totale, che ci qualifica come partner tecnologico capace di sostenere la competitività delle imprese italiane…”.
La situazione del backhaul ottico
L’esito finale della mappatura evidenzia che entro il 2026 il 31% delle stazioni radio base (SRB) pianificate non sarà dotato di backhaul in fibra ottica, pari a 23.702 unità. Di queste:
- 18.021 SRB si trovano entro 50 metri da una SRB con backhaul ottico;
- 5.681 SRB rimarranno completamente scollegate, tra cui:
- 1.958 SRB con backhaul pianificato ma non realizzato dal 2021;
- 2.459 SRB assenti dalla mappatura precedente.
Tabella riassuntiva
Anno | SRB senza backhaul ottico | SRB vicine a fibra (<50m) | Pixel coperti (%) | Pixel >30 Mbps (%) |
---|---|---|---|---|
2023 | 23.702 | 18.021 | 98,5 | 80,1 |
2026 (previsto) | 23.702 | 18.021 | 98,6 | 84,0 |
Vicino a SRB con fibra ottica: potenzialità di miglioramento
Nel totale delle stazioni radio base prive di collegamento in fibra bisogna fare dei distinguo, in particolare si possono individuare due categorie differenti.
- 18.021 SRB senza fibra si trovano a meno di 50 metri da infrastrutture in fibra ottica. Questo suggerisce che, seppur non ancora collegate, queste SRB si trovano spesso in aree di transizione tra zone ben servite (urbane o densamente abitate) e zone più periferiche.
Le SRB realmente isolate
- Le 5.681 SRB completamente isolate (senza backhaul ottico e lontane da infrastrutture in fibra) si trovano invece in aree remote, dove la domanda di connettività è bassa e i costi di intervento sono alti.
Cos’è il backhaul ottico?
Il backhaul ottico è il collegamento in fibra ottica che connette le stazioni radio base (SRB) alla rete principale, ovvero ai nodi centrali dell’infrastruttura di telecomunicazioni. È una parte cruciale della rete perché gestisce il flusso di dati dalle antenne locali agli operatori di rete e, quindi, a Internet. La fibra ottica è considerata la soluzione più efficiente per il backhaul grazie alla sua capacità di trasmettere grandi quantità di dati ad alta velocità e con bassa latenza.
Implicazioni della mancanza di backhaul ottico
- Prestazioni limitate della rete mobile
Senza un backhaul in fibra, le stazioni radio base devono utilizzare tecnologie alternative, come:- Ponti radio (wireless): meno affidabili, specialmente in condizioni meteo avverse.
- Reti in rame: più lente e soggette a interferenze.
Questi metodi non riescono a supportare appieno i requisiti delle reti 5G, che richiedono velocità superiori a 1 Gbps e latenze molto basse (<1 ms).
- Velocità ridotte e instabili
La mancanza di fibra compromette la capacità di trasmettere grandi quantità di dati dalla stazione radio base alla rete centrale. Questo si traduce in:- Velocità di download/upload più basse, soprattutto nelle ore di picco.
- Maggiore congestione della rete, che peggiora l’esperienza degli utenti in aree densamente popolate.
- Latenza più elevata
La latenza (il ritardo nella trasmissione dei dati) aumenta senza il supporto della fibra. Questo può rendere difficile utilizzare applicazioni critiche come:- Realtà aumentata/virtuale.
- Servizi in tempo reale, come il gaming o la telemedicina.
- Limiti all’espansione del 5G
Il 5G dipende fortemente dal backhaul ottico per garantire le sue prestazioni promesse. In assenza di fibra:- Le stazioni radio base 5G potrebbero non raggiungere le velocità e la stabilità richieste.
- I benefici del 5G (bassa latenza e capacità elevata) verrebbero vanificati.
In sintesi
La mancanza di backhaul ottico rappresenta un ostacolo significativo per garantire prestazioni elevate e affidabili nelle reti mobili. Senza fibra, le connessioni mobili diventano meno efficienti e non riescono a soddisfare le crescenti esigenze di velocità e qualità richieste dagli utenti e dalle applicazioni mission critical, come ad esempio la guida autonoma o le operazioni a distanza.
Copertura mobile: progressi e limiti
- Al 2023, il 98,5% del territorio è coperto, con un 80,1% di pixel che superano i 30 Mbps in download.
- Al 2026, la copertura crescerà al 98,6%, con l’84% dei pixel capaci di offrire oltre 30 Mbps.
- Le aree non coperte si concentrano prevalentemente in zone non abitate, come montagne e laghi.
Tecnologia: il ruolo del 5G
- L’adozione del 5G è in forte espansione, con il 71,7% del territorio coperto nel 2023 e una previsione del 90,4% per il 2026.
- Tuttavia, nessun operatore ha dichiarato l’implementazione del 5G stand-alone, lasciando il 5G non stand-alone come unica opzione disponibile.
Conclusioni: una rete da completare
La mappatura di Infratel sottolinea che, sebbene i progressi siano significativi, il raggiungimento di una rete mobile davvero ad alte prestazioni richiede un maggiore investimento nelle infrastrutture di backhaul ottico. Questo diventa cruciale per colmare il divario digitale nelle aree meno coperte e per sfruttare appieno le potenzialità del 5G.
Tabella conclusiva: Sintesi della mappatura e delle criticità
Parametro | Valore (2023) | Valore previsto (2026) | Note |
---|---|---|---|
Totale SRB pianificate | 75.815 | 76.323 | Crescita limitata del numero di SRB. |
SRB senza backhaul ottico | 23.702 | 23.702 | Il 31% del totale. |
SRB vicine (<50m) a fibra ottica | 18.021 | 18.021 | Reti in prossimità, ma non collegate direttamente. |
Pixel coperti (%) | 98,5% | 98,6% | Incremento marginale della copertura del territorio. |
Pixel con velocità >30 Mbps (%) | 80,1% | 84,0% | Miglioramento delle prestazioni, ma non sufficiente per soddisfare pienamente le esigenze. |
Pixel coperti con tecnologia 5G (%) | 71,7% | 90,4% | Crescita significativa, ma assenza di 5G stand-alone limita le potenzialità della rete. |