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Un algoritmo di AI ha previsto il 70% dei terremoti una settimana prima che si verificassero in Cina. Da testare anche in Italia?

La seguente mappa mostra con i punti blu la posizione in Cina dei terremoti previsti dall’algoritmo di intelligenza artificiale (AI) e con i punti rossi il punto in cui si è verificato effettivamente ogni terremoto. Durante la sperimentazione di 30 settimane, l’AI ha mancato 1 solo sisma.

Ha previsto il 70% dei terremoti una settimana prima che si verificassero in Cina

L’algoritmo di intelligenza artificiale (AI) sviluppato dall’Università del Texas ha previsto con successo il 70% dei terremoti in una sperimentazione, mostrando potenziali miglioramenti nella preparazione ai terremoti e nella gestione del rischio. Le sue prestazioni in una competizione internazionale evidenziano la sua accuratezza e adattabilità. 

Siamo di fronte a un’intelligenza artificiale in grado di prevedere i terremoti con una precisione senza precedenti. I ricercatori dell’Università del Texas hanno, infatti, sviluppato un’intelligenza artificiale che ha previsto il 70% dei terremoti durante una sperimentazione in Cina, indicando il potenziale per una futura mitigazione del rischio di terremoti.

L’intelligenza artificiale, addestrata su dati sismici, si è classificata al primo posto anche in una competizione internazionale, sottolineando la sua efficacia e aprendo le porte a ulteriori miglioramenti in regioni come California e Texas.

La ricerca è stata supportata da TexNet, dal Texas Consortium for Computational Seismology e dalla Zhejiang University. 

L’algoritmo AI ha previsto correttamente il 70% dei terremoti una settimana prima che si verificassero in Cina

Un nuovo tentativo di prevedere i terremoti con l’ausilio dell’intelligenza artificiale ha suscitato la speranza che la tecnologia possa un giorno essere utilizzata per limitare l’impatto dei terremoti sulle vite e sulle economie. Sviluppato dai ricercatori dell’Università del Texas ad Austin, l’algoritmo AI ha previsto correttamente il 70% dei terremoti una settimana prima che si verificassero durante una sperimentazione di sette mesi in Cina.

Risultati della sperimentazione e implicazioni globali

L’AI è stata addestrata a rilevare dossi statistici nei dati sismici in tempo reale che i ricercatori avevano associato a terremoti precedenti. Il risultato è stata una previsione settimanale in cui l’AI ha previsto con successo 14 terremoti entro circa 200 miglia da dove stimava che si sarebbero verificati e con una forza quasi esattamente uguale a quella calcolata. Ha mancato un terremoto e ha dato otto falsi allarmi.

Non si sa ancora se lo stesso approccio funzionerà in altre località, ma lo sforzo è una pietra miliare nella ricerca per la previsione dei terremoti guidata dall’AI.

Sfide e direzioni future

“Prevedere i terremoti è il Santo Graal”, ha affermato Sergey Fomel, professore presso il Bureau of Economic Geology dell’UT e membro del team di ricerca. “Non siamo ancora vicini a fare previsioni per qualsiasi parte del mondo, ma ciò che abbiamo ottenuto ci dice che ciò che pensavamo fosse un problema impossibile è risolvibile in linea di principio”.

La sperimentazione faceva parte di una competizione internazionale tenutasi in Cina in cui l’IA sviluppata dall’UT è arrivata prima tra 600 altri progetti. La partecipazione dell’UT è stata guidata dal sismologo dell’ufficio e sviluppatore principale dell’AI, Yangkang Chen. I risultati della sperimentazione sono stati pubblicati sulla rivista Bulletin of the Seismological Society of America.

Impatto sulla preparazione e ulteriori ricerche

Non vedi arrivare i terremoti”, ha affermato Alexandros Savvaidis, un ricercatore senior che dirige il Texas Seismological Network Program (TexNet) dell’ufficio, la rete sismica dello Stato. “È questione di millisecondi e l’unica cosa che puoi controllare è quanto sei preparato. Anche con il 70%, è un risultato enorme e potrebbe aiutare a ridurre al minimo le perdite economiche e umane e ha il potenziale per migliorare drasticamente la preparazione ai terremoti in tutto il mondo”.

I ricercatori hanno affermato che il loro metodo ha avuto successo seguendo un approccio di apprendimento automatico relativamente semplice. All’AI è stato assegnato un set di caratteristiche statistiche basate sulla conoscenza del team della fisica dei terremoti, quindi le è stato detto di addestrarsi su un database quinquennale di registrazioni sismiche.

Una volta addestrata, l’IA ha fornito la sua previsione ascoltando i segnali di terremoti in arrivo tra i brontolii di fondo nella Terra.

“Siamo molto orgogliosi di questa squadra e del suo primo posto in questa prestigiosa competizione”, ha affermato Scott Tinker, direttore dell’ufficio. “Ovviamente, non sono solo la posizione e la magnitudo, ma anche la tempistica a fare la differenza. La previsione dei terremoti è un problema irrisolvibile e non possiamo sopravvalutarne la difficoltà”.

Da testare anche in Italia?

I ricercatori sono fiduciosi che in luoghi con solide reti di tracciamento sismico come California, Italia, Giappone, Grecia, Turchia e Texas, l’AI potrebbe migliorare il suo tasso di successo e restringere le sue previsioni a poche decine di miglia.

Uno dei prossimi passi è testare l’AI in Texas, poiché lo Stato registra un alto tasso di terremoti di minore intensità e alcuni di moderata magnitudo. Il TexNet dell’ufficio ospita 300 stazioni sismiche e oltre sei anni di registrazioni continue, il che lo rende un luogo ideale per verificare il metodo.

Alla fine, i ricercatori vogliono integrare il sistema con modelli basati sulla fisica, che potrebbero essere importanti dove i dati sono scarsi.

“Il nostro obiettivo futuro è combinare sia la fisica che i metodi basati sui dati per darci qualcosa di generalizzato, come chatGPT, che possiamo applicare ovunque nel mondo”, ha affermato il sismologo Chen.

La nuova ricerca è un passo importante per raggiungere questo obiettivo.

“Potrebbe essere ancora molto lontano, ma molti progressi come questo”, ha concluso il direttore del centro di ricerca Tinker, “presi insieme, sono ciò che fa progredire la scienza”.

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