Si terrà giovedì prossimo la Conferenza Stato-regioni per definire la ripartizione delle risorse destinate alla banda ultralarga.
Si tratta di 4 miliardi in totale – i 2,2 miliardi di risorse statali sbloccati ad agosto dal Cipe (la cui quota per il 2016 è di 300 milioni di euro), 230 milioni Pon imprese e competitività e di 1,8 di fondi Fesr e Feasr della vecchia programmazione.
Le risorse, secondo quanto annunciato dal sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli, saranno suddivise sulla base delle esigenze nazionali e saranno destinate alle aree a fallimento di mercato, ossia i Cluster C e D, per i quali in Governo punta sull’intervento diretto, ossia alla realizzazione di una rete che resterà pubblica.
Le aree interessate sono circa 7.300 comuni per una popolazione di circa 19 milioni, in cui gli operatori non hanno intenzione di investire per mancanza di un ritorno economico.
Ancora tutte da definire, tuttavia, le modalità con cui sarà tecnicamente definita la proprietà pubblica delle rete che per la parte statale farà capo a Infratel. La società in house del Mise si occuperà di assegnare il bando per la realizzazione della rete che, però, sarà realizzata da un operatore non verticalmente integrato che potrebbe anche non gestirla dopo.
Allo studio, ha riferito il sottosegretario, una rete divisa ‘pro quota’ tra Stato (Infratel) e Regioni oltre all’adozione di un sistema premiale, già concordato con l’Anci, che dia priorità ai Comuni che avranno già sottoscritto impegni (tempi di rilascio delle autorizzazioni, abbattimento oneri per Banda ultralarga, partecipazione al Catasto nazionale, attivazione servizi digitali, eccetera).
Quanto alla partecipazione di Enel, ha concluso Giacomelli, le sinergie verranno valutate se e quando la società deciderà se partecipare alla gara.