Il tempo stringe per avviare concretamente la Strategia italiana per la banda ultralarga messa a punto dal Governo. Lo sa bene Palazzo Chigi, che interviene per bocca di Andrea Guerra, consigliere per le politiche industriali del premier Matteo Renzi, che oggi a Radio 24 ha detto che “O questa cosa riesce a decollare in 4-8 settimane, o non ce la si fa”. Guerra ha inoltre auspicato che Telecom Italia sia protagonista del progetto: “Penso sia importante: è il leader, è italiana”. Gli obiettivi dell’Agenda digitale europea sono stringenti e prevedono la copertura a 30 Mbps del 100% della popolazione e a 100 Mbps del 50% entro il 2020.
L’intervento odierno dell’ex amministratore delegato di Luxottica arriva dopo il protrarsi dello stallo registrato sull’assetto di Metroweb, dove Telecom Italia non vuole entrare con una quota di minoranza. Il rischio che si proceda su un doppio binario per la realizzazione delle nuove reti sembra concreto al momento.
Ma al di là della diatriba sull’ingresso o meno di Telecom Italia in Metroweb – che al momento sembra congelato – e al di là del decollo del progetto di realizzare una società della fibra con chi ci sta (Vodafone e Wind in primis) restano altri nodi da sciogliere.
Si tratta in primo luogo delle scadenze stringenti per le ‘prenotazioni’ da parte degli operatori delle zone del paese dove sono interessati a investire. Il territorio italiano è suddiviso in 94.000 sotto-aree, mappate da Infratel, dove saranno poi organizzate le gare per l’affidamento dei lavori.
Il tempo stringe. Gli operatori hanno tempo fino al 31 marzo per presentare le manifestazioni di interesse sulle singole zone e fino al 31 maggio per presentare i loro piani di investimento nella banda ultra larga a 30 Mbps e 100 Mbps. L’assegnazione dei lotti di intervento dovrebbe essere finalizzata entro il 15 giugno.
Resta ancora da capire in che modo saranno composti i lotti da mettere a gara in base alla suddivisione in cluster (A,B,C e D) presentata nella Strategia sulla banda ultralarga del Governo. Infratel ha realizzato il database dei comuni italiani suddivisi per aree nere, grigie e bianche suddividendo il territorio in 94.000 sotto-aree omogenee ma da queste non si evince la velocità di connessione delle singole aree né quella dei quartieri all’interno delle città, ad esempio quelle che si trovano nel Cluster A ma dove la copertura è scarsa.