LA SFIDA

Ultrabroadband, nasce OpEn Fiber. Ma gli italiani la vogliono tutta questa fibra?

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Enel e Cassa Depositi e Presiti hanno perfezionato l'acquisizione dell'intero capitale sociale di Metroweb Italia. Costo dell’operazione 714 milioni di euro. L’obiettivo: la fibra in tutte le case. Il confronto e la concorrenza con i piani di TIM e Fastweb

Adesso anche OpEn Fiber è pronta per partecipare alle gare indette da Infratel, la società del ministero dello Sviluppo economico, per portare la fibra ottica in più zone possibile d’Italia. Infatti il Piano nazionale Banda Larga e Progetto Strategico Banda Ultralarga, voluto dal governo Renzi, prevede una rete Ultrabroadband per ridurre notevolmente il digital divide sia tra i cittadini sia con gli altri Paesi europei e, allo stesso tempo, aumentare la velocità di connessione non solo nelle aree dove c’è meno richiesta, ma anche in quelle più ricche e già sviluppate dove sta per nascere una forte concorrenza tra gli operatori delle telecomunicazioni. Per un vantaggio economico a favore dei clienti? E poi in Italia c’è tutta questa domanda di navigare sul web ad alta velocità, oppure per la maggioranza degli italiani è sufficiente una connessione ADSL standard? Ricordiamo che, secondo gli ultimi dati Audiweb, l’87% degli utenti è sui social network e il 75% sui siti di eCommerce

 

Che cos’è la Banda Ultralarga?

Intendiamo tutte le tecnologie di rete che permettono di offrire connettività da 30MBit/s fino a oltre 1GBit/s. Per ottenere queste velocità di connessione è possibile utilizzare tre tecnologie distinte:

  • FTTCab – Fiber to the Cabinet, con velocità attualmente fino a 100 Mbit/s, che con l’evoluzione tecnologica in corso potranno presto arrivare fino anche a 200 Mbit/s;
  • FTTB – Fiber to the Building (fibra fino agli edifici), con velocità da 100Mbit/s a 1 GBbit/s
  • FTTH – Fiber to the Home (fibra fino agli appartamenti), con velocità che potranno raggiungere, e in futuro superare, 1 GBit/s

Perché l’acquisto di Metroweb?

OpEn Fiber, nuova denominazione della società Enel Open Fiber, ha perfezionato l’acquisizione dell’intero capitale sociale di Metroweb Italia da F2i sgr e da Fsi Investimenti. Le risorse finanziarie per l’acquisizione derivano dagli apporti di capitale di Enel e Cdp Equity (Gruppo Cassa Depositi e Prestiti), che ora detengono una partecipazione paritetica (50%) nel capitale di OpEn Fiber. Inoltre l’assemblea degli azionisti ha nominato un nuovo consiglio di amministrazione, che rimarrà in carica fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2018: Franco Bassanini è il Presidente, Tommaso Pompei, Guido Rivolta, Elisabetta Ripa, Francesca Di Carlo e Francesca Romana Napolitano, Il nuovo Cda ha quindi deliberato la nomina di Tommaso Pompei quale amministratore delegato.

Metroweb è nata da una costola di Fastweb e ha cablato, per esempio, tutta Milano e soprattutto ha un progetto di sviluppo in tante altre principali città italiane. Anche per questo, è considerevole la cifra dell’operazione di acquisto: 714 milioni di euro. Dunque, in OpEn Fiber è proprio Metroweb ad avere il know how per perseguire la mission della società del Gruppo Enel. Il suo presidente Franco Bassanini ha scritto su Twitter: “Cercherò di dimostrare che serve il presidente per la fibra (to the home, dovunque serve, cioè quasi dovunque)”.

La strategia italiana per internet in ultrabroadband

Considerando il digital divide di base superato in quasi tutta Europa (vale a dire la banda larga per tutti i cittadini, raggiunta grazie a un mix di tecnologie tra cui il satellitare), la strategia italiana per la banda ultralarga, in linea con gli obiettivi posti dall’Agenda digitale europea, prevede entro il 2020:

  • Copertura ad almeno 30 Mbps per tutti i cittadini italiani.
  • Copertura ad almeno 100 Mbps per il 50% della popolazione.Un piano ambizioso che intende rimediare rapidamente alla carenza infrastrutturale che ci caratterizza, concentrandosi soprattutto sulla realizzazione delle reti a 100 Mbps. La declinazione degli obiettivi europei sul nostro territorio prevede infatti di portare all’85% della popolazione 100 Mbps entro il 2020, privilegiando in primis le aree di interesse economico e ad elevata concentrazione demografica, le scuole, le sedi di PA, ospedali e aree industriali. Per le aree più remote invece resta l’obiettivo di portare una velocità di connessione di almeno 30 Mbps

 Il piano industriale di OpEn Fiber

Sul sito di OpEn Fiber si legge: “Trasformiamo una necessità in un’opportunità di sviluppo per l’Italia e in un’occasione di mercato per tutti gli attori che vorranno partecipare al processo di digitalizzazione e innovazione del Paese”. La tecnologia con la quale OpEn Fiber sta portando nelle case degli italiani la connessione ultraveloce si chiama FTTH, Fiber to the Home, letteralmente “fibra fino a casa”.

Il piano industriale di Tim

Ma OpEn Fiber non gioca da sola. La concorrenza è agguerrita. TIM ha già fatto e continua a investire milioni di euro per cablare milioni di abitazioni (ad oggi 11,4 milioni), ma al momento solo poche centinaia di cittadini hanno la fibra ottica in casa. Uno dei motivi è il costo mensile, molto più alto dell’abbonamento ADSL.

Nel suo ultimo piano industriale, TIM ha confermato il suo impegno per recuperare il gap digitale del Paese con investimenti fino a 12 miliardi in tre anni (2016-2018), dei quali oltre 4,5 saranno dedicati allo sviluppo della Banda Ultra Larga fissa e mobile.

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Il piano industriale di Fastweb

 

Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb ha dichiarato: “Nel 2020 Fastweb raggiungerà, con i servizi a banda ultralarga (Fiber to the home e Fiber to the cabinet), 13 milioni di famiglie e imprese italiane (50% di copertura nazionale), rispetto ai 7,5 milioni a fine 2016 (30% di copertura nazionale)”.

In particolare, entro il 2020, grazie anche a Flash Fiber, la joint venture creata insieme a Tim, Fastweb raggiungerà 5 milioni di famiglie con tecnologia Fiber to the Home.

L’operatore di Tlc vuole raggiungere in banda ultralarga anche i distretti industriali e le città di medie dimensioni coprendo 8 milioni di famiglie e imprese entro il 2020 con tecnologia Fiber to the Cabinet e con velocità fino a 200 Megabit per secondo.

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