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Ultrabroadband, Marco Patuano: ‘Strategia di Governo lascia quadro ancora incerto’

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Marco Patuano, ad di Telecom Italia: ‘Bene la Strategia di Governo, ma il quadro resta incerto in attesa dei provvedimenti attuativi’. Giacomelli agli operatori: ‘Serve l’aiuto di tutti’. Cardani: ‘Passaggio graduale da rame a fibra orientamento saggio’. Ibarra (Wind): ‘Organi di vigilanza, più attenzione agli OTT’

La Strategia del Governo sulla banda ultralarga e sulla crescita digitale è il primo esempio di progetto di sistema a sostegno del settore, tuttavia “va rilevato che il Governo indica linee programmatiche che dispiegheranno i loro concreti effetti sul mercato solo con l’adozione dei previsti provvedimenti attuativi, la cui programmazione temporale e i cui contenuti di dettaglio non sono precisati, lasciando quindi il quadro ancora incerto”. Lo ha detto oggi Marco Patuano, amministratore delegato di Telecom Italia, alla relazione annuale dell’Organo di Vigilanza sull’accesso alla rete, precisando che in questo contesto si colloca il decreto attuativo della legge Sblocca Italia “che definirà i requisiti formali richiesti per la partecipazione alle gare – ha detto – anche sulla base delle previste valutazioni circa la compatibilità con la normativa europea sugli aiuti di Stato che verranno fornite dalla Commissione UE”.

Al momento, la strategia di Telecom Italia sulla banda ultralarga è quella di garantire la massima copertura geografica con la tecnologia Fttc fino al 2017, puntando sulla fibra (Ftth) nelle grandi città per virare in modo più deciso sulla fibra dopo il 2017.

Il Governo nella sua strategia fissa in circa 12 miliardi di euro (metà dei quali sono fondi pubblici) l’investimento complessivo per raggiungere gli obiettivi di copertura dell’Agenda Digitale europea, che prevede la copertura a 30 Mbps del 100% della popolazione e del 50% a 100 Mbps entro il 2020.

 

Ultrabroadband, Giacomelli: ‘Serve l’aiuto di tutti gli operatori’

Dal canto suo il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli ha detto che con la Strategia del Governo sulla banda ultralarga “per la prima volta un piano nazionale esce dalla settorialità ed entra a pieno titolo fra le priorità di Palazzo Chigi – ha detto – si tratta di un piano ambizioso, che pone il digitale come perno dello sviluppo futuro”.

Giacomelli ha poi sottolineato come lo sforzo del pubblico non sia sufficiente per colmare il gap del paese e che per questo “serve l’aiuto e il sostegno di tutti gli operatori”. Un appello al quale Telecom Italia risponde presente.

Per Giacomelli, nella strategia del Governo “non c’è alcuna intenzione dirigista – ha detto – ma un’attenzione per i piani di business di tutti gli operatori. Consideriamo positivi gli investimenti annunciati nel piano industriale di Telecom Italia per l’Ftth, ma siamo rispettosi delle dinamiche di mercato. Per il livello di domanda che c’è oggi, non avremmo dovuto fare un paino così ambizioso. Ma quando un provider di primo piano internazionale (Netflix ndr) dice che non viene in Italia perché non c’è abbastanza banda, allora mi sento umiliato. Ed è per questo che il Governo deve valorizzare il ruolo di tutti nel percorso verso la digitalizzazione, compresi Rai e le Poste”.

Ibarra (Wind): ‘Importante stimolare migrazione da rame a fibra’

“Stimolare la migrazione dal rame alla fibra è molto importante e la Strategia nazionale sulla banda ultralarga mi sembra in linea con questo obiettivo”, ha detto Maximo Ibarra, amministratore delegato di Wind, aggiungendo che in un momento in cui gli operatori Tlc si apprestano a fare grossi investimenti di sistema per le nuove reti, “gli organi di vigilanza e controllo (anche l’Agcom) devono fare particolare attenzione”. Ibarra ha sottolineato la discrepanza di trattamento fra Tlc e OTT: “Gli OTT, fra cui WhatsApp e Facebook, entrano nei business tradizionali come la messaggisitica senza grosse barriere all’ingresso – ha detto – mentre quando le telco cercano di entrare nel mercato di Internet trovano barriere molto rigide”.

 

 

Cardani (Agcom): ‘Passaggio graduale da rame a fibra orientamento di buon senso’

 

Dal canto suo, Angelo Cardani, presidente dell’Agcom, sottolinea come in vista della migrazione dal rame alla fibra, “il momento è particolarmente rilevante: da parte nostra abbiamo impostato il quadro regolamentare 2014-2017, ma soprattutto l’azione del Governo” con il piano per la Banda larga “rappresenta uno sforzo che raramente abbiamo visto prima, anzi che mai abbiamo visto prima”.

Sul digitale, ha ricordato Cardani nel suo intervento durante la relazione dell’Organo di vigilanza sulla parità di accesso, “abbiamo già un ritardo colossale, ma come tutti i ritardi può essere colmato, anche rapidamente: se reagiamo in maniera costruttiva e come Paese, possiamo farlo”. A proposito del passaggio graduale dal rame alla fibra, Cardani si è espresso favorevolmente: “mi sembra che l’orientamento che sta prevalendo”, di integrare via via, “sia di buonsenso. Se questa è l’interpretazione che prevarrà credo che sia al mercato deciderlo. Credo che il concetto di scalabilità sia saggio. La scalabilità, lo sviluppo graduale della fibra può essere una soluzione accettabile”.

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