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Ultrabroadband, il primo cambiamento per il Sud deve partire dalla PA

Banda ultra larga

In Calabria forte colpo d’accelerata verso la banda ultra larga. Da una delle regioni che più soffre il digital divide parte un ambizioso piano per rispettare gli obiettivi fissati dall’Agenda digitale europea.

Un progetto importante quello presentato ieri in occasione del convegno ‘Lo sviluppo della Calabria viaggia sulla banda ultralarga: tutti i Comuni saranno connessi entro il 2016’, che vede in prima fila la Regione, Telecom Italia e Infratel ma che ha trovato una madrina d’eccellenza nell’on. Enza Bruno Bossio (Pd), componente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, che spalleggiata dall’on. Ernesto Carbone, responsabile nazionale Innovazione del Pd e membro della Commissione parlamentare antimafia, sta portando avanti in modo determinato la mission di digitalizzare la Calabria.

Occasione importante che permetterà a una regione da sempre travagliata tra problemi di occupazione e ‘ndrangheta a fare finalmente un salto di qualità e diventare un polo d’eccellenza potendo contare sulla connettività in fibra ottica che significa anche consentire alla Pubblica amministrazione di poter finalmente diventare veramente digitale.

Telecom Italia si è aggiudicata il Bando emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico attraverso Infratel Italia, la società del Gruppo Invitalia incaricata di attuare il Piano nazionale Banda Larga e il Progetto strategico Banda Ultra Larga e approvato dalla Commissione Ue.

Il programma, relativo alla concessione di un contributo per la realizzazione di nuove infrastrutture ottiche passive abilitanti alle reti NGAN in 223 nuovi comuni, prevede un investimento complessivo di oltre 100 milioni di euro così ripartito: 63,5 milioni di finanziamento pubblico tramite l’utilizzo dei fondi europei FESR e 36,6 milioni stanziati da Telecom Italia.

Lo stato di avanzamento del piano è stato illustrato da Giuseppe Recchi, Presidente di Telecom Italia, da Mario Oliverio, Presidente della Regione Calabria e da Salvatore Lombardo, Amministratore Delegato di Infratel Italia.

Presenti anche Bruno Bossio e Carbone, oltre al direttore Business di Telecom Italia Simone Battiferri e al rettore dell’Unical Gino Mirocle Crisci. I lavori sono stati moderati da Carlo Mochi Sismondi, presidente del Forum PA, che aprendo il convegno ha detto “la rete non è un obiettivo, ma uno strumento, una piattaforma che abilita e crea benessere, lavoro, sviluppo e cultura”.

 

Mario Oliverio (Regione Calabria): ‘Il gap può essere colmato e noi vogliamo essere parte attiva’

Il presidente della giunta calabrese, Mario Oliverio, ha sottolineato l’impegno del governo regionale a impegnarsi nella digitalizzazione. Evidenziando il ritardo di questa regione, il governatore si è detto convinto che “il gap può essere rapidamente colmato”.

Come? “Con il massimo coinvolgimento della politica e con la mobilitazione di tutte le parti interessate”.

“La Calabria vuole essere parte attiva” per intervenire “su strutture amministrative deboli”.

“La situazione da cui partiamo – ha precisato – presenta numerose criticità. Negli anni passati, la frammentazione degli interventi e la mancanza di una visione integrata e di una prospettiva strategica nell’azione di governo regionale ha impedito la crescita del digitale in Calabria. Per questa ragione, registriamo situazioni di arretratezza in quasi tutti gli aspetti riconducibili all’agenda digitale”.

“Le infrastrutture per il digitale – ha aggiunto – sono al centro della nostra proposta di governo e nascono da precise priorità strategiche, che abbiamo definito nel progetto ‘Calabria digitale’. Grazie all’infrastrutturazione in fibra ottica a banda larga e ultra larga che sarà realizzata da Infratel e Telecom Italia nell’ambito degli accordi tra il Ministero dello Sviluppo Economico e la Regione, la Calabria sarà tra le regioni italiane ed europee con il sistema di connettività a più alta capacità e diffusione territoriale. Noi vogliamo cogliere le opportunità che ne derivano, proponendo la Calabria come una regione di eccellenza nel digitale”.

Oliverio ha anche indicato che “La prospettiva che si apre, attraverso lo sviluppo dei servizi digitali per le imprese, le associazioni e i cittadini è di enorme portata perché è in grado in grado di cambiare radicalmente la nostra regione e di aprire straordinari scenari di evoluzione sul fronte della crescita sociale e dello sviluppo dell’economia in tutti i settori, dal welfare alla sanità, dai trasporti al governo del territorio, ai sistemi produttivi, ai beni culturali ed al turismo”.

Con l’attuazione del programma nazionale di infrastrutturazione in fibra ottica a banda ultra larga in tutti comuni, entro il 2016, la Calabria, ha osservato Oliverio, “diventerà tra le regioni italiane ed europee con il sistema di connettività a più alta capacità e diffusione territoriale. Il Piano Banda Ultra Larga in Calabria prevede, infatti, che tutti i comuni vengano coperti con un’infrastruttura in fibra ottica abilitante l’offerta di servizi almeno a 30 Megabit per secondo, finanziata dalla Regione con il POR-FERS 2007-13. La nostra regione sarà l’unica, in Italia, che avrà una copertura totale del proprio territorio. Si tratta di un fatto storico e di grandissimo significato”.

Per Oliverio, infatti, “infrastrutturazione e servizi digitali sono la condizione per salvare la nostra economia nei prossimi anni”.

Giuseppe Recchi (Telecom Italia): ‘Non è vero che in Italia non c’è connettività e non si investe’

“L’impulso che stiamo dando alla fibra ottica in Calabria fa parte di un programma all’avanguardia che ha proprio nel Sud il suo asse portante grazie anche alla collaborazione tra pubblico e privato”, ha indicato il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, nel suo intervento.

“Ci auguriamo – ha aggiunto – che la disponibilità di questa moderna infrastruttura sia da stimolo per i privati e la Pubblica Amministrazione a sviluppare nuovi servizi, proiettandoci così verso un modello di digital life in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini e di aumentare la produttività delle imprese”.

Recchi ha sottolineato che oggi si sono affiancati due fenomeni: da un lato abbiamo l’evoluzione tecnologica con una velocità di connettività fino a poco tempo fa impensabile e dall’altro produttori e domanda di utilizzo.

“Il trasferimento dei dati – ha indicato Recchi – è elemento importante per permettere alla società di svilupparsi”.

“Per ogni miliardo investito nel digitale – ha precisato il presidente di Telecom Italia – si creano 3 miliardi di PIL e 20 mila posti di lavoro”.

Elementi fondamentali ma Recchi mette in guardia anche dai falsi miti esistenti in Italia come quello che “non esiste la connettività”.

Il top manager a riguardo ha ricordato che “la rete che ha costruito Telecom Italia dà banda fino a 7-10 megabit al secondo al 90% della popolazione”.

L’altro falso mito, ha osservato Recchi, è che “non si investe nel settore tecnologico”.

Il presidente di Telecom Italia ha quindi precisato che il suo gruppo ha presentato venerdì scorso a Londra un piano triennale di investimenti per 10 miliardi di euro “per mantenere le reti esistenti e sviluppare nuove tecnologie”.

Recchi ha poi detto senza mezzi termini: “Nessuna società investe tanto quanto fa Telecom Italia nel nostro Paese”.

Altro falso mito, ha indicato ancora, il fatto che “in Italia non ci sia competizione e siccome mancano le infrastrutture non ci siano servizi digitali”.

Recchi ha ricordato il vero nodo: lo switch-off della Pubblica amministrazione che dall’analogico deve passare al digitale.

“Domani posso portare la fibra in ogni scuola o ufficio pubblico d’Italia ma se poi c’è chi non sa usarle” serve a poco.

Per Recchi, “il piano dell’Agenda digitale europea fissa traguardi per gli Stati membri ma non per imprese o operatori”.

E ancora: “Sono i Paesi che si danno obiettivi di velocità di connessione e che devono creare le condizioni di mercato perché si investa”.

Bisogna, quindi, “adottare una giusta politica industriale, attivando un rapporto virtuoso tra domanda e offerta”.

Recchi guarda quindi al varo, la prossima settimana, del piando industriale per la banda ultra larga per cui poi sarà necessario attendere il via libera della Ue.

Ma già oggi, ha sottolineato Recchi, “celebriamo una partnership virtuosa tra pubblico e privato”.

“Mi auguro – ha concluso – che questo possa rapidamente migliorare il tessuto economico, sociale e industriale calabrese” e che sia un’opportunità “a beneficio di consumatori e imprese” perché “solo attraverso il digitale riusciremo a concorrere con gli altri Stati”.

 

Salvatore Lombardo (Infratel Italia): ‘Italia ancora dietro per reti NGN’

Ha parlato di situazione allarmante per l’Italia, di forte digital divide e di arretratezza del Paese nelle reti NGN, Salvatore Lombardo, Amministratore delegato di Infratel Italia, la società che per conto del MiSE coordina gli interventi infrastrutturali sul territorio per la banda ultra larga.

L’Italia, ha però osservato Lombardo, “ha reagito presentando un nuovo piano di interventi con fondi pubblici e investimenti privati per realizzare nuove reti”.

Lombardo ha quindi ricordato i bandi già pubblicati per cinque regioni del Sud: Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Sicilia.

“Telecom Italia – ha sottolineato Lombardo – ha cofinanziato anche di più rispetto alle nostre aspettative” anche perché non è facile trovare investitori per le aree a bassa densità abitativa.

La Regione Calabria, ha commentato l’Ad di Infratel, “ha investito sul modello di incentivazione” e alla fine sarà “in anticipo di quattro anno rispetto agli obiettivi fissati dall’Agenda digitale europeo per il 2020”.

“Ci vuole una grande capacità delle regioni per riuscire a dirottare i capitali su questi bandi. I lavori sono già partiti nei Comuni calabresi così come gli interventi realizzati con i fondi europei. Entro l’estate i lavori verranno completati”.

I vantaggi saranno tanti e notevoli non solo per la PA ma anche per tutti i clienti delle reti a 100 megabit.

“La prossima settimana – ha indicato Lombardo – Infratel aprirà le offerte economiche del bando per realizzare 153 chilometri di rete. La prima copertura riguarderà 151 Comuni e la seconda fase 131”.

“La nostra iniziativa – ha precisato Lombardo – si chiuderà a giugno 2016 in anticipo di quattro anni rispetto agli obiettivi europei”.

Appena saranno completate queste reti, ha indicato Lombardo, si avranno tre impatti fondamentali: i lavori infrastrutturali porteranno una forte leva occupazionale; nel medio termine gli impianti in fibra avranno bisogno di nuove forniture e di apparati tecnologici; terzo e ultimo impatto è quello che riguarda l’economia digitale, con queste innovazioni le imprese cambieranno il loro modo di lavorare con grandi vantaggi.

Gino Mirocle Crisci (Unical): ‘La nostra università è pronta a fornire le giuste professionalità’

Il rettore dell’Università della Calabria, Gino Mirocle Crisci, ha sottolineato che la Calabria ha una “morfologia complessa” oltre a essere “periferica”.

“Il Piano della banda ultra larga – ha però ribadito Crisci – dimostra che quelle che sono le difficoltà di questa regione possono diventare una ricchezza. Puoi andare in Aspromonte e, se hai una testa che funziona e una rete veloce, puoi fare ciò che vuoi. La connettività permetterà di far conoscere la Calabria anche e soprattutto ai calabresi”.

“Se la rete – ha aggiunto il rettore dell’Unical – contribuirà a questo, avremo raggiunto un primo, grande obiettivo”.

“Noi siamo pronti”, ha detto il rettore, indicando che l’Unical ha due corsi di laurea uno in ingegneria informatica e uno in matematica scientifica che sono perfettamente attinenti al settore tecnologico.

Crisci ha anche ricordato che il Dipartimento di informatica è risultato tra le 100 migliori università del mondo insieme al Politecnico di Torino.

Insomma, ha concluso il rettore, “questa regione ha tante potenzialità da offrire”, bisogna solo sfruttarle al meglio.

Enza Bruno Bossio (Commissione Trasporti): ‘L’’innovazione deve partire da Pa e imprese’

 

“Ho sempre creduto nell’innovazione tecnologica”, ha detto nel suo intervento l’on. Enza Bruno Bossio, “e da anni tutto questo occupa la mia iniziativa”.

La parlamentare del Pd ha rammentato i tanti giovani imprenditori e le tante startup calabresi che “rappresentano la fiducia nel nostro futuro”.

“Il digitale – ha sottolineato – è oggi soprattutto capacità di fare innovazione all’interno della PA e delle imprese. E’ consentire alla PA un dialogo che non sia più basato su carta – che rappresenta un elemento di inquinamento, vi invito quindi a usare meno carta – ma che sia soprattutto capacità di trasmettere informazioni in tempo veloce. Internet è stata la vera rivoluzione”.

“Oggi è importante dire – ha indicato la Bruno Bossio – che innovazione tecnologica è soprattutto la capacità, che non c’era dieci anni fa, di scambiare dati, informazioni e servizi in maniera veloce attraverso la rete”.

“La cosa positiva – ha sottolineato la parlamentare – è che la Calabria ha un presidente della regione che guarda al digitale come chiave di volta per il cambiamento”.

“Il messaggio fondamentale è quello che ha dato Lombardo: stiamo lanciando la regione Calabria che attraverso la sezione appaltante di Infratel avrà la possibilità di creare un’infrastruttura a 30 megabit per tutti i comuni calabresi”.

La Calabria sarà la prima d’Italia, grazie a investimenti pubblico-privati, ad avere tutti i comuni (405) collegati a 30 megabit.

“Come diceva Recchi – ha ricordato la Bruno Bossio – è inutile portare 100 megabit a tutti i comuni se poi su questa rete non viaggiano come dovrebbero i servizi della PA. Non possiamo più avere una pubblica amministrazione come negli anni precedenti dove i servizi digitali si sovrapponevano a quelli cartacei. Si sono investiti soldi senza modificare l’organizzazione della PA”.

Oggi tutto questo può essere modificato perché i servizi viaggiano in rete mentre prima erano offline ma anche perché c’è l’azione del Ministero della PA che ha previsto attraverso decreti e regolamenti la necessità di arrivare entro un anno e mezzo allo switch-off della carta”.

“Dal 31 marzo – ha detto ancora la parlamentare del Pd – la fatturazione elettronica sarà obbligatoria per le imprese e poi per tutti. Il processo digitale è ormai ineludibile. L’obiettivo è adesso spingere quei 40% di cittadini che oggi, secondo Eurostat, non usano internet. Il digitale serve per lo sviluppo delle imprese, per fare sharing-economy”.

La Bruno Bossio pensa ai nuovi modelli di car-sharing che “rappresentano il futuro dal punto di vista dei consumi, del petrolio e della lotta all’inquinamento”.

“Questo è il futuro per la Calabria, dove è vero che ci sono più analfabeti digitale ma dove è anche vero che c’è il maggior numero di laureati e bravissimi ingegneri come dimostrano le tante startup calabresi”.

“La nostra scommessa oggi è questa: mettere da parte la Calabria del passato dove sono stati fatti tanti errori per andare avanti. Questa nuova giunta regionale – ha concluso la Bruno Bossio – guarda al futuro e vuole puntare sull’innovazione digitale. E’ in questa direzione che bisogna andare”.

 

Ernesto Carbone (Commissione Antimafia): ‘Pubblico e privato insieme per offrire nuovi servizi’

Per Ernesto Carbone, responsabile nazionale Innovazione del Pd e membro della Commissione parlamentare antimafia, i problemi da affrontare sono due: la connessione della Calabria e l’offerta.

Oggi, ha indicato Carbone, la maggior parte degli utenti usa internet solo per scaricare la posta, leggere il giornale…

Perché non lo fa per usare servizi della PA?

Pubblico e privato, secondo Carbone, devono lavorare insieme nella formulazione e offerta dei servizi.

Passaggio del parlamentare anche sulla pirateria: “Se riuscissimo a fare una vera lotta a chi scarica abusivamente dalla rete, credo che riusciremmo ad avere un’evoluzione dei servizi”.

“La Francia – secondo Carbone – da due anni porta avanti una seria lotta alla pirateria e oggi ha visto risultati positivi, registrando un picco dei servizi streaming del 120%”.

“L’appello che quindi faccio alle compagnie telefoniche – ha detto Carbone – è di cominciare a pensare a servizi diversi. Quello che posso sperare è che in futuro non mi serva più la parabola per guardare la tv ma che attraverso la rete telefonica possa avere altri servizi”.

A tutto questo si accompagna ovviamente la digitalizzazione della Pubblica amministrazione che “deve fare da motore”.

Perché – si domanda Carbone – nel 2015 devo uscire di casa per fare un certificato? Perché non posso pagare il ticket sanitario da casa?”.

“Questa grande sfida è la motivazione più forte per la famiglie. Da casa riesci a usare una serie di servizi che ti permettono di non perdere tempo”.

Allora, conclude Carbone, “la sfida è di due tipi: attrarre investimenti privati e l’altra, quella più impegnativa, guidare i Comuni a trasformare i loro servizi in servizi digitali. E per far questo a volte c’è bisogno di fissare un aut-aut”.

Simone Battiferri (Telecom Italia): ‘Bisogna costruire le infrastrutture altrimenti non andiamo da nessuna parte’

Il vero problema, ha subito evidenziato Simone Battiferri, direttore Business di Telecom Italia, “è che in Calabria non si usa internet”.

“Per far decollare l’economia digitale – ha quindi indicato il manager di Telecom Italia – bisogna portare avanti investimenti pubblico e privati. Bisogna costruire le infrastrutture, altrimenti non andiamo da nessuna parte”.

Se prendiamo le prime dieci app usate, ha indicato Battiferri, “non ne troviamo nemmeno una che riguarda la PA. C’è quel famoso 39% non interessato ai servizi offerti come Facebook o Google. Bisogna quindi mettere in rete servizi che possano interessarli”.

L’Italia – ha ricordato il manager –  è penultima nell’uso dei servizi di eGovernment, perché gli utenti sono pigri. Il governo sta facendo tanto, dallo Spid alla fattura elettronica, e ci indica che stiamo andando nella corretta direzione. Ci sono tuttavia alcuni punti da chiarire: è necessario premere sull’acceleratore altrimenti sarà difficile realizzare lo switch-off in tempi brevi”.

Mochi Sismondi in chiusura ha messo in guardia contro chi “l’innovazione non la vuole. Non credo che dentro la PA – ha detto il presidente del Forum PA – la digitalizzazione sia voluta da tutti. Bisogna quindi portare l’innovazione, scardinando i poteri costituiti e le situazioni ormai imbalsamate”.

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