Gli impegni formali assunti dagli operatori tlc italiani nel settore dell’ultrabroadband non corrispondono agli annunci sui giornali. Ed è per questo che il Ministero dello sviluppo economico intende convocare al più presto le aziende per avere conferma dei loro reali piani di investimento. Lo ha dichiarato il Sottosegretario alle comunicazioni, Antonello Giacomelli, in un’intervista al Sole 24 Ore, in cui sottolinea anche che solo Telecom Italia ha risposto alla richiesta del MiSE di fornire i suoi piani d’investimento sull’ultrabroadband.
La situazione dell’Italia nel settore delle reti ultraveloci è nota a tutti: la diffusione delle connessioni superiori ai 30 MBps è ferma nel nostro Paese al 21% (pari a una penetrazione dell’1%) contro una media Ue del 62% in termini di diffusione e del 6% in termini di penetrazione e picchi dell’82% e del 75% nel Regno Unito e in Germania.
Per recuperare questo gap, che penalizza consumatori e aziende e ci pone agli ultimi posti delle classifiche europee e mondiali, per fine ottobre dovrebbe essere completato il piano nazionale banda ultralarga con risorse per 7 miliardi di euro che dovrebbero consentire di allinearci ai dettami dell’agenda digitale europea.
Quanto agli sgravi fiscali previsti dallo Sblocca Italia per gli investimenti nelle infrastrutture a banda larga fissa e mobile, dice ancora Giacomelli, “…La norma è una buona intuizione, stiamo lavorando a precisarla meglio per evitare che si tratti solo di un contributo a fondo perduto senza effetti reali sul Piano nazionale”.
L’obiettivo è quello di evitare reti doppione e di premiare progetti che puntino sulla qualità e la convenienza economica.
Per accelerare la realizzazione del Piano, ha precisato comunque Giacomelli, è essenziale lavorare con le Regioni, convincendole della necessità “di programmare maggiori investimenti sull’ultrabroadband”. (A.T.)