Commissione Ue

Ue “si sveglia ora” e apre indagine su Telegram: “Forse dichiarati meno utenti in Europa per non sottostare al DSA”

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Se il numero effettivo di utenti di Telegram superasse la soglia dei 45 milioni (ora dichiarati 41 milioni), dovrà rispettare gli obblighi di conformità previsti dal Digital Service Act. Solo dopo l'arresto del CEO, la Commissione Ue ha aperto un faro sulla piattaforma?

La Commissione europea “si sveglia” adesso e sta indagando se Telegram abbia violato il Digital Services Act (DSA), sottostimando la sua base di utenti per evitare normative più severe applicabili alle grandi piattaforme online, come l’obbligo di moderare/contrastare e eliminare contenuti illeciti. Lo riporta in prima pagina il Financial Times. I funzionari sospettano che i 41 milioni di utenti dichiarati da Telegram in Ue siano stati volontariamente sottostimati per evitare di superare la soglia per una supervisione più severa fissata dall’Ue a 45 milioni di utenti. 

“Abbiamo un modo, attraverso i nostri sistemi, per determinare quanto siano accurati i dati degli utenti”, ha spiegato Thomas Regnier, portavoce della commissione per le questioni digitali. “E se pensiamo che qualcuno non abbia fornito dati accurati sugli utenti, possiamo assegnarli noi unilateralmente sulla base della nostra stessa indagine”.

L’indagine coincide con quella francese sulle presunte attività criminali di Telegram, che ha portato all’arresto del suo fondatore, Pavel Durov a Parigi e poi rilasciato su cauzione. Ora dovrà affrontare il processo, senza poter lasciare il Paese. 

Se il numero effettivo di utenti di Telegram superasse la soglia, potrebbe dover affrontare gli obblighi di conformità ai sensi delle regole Ue.

Telegram e il Digital Services Act e la prima reazione dopo l’arresto del CEO: “È assurdo affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili dell’abuso sul social”

Sul DSA è lo stesso Telegram a fare confusione. Nelle sue FAQ scrive “No. Il social non è soggetto al Digital Service Act”, mentre sul suo profilo X spiega: Telegram rispetta le leggi dell’UE, incluso il Digital Services Act: la sua moderazione rispetta gli standard del settore ed è in continuo miglioramento. Il CEO di Telegram, Pavel Durov, non ha nulla da nascondere e viaggia spesso in Europa. È assurdo affermare che una piattaforma o il suo proprietario siano responsabili dell’abuso di tale piattaforma. Quasi un miliardo di utenti in tutto il mondo utilizza Telegram come mezzo di comunicazione e come fonte di informazioni vitali. Stiamo aspettando una rapida risoluzione di questa situazione. Telegram è con tutti voi”.

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