Sergio Mattarella, il testimonial che non ti aspetti. Eppure il presidente della Repubblica ha ormai fatto capire in maniera concreta e ripetuta che il suo rapporto con il digitale e le nuove tecnologie non è soltanto di facciata. E se la scorsa settimana si è fatto immortalare mentre per primo testava l’uso dei certificati digitali, una novità in vigore da pochi giorni, oggi l’inquilino del Quirinale ha parlato del sovranismo digitale come di una priorità politica e strategica fondamentale per l’Unione Europea.
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Nostre società dipendono da infrastrutture critiche
“La pandemia ha messo in luce quanto le nostre società siano dipendenti da infrastrutture critiche, il cui controllo assume un’importanza centrale. Ha evidenziato quanto incidano carenze e ritardi nei processi di digitalizzazione. Da esse dipendono non soltanto le nostre relazioni, la nostra competitività, ma anche la capacità di garantire ai nostri cittadini una cornice di sicurezza, premessa di uno sviluppo in linea con i nostri valori. La sovranità, la sovranità europea -una ‘nostra’ sovranità- in campo tecnologico e digitale è, a questo riguardo, determinante. Un’esigenza che diventa ogni giorno più pressante”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica intervenendo ieri sera a Malaga alla sessione conclusiva del quattordicesimo Simposio Cotec Europa, insieme al Re di Spagna, Filippo VI, e al Presidente della Repubblica portoghese, Marcelo Rebelo de Sousa.
Sovranità tecnologica europea esigenza pressante. Tutelare la privacy
“La sovranità, la sovranità europea -una ‘nostra’ sovranità -in campo tecnologico e digitale è determinante. Un’esigenza che diventa ogni giorno più pressante. Pensiamo, ad esempio, a quanto incida sulla libertà del cittadino la tutela della privacy rispetto a tecniche sempre più invasive di ‘profilazione’. Al valore che riveste la certezza della salvaguardia della dignità della persona di fronte a sistemi pubblici e privati di conservazione e impiego dei dati, a partire da quelli in materia sanitaria“, ha affermato. “In un’economia nella quale una buona fetta di valore aggiunto è fornita dalla quantità di dati che si riescono ad accumulare e scambiare, la modalità di gestione degli stessi – ha evidenziato il Capo dello Stato – diventa espressione diretta di un preciso impianto valoriale e di una nuova stagione di tutela e di difesa dei diritti umani. L’Europa, patria dei diritti e della libertà, deve rimanere all’avanguardia in questi processi”.
“Lo abbiamo fatto – con grande anticipo e lungimiranza nel 2016 – attraverso il Regolamento generale sulla protezione dei dati personali. Lo stiamo facendo ora con l’adozione dei regolamenti sui servizi e i mercati digitali. Dobbiamo dotarci, tuttavia, di una visione più ampia, per rendere effettiva questa azione”.
L’Europa si doti di una strategia digitale
“Accanto al ruolo di ‘potenza normativa’, l’Europa deve dotarsi di una strategia digitale efficace anche sul piano industriale, per poter essere davvero garante dell’applicazione dei principi elaborati e introdotti nella normativa comunitaria, perché venga offerta una pluralità di scelte di qualità ai propri cittadini e per restare al passo con le altre grandi piattaforme globali, al momento in grandissima parte non europee. In effetti oggi proviene dall’Unione europea meno del 4% delle principali piattaforme online”, ha affermato.
“In questo, le politiche per l’innovazione -ha ricordato il Capo dello Stato- svolgono un ruolo centrale e con Next Generation EU, abbiamo compiuto un passo nella giusta direzione. La direzione è quella di fornire a tutti i cittadini europei un orizzonte comune nel quale operare attraverso le ‘transizioni gemelle’, verde e digitale, trasformazioni profondissime e non più rinviabili, che ci consentano di sviluppare le nostre società nel segno della sostenibilità, senza venire meno ai nostri valori fondanti”.
“Entrambe queste transizioni guardano al 2030 come orizzonte intermedio, giocando sulla positiva interazione fra la dimensione della sostenibilità e quella della digitalizzazione. Abbiamo bisogno di investire nel nostro futuro. E possiamo farlo -ha concluso Mattarella- soltanto se lo faremo assieme, oltre Next Generation, oltre il 2030″.