“Donald Trump è stato eletto dagli americani per difendere gli interessi degli americani. La domanda per noi europei è: siamo pronti a difendere gli interessi degli europei?”. Questa la domanda che si pone Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica francese, al vertice della Comunità Politica europea, 42 leader riuniti in uno stadio enorme e nuovissimo, la Puskas Arena di Budapest, arrivato nel momento peggiore per l’Europa. E Macron sferza l’Europa, interrogandosi sul ruolo della Ue nel contesto globale.
“In definitiva ritengo che il nostro ruolo all’interno della Ue non sia quello di commentare l’elezione di Trump, di sapere se sia buono o meno. Trump è stato eletto dal popolo americano e difenderà gli interessi degli Americani, il che è un fatto buono e legittimo. La domanda è noi siamo pronti a difendere gli interessi degli Europei? Questa è l’unica domanda che ci viene posta davanti. E io penso che sia la nostra priorità. Perciò, non si deve trattare né di un transatlantismo che sarebbe naif, né di mettere in discussione le nostre alleanze e nemmeno di uno stretto nazionalismo che non ci consentirebbe di accettare questa sfida di fronte alla Cina e agli Stati Uniti d’America.
Momento decisivo per l’Europa
E dunque è un momento decisivo della storia per noi Europei. In fondo, la domanda che ci si pone davanti è vogliamo davvero leggere la storia scritta da altri? Le guerre lanciate da Vladimir Putin, le elezioni americane, le scelte dei Cinesi in termini tecnologici e commerciali. Oppure volgiamo scrivere noi la storia? Io ritengo che noi abbiamo la forza per scriverla la storia.
Le nostre economie sono forti, i nostri paesi hanno dei sistemi di difesa sofisticati e noi rappresentiamo qualcosa. L’Unione Europea sono 440 milioni di abitanti con 27 paesi. La comunità politica europea è più di 700 milioni di abitanti.
Se decidiamo di prendere coscienza di cosa significa tutto ciò dal punto di vista geopolitico, commerciale, è una potenza inaudita.
Non esiste nessun mercato al mondo fatto di 700 milioni di abitanti così uniti dalla storia, dagli interessi, dai valori che unisce noi che siamo seduti a questo tavolo. Nessuno.
Vogliamo diventare geopoliticamente irrilevanti?
Se finalmente ci svegliamo e decidiamo di non diventare geopoliticamente irrilevanti e di non diventare il mercato di regolazione delle altre potenze economicamente e commercialmente.
E dunque per me questo momento è quello in cui decidere di agire, di difendere i nostri interessi nazionali ed europei nel contempo, di credere nella nostra sovranità, la nostra autonomia strategica, e di poter dire semplicemente che non abbiamo voglia di essere dei clienti, di essere un mercato da conquistare, di delegare ad altri la nostra economia o la nostra sicurezza, ma vogliamo occuparci pienamente della questione della pace sul nostro territorio, della nostra prosperità e del nostro modello democratico. Per me sono queste le tre sfide della Comunità politica europea che abbiamo discusso insieme”.