Le ambizioni in materia di digitale dell’Italia al centro del discorso odierno del primo ministro Mario Draghi al Senato, in vista del Consiglio Europeo di questa settimana. Il premier nel suo intervento in aula ha affrontato diversi argomenti, dalla campagna vaccinale alla transizione ecologica al costo dell’energia, con un occhio di riguardo come detto per il digitale e la cybersecurity, migrazioni; commercio estero; impegni internazionali e in particolare la Cop26.
Dopo aver rivendicato il ruolo di leader del nostro paese sul fronte della campagna vaccinale, Draghi ha dedicato ampio spazio al digitale.
Agenda Digitale Ue, gli obiettivi al 2030
“Per quanto riguarda l’agenda digitale – ha detto Draghi – il Consiglio intende definire la tabella di marcia per gli obiettivi del 2030, anche con l’indicazione di scadenze e di un sistema di monitoraggio. Gli obiettivi europei per il 2030 riguardano quattro aree prioritarie: infrastrutture digitali sicure, efficienti e sostenibili; trasformazione digitale delle imprese; digitalizzazione dei servizi pubblici; competenze digitali”.
Leggi anche: Digital Compass 2030. L’Europa sceglie l’FTTH, ma questa volta l’Italia potrebbe essere tra i primi
Digitale, Draghi: ‘Italia ancora indietro, ma colmerà il gap e sarà guida nella Ue’. Stanziati 50 miliardi del Pnrr
L’Italia ha fatto propri questi obiettivi e ne ha anticipato il raggiungimento al 2026, “anche grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha detto Draghi – Siamo ancora indietro, ma intendiamo colmare rapidamente il divario che ci separa dal resto d’Europa, e in alcuni settori arrivare a guidare la transizione digitale europea. Per farlo abbiamo stanziato 50 miliardi di euro, oltre un quarto della dotazione complessiva del Piano. La Presidenza del Consiglio e i Ministeri coinvolti hanno già predisposto meccanismi di verifica sui progressi compiuti. Questi non saranno eccessivamente gravosi e saranno basati su indicatori attendibili”.
Ue, Draghi: ‘Nel digitale serve più cooperazione fra gli Stati membri in 4 aree’
Draghi punta poi il dito sulla necessità di migliorare la cooperazione tra gli Stati membri della Ue nel digitale. “Vogliamo trovare soluzioni condivise su quattro versanti: la sicurezza cibernetica, la concorrenza, i servizi digitali e l’intelligenza artificiale”.
Cybersecurity
Sul fronte della cybersicurezza, “il nostro obiettivo è garantire un quadro normativo chiaro e identificare risposte rapide e coordinate. L’Italia si è dotata di un’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che promuove lo sviluppo di capacità di prevenzione, monitoraggio, rilevamento e mitigazione. È un tema prioritario per l’Europa, che metterà in campo degli strumenti legislativi appositi”, ha detto.
Concorrenza, DSA e DMA e AI. Draghi: ‘Se è illecito offline è illecito anche online’
Sulla concorrenza, “lavoriamo sulle proposte di regolamentazione europea per il mercato e i servizi digitali. L’Italia sostiene la proposta di Regolamento sui mercati digitali e ne auspica la pronta adozione. Intendiamo poi fissare adeguate garanzie per la libertà di impresa e di espressione. Occorre assicurare al contempo la non discriminazione e la corretta attribuzione delle responsabilità sulla distribuzione e pubblicazione di contenuti e prodotti on line. L’Italia sostiene il Regolamento UE sui servizi digitali, anche per proteggere efficacemente prodotti e contenuti realizzati in Italia. La nostra convinzione è che quello che è illecito off line debba essere illecito anche on line. Infine, sull’intelligenza artificiale, il nostro obiettivo è promuoverne la sperimentazione e renderne l’utilizzo più sicuro e trasparente. Allo stesso tempo, dobbiamo alimentare la fiducia dei cittadini per queste nuove soluzioni tecnologiche”.
Leggi anche: Servizi e mercati digitali, stretta dell’Ue: aumentano responsabilità e sanzioni per i GAFA. I documenti
La Strategia nazionale “sull’intelligenza artificiale adottata dal Comitato Interministeriale per la Transizione Digitale costituisce il quadro per migliorare il posizionamento competitivo del Paese”.
Leggi anche: Intelligenza artificiale affidabile ed etica. Le regole dell’Ue. Vestager: “Da noi no sorveglianza di massa”
Ue, Draghi: ‘Obiettivo è produrre il 20% dei semiconduttori mondiali entro il 2030’
Una sfida decisiva per l’Europa, ricorda Draghi nel suo discorso, “è raggiungere l’autonomia tecnologica nei semiconduttori e nelle tecnologie quantistiche – ha detto il presidente del Consiglio – L’Europa è passata dal 44% della capacità globale di semiconduttori nel 1990 ad appena il 9% nel 2021. Dipendiamo sempre di più dalle forniture extra-europee. Quando queste ritardano o si bloccano, come è accaduto in questi mesi di ripartenza economica, le aziende possono vedersi costrette a fermare o rallentare di molto la loro produzione”.
“L’Unione europea intende produrre il 20% dei semiconduttori mondiali entro il 2030. Per farlo, dobbiamo intervenire subito e con decisione. La Cina e gli Stati Uniti lo stanno già facendo, investendo decine di miliardi ciascuno in questo settore. L’Unione europea deve mettere insieme le capacità di ricerca, progettazione, sperimentazione e produzione di tutti i Paesi europei per creare, ad esempio, un ecosistema europeo di microchip all’avanguardia. Sosteniamo con convinzione la proposta della Commissione Ue di adottare uno European Chips Act per coordinare investimenti e produzione europei di microchip e circuiti integrati. Dobbiamo inoltre agire con la massima urgenza per rafforzare la cooperazione tra pubblico e privato e attrarre investimenti alla frontiera tecnologica”.
Leggi anche: Semiconduttori, Breton: ‘L’Europa deve raddoppiare la sua capacità di produzione’
L’UE annuncia il “Chip Act” e punta ad una quota del 20% del mercato globale
Ue, Draghi: ‘Inevitabile e necessaria costruzione difesa unica’
“Serve un ruolo unico dell’ Europa perché effettivamente più si avanti e più si scopre che le sfide globali non si vincono da soli. Non saremo riusciti infatti a vincere la sfida della pandemia e non saremmo riusciti a vincere la sfida della ripresa. È impossibile vincere la sfida digitale e della transizione e a questo dobbiamo aggiungere che non potremmo mai vincere sul piano nazionale quella della difesa. È inevitabile e necessaria una costruzione di una difesa unica europea”, ha chiuso Draghi.