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UE, controdazi o contromisure? Il voto mercoledì. Possibile una web tax europea

Attesa per il vertice dei ministri del Commercio Ue, controdazi o contromisure?

Parte oggi la roadmap ufficiale che porterà gli Stati membri dell’Unione europea (Ue) a definire una posizione ed una strategia definitiva rispetto alle politiche tariffarie decise dell’amministrazione americana guidata da Donald Trump.

In giornata si svolgerà in Lussemburgo il vertice dei ministri del Commercio dell’Unione europea e dovrebbe essere annunciata una prima proposta della Commissione europea su quella che sarà la prima risposta concreta ai dazi imposti da Trump ai prodotti europei esportati negli Stati Uniti.
C’è già una lista di prodotti che potrebbe essere soggetta a nuove misure tariffarie lasciata in consultazione, su cui Bruxelles sta lavorando e che potrebbe essere definita nelle prossime ore.

L’impegno sui negoziati resta” ma, al contempo, “l’Ue è pronta a difendere i propri interessi attraverso contromisure proporzionate, se necessario“, ha detto la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un colloquio telefonico con il premier britannico Keir Starmer.
Oggi nel pomeriggio, però, tornando inevitabilmente sull’argomento ha chiarito che come Unione, “siamo pronti a negoziare con gli Stati Uniti. Abbiamo infatti offerto tariffe zero-per-zero per i beni industriali, come abbiamo fatto con successo con molti altri partner commerciali“,

Il commissario Ue al Commercio e alla Sicurezza Economica, Maros Sefcovic, ha già rilasciato una dichiarazione: “Oggi discutiamo come posizionare l’Europa sul tema dei dazi, come preparare i prossimi passi rispetto agli Usa, ma anche come muoversi per prevenire accadimenti del genere”, aggiungendo che “il confronto sarà su quello che definirei un nuovo paradigma del sistema commerciale globale”.

Alla riunione parteciperà il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Occorre scongiurare una guerra commerciale. L’obiettivo primario dev’essere la tutela del nostro sistema produttivo e del nostro export“. Sempre il ministro a margine del vertice ha dichiarato che molto probabilmente “ci sarà una lista di prodotti americani su cui mettere i dazi con effetto dal 15 aprile“. “E’ una vecchia lista congelata, io ho chiesto il rinvio ma mi pare che la posizione prevalente sia di cominciare da metà mese“, ha precisato Tajani.
Una linea piuttosto differente da quella dei falchi, guidati dalla Francia e disposti a mettere in campo addirittura lo strumento anti-coercizione che chiuderebbe le porte del mercato Ue agli Usa.

Da vedere se si tratterà di controdazi o di contromisure più generali, se ci sarà quindi una vera e propria guerra commerciale o una trattativa sul lungo termine, se saranno colpiti i prodotti o i servizi e ancora se i Paesi membri dell’Unione troveranno mai una risposta comune ferma ed efficace.

Dall’Air Force One, rientrando alla Casa Bianca da un fine settimana di partite a golf in Florida, il presidente Trump ha dichiarato che i governi stranieri, in particolare asiatici ed europei, vogliono negoziarestanno venendo al tavolo delle trattative, ma dovranno pagare un sacco di soldi su base annua per eliminare ii dazi commerciali” da lui stesso definiti “medicinali“. Sul tavolo la possibilità di ridurre del 50% le tariffe decise da Wasghington.

Mercoledì 9 aprile il voto degli Stati europei. Web tax per le Big Tech? Paura per la stagnazione economica

Il primo passo ufficiale, che sancirà la reazione dell’Unione europea alla posizione USA, è atteso per mercoledì 9 aprile, quando i 27 Stati dell’Ue saranno chiamati a votare la proposta della Commissione in risposta alle tariffe su acciaio, alluminio e automotive del 25% e sui dazi reciproci al 20% sulle restanti merci.

Sei fanno sempre più insistenti le voci di una contromisura che vada a colpire i fornitori d’oltreoceano di servizi digitali in Europa, quindi le Big Tech, con una specie di web tax, una sorta di equo compenso da far pagare ai giganti tecnologici, secondo quanto riportato da Claudio Tito su La Repubblica.
Sempre sul quotidiano romano, Carlo Altomonte, Professore di Politica Economica Europea all’Università Bocconi di Milano, invita ad una “reazione compatta” da parte dei Paesi Ue, “non ha senso colpire gli stessi beni importati dagli Usa“, suggerendo che “dovremmo tassare i servizi americani al 12,5%, a fronte oggi di una importazione con nessun onere né doganale né sostanzialmente in termini di fiscalità“.

Allo stesso tempo, in settimana, potrebbero arrivare anche le multe per Apple e Meta, per aver infranto la legge sui mercati digitali. Si tratta di un dossier separato da quello dei dazi ma che, inevitabilmente, rischia di intersecarsi con i negoziati tra Ue e Usa.

I problemi sono diversi, non si tratta solo dell’impatto diretto delle tariffe americane sulle imprese e l’economia reale, con possibili effetti sulla domanda e l’occupazione, solo per fare due esempi. C’è da tenere conto delle speculazioni sempre dietro l’angolo e dell’inflazione.

Preoccupa anche il trend negativo delle borse europee e le reazioni scomposte degli investitori, che mandano chiari segnali di paura e incertezza. In particolare, però, si sente sempre più pronunciare il termine stagnazione” economica.

Nuovo lunedì nero per le borse europee. Crolla Piazza Affari, a picco i titoli bancari

Si profila un nuovo lunedì nero per le borse europee, in fumo quasi 890 miliardi di euro di poco meno di 3 ore di avvio di contrattazioni a livello continentale. Dopo l’ennesimo tonfo di quelle asiatiche, i listini del vecchio continente sono tutti già in profondo rosso. Milano con il Ftse Mib lascia sul terreno il 7%, mentre lo spread va in rialzo, con il differenziale tra Btp e Bund che cresce di 11 punti base a 130 punti.
Da segnalare anche il crollo dei titoli bancari, con perdite al momento fino al 12%.

L’ondata di vendite innescata dai dazi ha bruciato in tre giorni 9,5 trilioni di dollari sulle piazze globali. Il calcolo è stato aggiornato da Bloomberg alla luce questa mattina del crollo delle piazze asiatiche e dell’andamento negativo anche in Europa. 

Oggi è una giornata particolarmente complicata, tutti abbiamo notato l’andamento della Borsa. Dobbiamo assolutamente sventare la guerra commerciale, questo significa lavorare da subito sulla de-escalation sui dazi, non certo su nuove misure di ritorsione che creerebbero un ulteriore impatto nei mercati globali“, ha detto il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, in occasione di un convegno al Cnel.

L’Europa è chiamata ad affrontare una sfida enorme. La politica tariffaria americana sta mettendo a dura prova l’economia continentale e le minacce sono tante, dalla guerra in Ucraina al costo dell’energia. Il commissario Ue all’Economia, Valdis Dombrovskis, durante una conferenza a Riga, ha detto che sabato scorso che “l’anno scorso abbiamo avuto una crescita complessiva dell’1%” e che “quest’anno ci aspettiamo una crescita leggermente più rapida“. Ma i un conto sono le stime passate, un conto i nuovi dati, che saranno comunicati il prossimo 16 maggio.

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