Messi insieme, l’Unione europea e la Cina fanno poco meno di 2 miliardi di persone, circa un terzo della popolazione mondiale. Se è ancora vero che il peso demografico e il PIL determinano la forza reale di un Paese e di una federazione negli equilibri mondiali, Europa e Cina hanno la possibilità di elaborare assieme un modello avanzato di urbanizzazione, orientato allo sviluppo sostenibile, al consumo critico e all’innovazione tecnologica e culturale in ambito urbano, valido davvero per tutti.
È quanto emerso ieri a Bruxelles durante l’evento EU-China Urbanisation Partnership Forum, iniziativa promossa dalla Commissione europea col fine di affrontare alcuni elementi critici dell’urbanizzazione globale, con riferimento alle città europee e cinesi in tema di: Smart Cities; Sustainable Urban Mobility; Climate Change and Covenant of Mayors; EU-China Forum on Sustainable Cities..
All’evento hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, il premier cinese, Li Keqiang, e il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk.
“Entro il 2020 il 60% dei cinesi (780 milioni) abiterà in città – ha commentato Juncker – ciò significa che dobbiamo rapidamente favorire tale processo con le dovute accortezze politiche, sociali e tecnologiche”. “Un fenomeno che riguarda inevitabilmente anche i centri urbani europei, dove già oggi vivono quasi i tre quarti dei cittadini dell’Unione e che richiede maggiore impegno per lo sviluppo di tecnologie pulite, di servizi e infrastrutture per la mobilità sostenibile, per migliorare la vivibilità dei centri urbani”.
“Tali criticità sono una sfida non più rimandabile, che unisce Europa e Cina, attraverso una nuova partnership strategica centrata sulle città del futuro, più sostenibili, più verdi, più inclusive, le smart cities”, ha quindi dichiarato il presidente.
Tre i punti di partenza su cui si baserà il lavoro del forum euro-cinese per l’urbanizzazione intelligente: stringere e rendere efficiente il rapporto tra amministrazioni pubbliche, cittadini e imprese; utilizzare la green economy, l’economia digitale e la lotta all’inquinamento per creare nuova occupazione, migliorare la qualità della vita, promuovere le smart communities; tramite la partnership sviluppare opportunità di lavoro per aziende europee e cinesi a partire dai territori urbani.
“Si inizia subito con l’accordo tra la città di San Sebastian in Spagna e l’antica città cinese Jiuquan, nella provincia del Gansu (dove passava l’antica via della Seta), per lo sviluppo del business legato alle tecnologie verdi, alle fonti energetiche rinnovabili e la gestione dei rifiuti”, ha infine dichiarato Juncker.
L’obiettivo del forum, quindi, è creare e aprire a tutti gli stakeholders una piattaforma comune per lo scambio di informazioni, esperienze e best practice, e nel favorire la nascita di una cooperazione imprenditoriale tra Europa e Cina.