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Ucraina: la guerra manda fuori controllo i prezzi di gas e petrolio. Alle stelle l’alluminio

L’invasione dell’Ucraina e le conseguenze sui mercati

L’invasione dell’Ucraina non porta con sé solo paura, sgomento e dolore, ma anche numerosi contraccolpi diretti in campo economico, finanziario e industriale, facendo aumentare i prezzi di molti beni e servizi essenziali.

Non solo per il popolo ucraino e per quelli confinanti, ma anche per noi europei, perché come già sapevamo la Russia rifornisce il vecchio continente di gas e altre materie prime e l’avvio del conflitto non farà che aumentare progressivamente i prezzi, mentre l’offerta potrebbe iniziare a ridursi.

Rialzi record dei prezzi per gas, petrolio e alluminio

Questo lo schema generale di quanto sta accadendo e potrebbe accadere da ora in poi.

Il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam, benchmark del metano per l’Europa continentale, è schizzato a 125 euro megawattora (MWh), con i future saliti ad un massimo del +41%, secondo l’Ansa.

Stessa tendenza per il petrolio, che subito dopo l’avvio delle operazioni militari in Ucraina ha registrato un aumento del +7% per il brent europeo, superando i 103 dollari al barile, e del +6% per quello texano, che si ferma a 98 dollari al barile.

Vola anche il prezzo dell’alluminio, che ha raggiunto una quotazione record di 3.382 dollari/tonnellata, superiore anche a quella toccata in occasione della grande crisi finanziaria del 2008 (quando si sono sfiorati i 3.380 dollari/tonnellata).

I settori industriali coinvolti

L’aumento pesantissimo dei prezzi dell’energia avrà ripercussioni al momento non quantificabili, ma certamente dirette, sui prezzi di molti beni e servizi anche essenziali, ma non è da sottovalutare neanche quanto sta accadendo sul mercato delle altre materie prime.

L’alluminio è centrale per l’industria dei trasporti (aerei, navi, treni), automotive, delle costruzioni, dell’elettronica e delle macchine industriali, degli imballaggi (la tradizionale latta), fino alla costruzione delle biciclette, giusto per fare qualche esempio.

Boom prezzi delle altre materie prime

Non solo gas e petrolio, però, perchè l’attacco all’Ucraina ha spinto in alto anche i prezzi di grano e mais, ad esempio.

Alla chiusura del mercato future della borsa merci di Chicago, che rappresenta il punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole, si sono registrati incrementi notevoli dei prezzi del grano, che sono balzati del 5,7% in un solo giorno raggiungendo il valore massimo da 9 anni a 9,34 dollari a bushel.

Stessa sorte per la soia, che ha raggiunto il massimo dal 2012, e per il mais, che è di fatto al massimo da otto mesi.

Secondo dati Coldiretti riportati da Radiocor del Sole 24 Ore, l’Ucraina è al quinto posto nel mondo per la produzione di mais per alimentazione animale con circa 36 milioni di tonnellate e al settimo posto per la produzione di grano per alimentazione umana, con 25 milioni di tonnellate.

La Russia, invece, è il primo produttore di grano al mondo.

Il tonfo delle borse

Giù anche le borse in avvio di contrattazione, come riportato da TGCOM24: la Borsa di Milano ha aperto in deciso calo sugli effetti dell’attacco russo all’Ucraina, il primo Ftse Mib ha ceduto l’1,81% a 25.486 punti; a Francoforte il Dax cede il 3,37% a 14.036 punti; a Parigi il Cac 40 arretra del 4,19% a 6.496 punti; a Londra il Ftse 100 perde il 2,7% a 7.294 punti.

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