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UberPop, la partita non è chiusa

Uber

Il destino di UberPop resta ancora aperto in Italia, dopo che oggi Marina Tavassi, presidente della sezione specializzata imprese del Tribunale di Milano, si è riservata di decidere sull’istanza di sospensione del blocco della App discusso questa mattina.

Dopo lo stop dell’app UberPop sul territorio nazionale (domani è l’ultimo giorno ndr), sentenziato dal Tribunale di Milano il 26 maggio scorso, Uber ha presentato ricorso, con l’appoggio di Altroconsumo.

Il blocco, deciso dal giudice Claudio Marangoni, inibisce il servizio e accoglie il ricorso presentato dalle associazioni di categoria dei tassisti per “concorrenza sleale” e “violazione della disciplina amministrativa che regola il settore taxi e il trasporto pubblico non di linea”. L’azienda americana dovrà adeguarsi al provvedimento, altrimenti scatteranno 20mila euro di multa per ogni giorno di ritardo sulla chiusura previsto dall’ordinanza. In attesa di vedere come andrà a finire con il reclamo.

Quindi, per ora è chiaro è che il servizio di UberPop si dovrà fermare l’11 giugno. Le altre app ‘Uber black’ e ‘Uber delivery’ continueranno ad operare senza alcun tipo di interruzione su tutto il territorio nazionale.

C’è da dire poi che la decisione presa dal Tribunale di Milano il 26 maggio nei confronti di UberPop  è soltanto il primo atto della battaglia legale e non è una sentenza definitiva.

Se da una parte, la categoria dei tassisti si è detta soddisfatta della sentenza, dall’altra i consumatori non sono contenti. Anzi, hanno appoggiato la causa in favore di Uber e secondo i dati diffusi dalla società dal 26 maggio UberPop ha registrato un +30% in media nelle iscrizioni, con un picco del +100% il giorno stesso dell’ordinanza.

Una risposta, quella dei social, che ha dato manforte alle parole di Zac De Kievit, Direttore Legale Uber Europa legale, che dopo la notizia della sentenza aveva detto: Siamo ovviamente molto dispiaciuti dalla decisione presa oggi su Uberpop, una decisione che rispettiamo ma non comprendiamo. Ricordiamo, inoltre, che la Commissione Europea ha chiaramente affermato che gli stati membri dovrebbero garantire equità, proporzionalità e nessuna discriminazione nella regolamentazione dei nuovi servizi basati sulla tecnologia come Uber.”

Fondamentale in questa battaglia ancora da giocare è il parere dell’Autority dei Trasporti, che propone un’interpretazione più aperta sulla questione dove specifica che “queste nuove forme di mobilità sono complementari e non confondibili con i taxi tradizionali.”

Anche l’Unione Nazionale Consumatori (UNC) non ci sta e contesta il blocco, affermando in una nota che si è considerato il danno dei tassisti rispetto ad Expo ma non quello dei consumatori, che sarebbero ben felici di andarci anche con mezzi alternativi ai taxi.”

 

Intanto, dalla Francia rimbalza la notizia che UberPop è stato lanciato a Marsiglia, Strasburgo e Nantes, sfidando apertamente la norma emessa dal Governo francese il primo gennaio di quest’anno sull’attività di noleggio con conducenti e dei taxi. L’impasse giuridico (c’è una normativa ma i tribunali ancora non l’hanno mai applicata) sta permettendo la sopravvivenza e la continuazione del servizio.

La speranza è che in Italia, diversamente da quanto succede in Francia, vengano colmati i coni d’ombra normativi che rischiano di penalizzare i servizi di sharing economy che utilizzano le piattaforme web, che non riguardano soltanto Uber ma anche ad esempio i servizi di car sharing.

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