Twitter potrebbe essere bannato in Europa se non rispetterà il nuovo regolamento sui servizi digitali (Digital Service Act) approvato il 16 novembre scorso dal Parlamento europeo.
Secondo il Financial Times le autorità di regolamentazione europee si sono preoccupate dopo che Elon Musk ha lanciato il servizio di abbonamento premium “Twitter blue”, che ha visto la sua funzione di “spunta blu” abusata da profili falsi.
Preoccupa il numero dei dirigenti che hanno lasciato Twitter
Le autorità di regolamentazione “sono sempre più preoccupate” per il numero di dirigenti di Twitter che hanno lasciato l’azienda e che ricoprivano posizioni chiave per la sicurezza, dopo che Musk ha tagliato metà dei 7.500 dipendenti. Ieri l’Ue ha dato il via alla designazione delle piattaforme che soddisfano la soglia di almeno 45 milioni di utenti e che dovranno aderire alle regole più severe. Il processo durerà quattro mesi e Twitter dovrebbe rientrare in questa categoria. Christel Schaldemose, europarlamentare che presiede l’implementazione del Dsa ha dichiarato che “se l’Ue non si assicura che le regole Dsa si applichino a Twitter” la legge sulle Big Tech “sarà un fallimento”.
Il Financial Times riporta che “i rappresentanti di Twitter dovrebbero incontrare i funzionari dell’Ue alla fine del mese per discutere l’effetto delle nuove regole per la piattaforma”. “Ma se Musk non affronterà le preoccupazioni per il crescente numero di profili falsi e di troll sulla piattaforma”, ammonisce il quotidiano, “Twitter potrebbe rischiare di essere bandito da Bruxelles”. “La piattaforma rischia di incorrere in multe fino al 6% del suo fatturato se viene riconosciuta come recidivo e Bruxelles può ordinare a Twitter di cambiare il suo comportamento e multarlo periodicamente finché non smette di farlo”, spiega il quotidiano.
Il Digital services act stabilisce per la prima volta le regole su come le Big Tech devono mantenere gli utenti al sicuro online. “Il Dsa richiederà a Twitter, in quanto piattaforma online di grandi dimensioni, una massiccia conformità tecnica e legale”, ha dichiarato al Financial Times una fonte informata dei fatti. “Molte di queste persone hanno lasciato o sono state licenziate” denuncia il FT.
La vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager e il Commissario del mercato interno, Thierry Breton si starebbero “affrettando per impiegare personale sufficiente per far rispettare le regole”. I funzionari di Bruxelles temono inoltre che “l’eliminazione di alcuni moderatori possa influire sulla capacità della piattaforma di controllare i contenuti online”, conclude il Financial Times.
Cos’è la nuova Legge sui servizi digitali
Strumento normativo unico nel suo genere a livello mondiale, la legge sui servizi digitali (Digital service act o Dsa) è entrata in vigore nell’Unione europea lo scorso 16 novembre con l’obiettivo di stabilire nuovi obblighi per le piattaforme online di riduzione dei danni e di contrasto dei rischi online, introducendo forti tutele per i diritti degli utenti online e collocando le piattaforme digitali in un nuovo quadro unico di trasparenza e responsabilità.
Un dispositivo normativo atteso da tempo, soprattutto dopo l’entrata in vigore a fine ottobre della Legge sui mercati digitali, che garantisce agli utenti nuove tutele e alle imprese la certezza del diritto in tutto il mercato unico.
Le disposizioni a tutela di consumatori e gli obblighi per le piattaforme
Il nuovo regolamento cercherà di controllare al massimo i giganti del web riguardo la tutela della libertà di espressione. Sono presenti infatti regole che limiteranno le decisioni arbitrarie di moderazione da parte delle piattaforme online, e norme atte ad imporre che i termini d’uso delle piattaforme siano esposti in modo chiaro e conciso, nel rispetto dei diritti fondamentali degli utenti.
La Commissione avrà la facoltà di verificare direttamente le piattaforme e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi, imprese che individualmente raggiungono oltre il 10% della popolazione dell’UE, vale a dire circa 45 milioni di persone. Ciascuno Stato membro dovrà inoltre designare un coordinatore dei servizi digitali, che supervisionerà altre entità che rientrano nell’ambito di applicazione della legge sui servizi digitali, nonché le piattaforme e i motori di ricerca di dimensioni molto grandi per le questioni non sistemiche.
I termini della Dsa
A partire dal 16 novembre, si legge nel comunicato che accompagna l’entrata in vigore della legge, le piattaforme online disporranno di 3 mesi (fino al 17 febbraio 2023) per comunicare il numero di utenti finali attivi sui loro siti web.
Gli Stati membri dell’UE dovranno conferire i poteri spettanti ai propri coordinatori dei servizi digitali entro il 17 febbraio 2024, data generale di inizio dell’applicazione della legge sui servizi digitali