Tv locali, si cambia in vista del passaggio della banda 700 Mhz dai broadcaster alle telco previsto per il 2022 e che partirà gradualmente dal 2020. Diversi i cambiamenti comunicati oggi dal Mise, frutto del Tavolo Tv 4.0, in arrivo per accompagnare il passaggio dell’emittenza locale nella nuova era del digitale terrestre di seconda generazione, in concomitanza con il trasferimento in banda sub 700 che dovrà avvenire gradualmente prima del 2022 per fare spazio al 5G.
Oggi al ministero si è tenuto il quarto incontro del tavolo 4.0 con gli stakeholder coinvolti e il Mise ha comunicato in una nota le linee generali delle modifiche normative in via di presentazione in Parlamento nell’ambito della Legge di Bilancio 2019 che riguardano appunto la migrazione dei broadcaster.
“Le modifiche rispondono ai contenuti presenti nella segnalazione inviata dall’AGCom al Governo lo scorso mese di luglio e sono frutto di un’ampia interlocuzione con gli operatori favorita dal tavolo istituito presso il MiSE”, si legge nella nota.
C’è da dire che l’Autorità di garanzia per le comunicazioni aveva segnalato al Governo alcune criticità, in vista della migrazione dei broadcaster. In particolare, Agcom aveva criticato alcuni aspetti dell’articolo 89 della legge di bilancio, in particolare:
- il tema del diritto d’uso sulla capacità trasmissiva (invece delle frequenze);
- la confusione terminologica tra bacino regionale ed area tecnica;
- l’indeterminatezza dei criteri di definizione dei costi di indennizzo e copertura investimenti per la conversione della capacità trasmissiva.
Di seguito una sintesi delle principali modifiche normative in via di presentazione comunicate oggi dal Mise:
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Rimodulazione riserva di 1/3 e tutela del pluralismo anche locale
Si supera la riserva di un 1/3 della capacità trasmissiva in favore delle TV locali prevedendo, al contempo, che una quota della capacità trasmissiva sia riservata alle locali.
Sempre sulle TV locali si prevede, nell’ambito del processo di transizione e venendo incontro alle esigenze manifestate dalle associazioni di categoria, che le sole emittenti locali nei canali 51-53 saranno oggetto di liberazione anticipata alla luce degli accordi internazionali assunti dal nostro Paese (per evitare interferenze ai paesi confinanti ndr) e saranno trasportate dalla concessionaria del servizio pubblico a prezzi orientati al costo. La liberazione anticipata riguarderà anche le emittenti nazionali che sono sui canali 50 e 52.
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Banda VHF per lo sviluppo della radio digitale
Le modifiche normative consentiranno lo sviluppo pieno ed effettivo della radio digitale attraverso la destinazione della banda III VHF prioritariamente per la radio digitale.
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Multiplex RAI per l’informazione regionale in UHF
È prevista la realizzazione per l’informazione regionale della RAI di un multiplex in banda UHF, a fronte della legge di bilancio 2018 che stabiliva per l’informazione regionale RAI la creazione di un multiplex in banda III VHF. La modifica è volta ad assicurare un uso più efficiente dello spettro, a minimizzare costi e disagi per gli utenti e ad assicurare una migliore ricevibilità del segnale RAI.
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Beauty contest oneroso senza rilanci competitivi per le frequenze aggiuntive
La proposta normativa prevede l’assegnazione di ulteriore eventuale capacità trasmissiva disponibile in ambito nazionale e delle frequenze terrestri tramite una procedura onerosa con aggiudicazione all’offerta economica più vantaggiosa, senza rilanci competitivi. I proventi della gara saranno destinati a progetti di innovazione digitale promossi dagli operatori.
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Più risorse per i cittadini per decoder e smart TV
La proposta normativa prevede, infine, la rimodulazione degli importi destinati all’acquisto di decoder e smart TV (in vista dell’avvento del digitale terrestre di nuova generazione Dvb-T2 ndr) nel rispetto del principio di neutralità tecnologica. In particolare, vengono destinati 50 milioni di euro in più rispetto alla legge di bilancio dello scorso anno (per un totale di 150 milioni di euro) e le risorse vengono concentrate nel 2020, anno nel quale si prevede un picco della domanda.
Fra i temi affrontati dal Tavolo Tv 4.0
Il passaggio al nuovo standard del digitale DVB-T2, fissato per il 2022, preceduto dal cambiamento di codifica, da Mpeg-2 a Mpeg-4, che i televisori più vecchi potrebbero non sostenere senza l’ausilio di un decoder.
Il passaggio alle nuove frequenze post 700 Mhz avverrà poi in maniera sfalsata, con le locali che inizieranno a ricevere risorse sostitutive a partire dal 2020, mentre lo spegnimento delle nazionali è fissato a giugno 2022.
L’adeguamento degli impianti di trasmissione sarà inoltre una voce di costo per le emittenti, a fronte di contributi statali di un centinaio di milioni.
La roadmap per gli utenti. Entro il 2022, (c’è quindi un lasso di tempo di cinque anni), gli utenti italiani dovranno munirsi di un televisore nuovo o di un decoder che supporta il nuovo codec di compressione delle immagini HEVC.
Dal primo gennaio di quest’anno, le aziende produttrici di televisori sono obbligate a utilizzare solo sintonizzatori digitali in grado di ricevere in DVBT2, trasmettere in Mpeg4 in questo periodo di transizione e successivamente in HEVC o H.264.
Da quest’anno, i nuovi televisori sono gli unici a poter essere commercializzati. Il problema del decoder si porrà principalmente per i vecchi Tv ed è per questo che in prospettiva saranno con ogni probabilità il secondo e il terzo televisore di casa che avranno bisogno di un decoder.
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