Le emittenti televisive locali chiedono al governo nuove misure per uscire dalla crisi con la quale fanno i conti da anni.
L’esecutivo risponde ma precisa: più contributi sì, ma solo per chi scommette sull’impresa e basta contributi a pioggia.
Il 3 giugno è scaduto il termine per presentare osservazioni e commenti sulle Linee guida del nuovo Regolamento per l’erogazione dei contributi alle radiotv locali, pubblicate dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Il nuovo Regolamento tenderà a premiare i soggetti che investono nell’attività editoriale di maggiore qualità, in tecnologie innovative.
L’ultima Legge di Stabilità ha stabilito i 4 principi in base ai quali saranno stabiliti i criteri di erogazione dei contributi:
- Promozione del pluralismo dell’informazione
- Sostegno all’occupazione nel settore
- Miglioramento dei livelli qualitativi dei contenuti forniti
- Incentivazione all’uso di tecnologie innovative.
La Legge di Stabilità ha anche aumentato i contributi alle emittenti locali di un importo fino a 50 milioni che sarà ricavato dall’extra-gettito dal canone Rai.
Ed è proprio su quest’ultimo punto che si è soffermato ieri il Sottosegretario del MiSE, Antonello Giacomelli, intervenendo al RadioTv Forum di Aeranti-Corallo (ilprincipenudo. Tv locali nel limbo, fra caos frequenze e contributi a pioggia), per dire che grazie al recupero del canone Rai ”ci sono nuove risorse, delle quali una parte è destinata anche alle emittenti locali. Per farne un uso importante e non un indistinto gettito a pioggia, discuteremo insieme nuove linee guida. Ho intenzione di convocare a un tavolo tutte le parti interessate e avviare discussione vera. Servono regole certe, ma anche quelle non basteranno se non siamo capaci di fare sistema per affrontare il mercato che cambia”.
Rispetto alle emittenti locali, ”non vorrei più parlare di contributi ma di risorse, da destinare in base al ruolo svolto sul territorio” ha aggiunto Giacomelli.
Tre i motivi della crisi
Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo (l’organizzazione di categoria che rappresenta oltre 750 imprese) e presidente Aeranti, ha ricordato la ricorrenza dei 40 anni di attività dell’emittenza radiotelevisiva locale italiana.
Rossignoli ha chiesto al governo un cambio di rotta.
Da anni il comparto sta fronteggiando grosse difficoltà, come ha ricordato Rossignoli, indicando tre motivazioni sulle altre: contrazione del mercato pubblicitario, cambiamenti tecnologici e nuovi modi di fare impresa radiotelevisiva.
Per il coordinatore di Aeranti-Corallo, le scelte legislative del governo ”hanno più volte rimesso in discussione il ruolo dell’emittenza locale generando una situazione di incertezza permanente’‘.
Le richieste
Aeranti-Corallo ha pertanto chiesto al governo ”un cambio di rotta” e sollecitato “un progetto strutturale per l’emittenza locale che permetta di superare l’attuale stato di crisi e riaffermi il ruolo centrale del comparto nel sistema radiotelevisivo italiano”.
Fra i temi su cui si chiede un intervento:
- Intervento legislativo per bloccare la rimessa in discussione (prevista dalla Legge di Stabilità 2015) della numerazione dell’ordinamento automatico dei canali della tv digitale terrestre (LCN);
- Per la radio, acquisire ulteriori risorse frequenziali come il canale 13 attualmente attribuito ad altri servizi.
Giacomelli ha dato ampia disponibilità a parla di LCN, Canal 13 e anche Auditel.
“A questo proposito – ha indicato – abbiamo bisogno di un sistema che dia certezze e non stati d’animo. Glielo abbiamo già detto, se l’Auditel ce l’assicura bene, altrimenti serve uno strumento più raffinato, che catturi dinamiche più complesse”.
Il Sottosegretario ha però tenuto a precisare che nel settore delle tv locali “c’è chi scommette sul proprio ruolo di editore ogni mattina, facendo conti con le difficoltà, e c’è chi ha approfittato fino a oggi delle lacune della normativa e ha preso contributi a pioggia. Io vorrei che si uscisse da questa fase, evitando di disperdere risorse e concentrandole su chi scommette sulla propria impresa”.
Per farlo, ha continuato Giacomelli, “discutiamo con le associazioni, ma soprattutto abbiamo la convinzione che questo settore potrà essere ancora protagonista a patto che mantenga la caratteristica di 40 anni fa, quando si è affermato perché era innovativo e rivoluzionario”.
Misure per la ripresa del mercato pubblicitario
Rossignoli è comunque del parere che la questione delle tv locali “non deve essere incentrata sulla loro riduzione o sulla loro chiusura, semmai sul rafforzamento per farle uscire dalla crisi. Il governo deve prendere posizione e fare provvedimenti finalizzati non solamente alla contribuzione, che rimane importante, ma anche a misure come quelle per la ripresa del mercato pubblicitario“.