Cresce a livello internazionale lo sviluppo di armi anti-drone, un nuovo trend che sta invadendo il mercato con sistemi per mandare in tilt l’elettronica degli oggetti volanti o semplicemente con armi sempre più sofisticate per abbatterli in volo.
Lo scrive il sito specializzato Axios, aggiungendo che già lo scorso anno sono stati immessi sul mercato una lunga serie di sistemi anti-drone, considerati una grossa minaccia soprattutto in ambito militare. C’è da dire che i droni stanno evolvendo di pari passo, sviluppando sistemi di difesa adeguati.
E’ pur vero che restano ancora diversi problemi per lo sviluppo del mercato anti-droni, semplicemente perché molti dei sistemi messi a punto finora non funzionano troppo bene. Negli Usa poi la maggior parte dei sistemi anti-drone sono illegali a meno che non vengano utilizzati dalle agenzie federali.
Un vero e proprio censimento dei sistemi anti-drone oggi disponibili è stato realizzato dal Center for the Study of the Drone at Bard College (scarica qui il PDF della seconda edizione del report ‘Counter Drone-systems’).
- In totale,i ricercatori della Bard hanno individuato 537 sistemi in vendita.
- Più di 350 di questi sistemi sono disegnati per intercettare e disabilitare i droni; i rimanenti invece soltanto per identificarli.
- Il radio jamming (le interferenze del segnale radio) è il metodo più diffuso per portare a terra un drone. Altri metodi più creativi comprendono l’uso di laser, reti e persino di droni civetta da sacrificare in collisione.
Il report evidenzia due nuovi problemi: il primo, riguarda la bassa portata di diversi sistemi di rinvenimento dei droni. Il secondo problema riguarda il rapido progresso dei droni commerciali per il mercato consumer, che sta creando un circolo vizioso perché lo sviluppo di alcuni particolari sistemi di difesa rende i droni sempre più difficili da intercettare ed eventualmente da abbattere.
In sintesi, i droni sono sempre più veloci, si muovono in maniera sempre più autonoma. I droni più sofisticati possono volare senza Gps, e quindi meno soggetti alle interferenze radio. E ancora, ben presto i droni potranno volare in stormo consentendo il pilotaggio automatico da parte di un unico pilota, parendo la strada a nuove strategie di attacco più complesse da combattere.