È una brutta settimana per Facebook. In questi giorni è venuta alla ribalta la dura dichiarazione del suo ex vicepresidente per la crescita degli utenti, Chamath Palihapitiya: “mi sento tremendamente in colpa per aver creato dei tool che stanno distruggendo il tessuto sociale”, e il riferimento è ai Like e ai cuoricini che imperversano sul social network. “Questi strumenti, guidati dalla dopamina, fanno vivere 2 miliardi di utenti in un modo della perfezione, perché ricompensati con reaction a breve termine, cuori, mi piace, pollici in su, che in realtà confondono ciò che conta davvero, confondono la realtà e la verità”, ha aggiunto Palihapitiya durante un’intervista rilasciata davanti agli studenti della Graduate School of Business di Stanford.
L’altra spallata al social network blu arriva dalla Francia. “L’iscrizione a Facebook comporterà l’autorizzazione dei genitori per minori di età inferiore ai 16 anni”, ha detto il ministro della giustizia Nicole Belloubet. La novità è contenuta nel disegno di legge presentato dal Governo che riguarda tutti i social per tutelare maggiormente la privacy degli under 16. Tecnicamente la proposta di legge prevede che ci sia, nella procedura di iscrizione, una sezione, un box, in cui i genitori o i tutori possono esprimere il loro consenso o rifiuto.
Oltre alla privacy, il Governo francese pensa anche a tutelare la salute dei bambini dalle nuove tecnologie dichiarando guerra ai cellulari a scuola. Una legge in vigore li vieta già durante le ore di lezione, ma “dal rientro dalle vacanze sarà vietato utilizzarli anche nelle pause. Un’ipotesi è quella di riporli in appositi armadietti, in modo che non vengano utilizzati a scuola, ma possano comunque essere a portata di mano in caso d’emergenza”, ha annunciato il ministro dell’Educazione Jean-Michel Blanquer.
La replica di Facebook
Ritornando alla vicenda del fuoco amico in casa Facebook è giunta la replica della società alle parole del suo ex vicepresidente: “Chamath non utilizza Facebook da oltre sei anni (come ha dichiarato lui stesso n.d.r.). Quando lavorava da noi, la compagnia era focalizzata sull’ideazione di nuove esperienze e sulla crescita del social network in tutto il mondo. All’epoca, era un’azienda molto diversa e, crescendo, ci siamo resi conto di come anche le nostre responsabilità sono cresciute”, si legge nella dichiarazione rilasciata al Washington Post. “Abbiamo svolto molto lavoro e ricerche con esperti e accademici per comprendere gli effetti di Facebook sul benessere delle persone e ora stiamo informando gli utenti sui cambiamenti apportati alla piattaforma”, ha concluso il portavoce della società.
Nei cambiamenti non sono stati eliminati i Like, anzi di recente sono aumentati le reaction, le faccine, per dare un feedback a un post, foto o video. E sono proprio questi feedback “la causa della distruzione del tessuto sociale”, secondo l’ex vicepresidente per la crescita degli utenti, Chamath Palihapitiya, che personalmente ha adottato questa soluzione per vivere senza l’illusione di una vita perfetta: stare lontano dai social network “anche se questo fa arrabbiare molto i miei amici”.