La pandemia mondiale ha colpito duramente Paesi come la Cina, l’Italia e successivamente gli Stati Uniti, si legge in un approfondimento su Skift.com, ma con risultati diversi per quel che riguarda viaggi e prenotazioni in albergo.
Faticosamente, dopo il primo impatto shock del Covid-19, il settore alberghiero ha ripreso a camminare in molti Paesi chiave per l’industria del turismo mondiale, sia in termini di prenotazioni, sia di posti di lavoro.
Alberghi in Cina, Italia e USA
Secondo il punto di vista di Arne Sorenson, Ceo di Marriot, il settore alberghiero cinese e americano dovrebbe riuscire a venir fuori dall’emergenza Coronavirus sfruttando fin da subito l’immenso mercato interno a disposizione.
L’Europa, invece, potrebbe giovare del turismo internazionale e i viaggi di affari, che piano piano stanno tornando in agenda, e già ora registra una ripresa molto forte dell’intero comparto alberghiero.
Il tasso di occupazione a fine luglio è del 60% nel settore alberghiero cinese, del 48% in quello americano e del 32% in quello italiano.
L’elevato numero di occupati in Cina è segno secondo STR che il mercato dei viaggi d’affari è già ripreso.
Negli USA il dato è ancora buono, considerando quello che sta accadendo con la pandemia di Coronavirus, ma non altrettanto positive saranno le stime per le prossime settimane.
Molto meglio l’Italia e l’Europa, che secondo i dati attuali potrebbero registrare un rimbalzo consistente fin da subito. Qui l’indice RevPar (Revenue Per Available Room), cioè il ricavo generato per camera disponibile, è già aumentato di 20 punti.
L’importanza di una strategia
Ora c’è da valutare l’andamento della pandemia nei prossimi giorni e le risposte che i singoli Governi daranno all’emergenza. In Cina ed in Europa si stanno portando avanti delle strategie di contenimenti sanitarie che sembra stiano dando dei buoni risultati.
Cosa che di per sé favorisce una più rapida e consistente ripresa dell’industria alberghiera e turistica in generale.
Diverso il discorso per gli Stati Uniti. Come ha spiegato il CEO di Wyndham, Geoff Ballotti: “L’Europa si trova a dover uscire da una crisi più grande rispetto agli Stati Uniti, ma lo sta facendo ad una velocità maggiore rispetto a noi”.
Il problema principale negli USA è la mancanza di una strategia unica per tutti per uscire dalla crisi sanitaria ed economica. Solo pensando alle mascherine, ai dispositivi di protezione individuale, è evidente che ogni Città e ogni Stato stanno andando per conto proprio.
Di questo si è accorta, ad esempio, anche l’American Hotel & Lodging Association, che in una lettera ha invitato tutti, Governatori locali e amministrazione Trump, a trovare un accordo di massima proprio riguardo l’uso della mascherina nei luoghi pubblici e nello specifico negli alberghi.