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Trump vuole secondo incontro con Kim Jong-un, In Spagna si dimette il ministro della Sanità Monton, Caos vaccini in Italia

Usa-Corea del Nord: Trump vuole accelerare il secondo incontro con Kim in vista delle elezioni

12 set 10:54 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jong-un, starebbero valutando di anticipare il loro secondo incontro, una mossa che gioverebbe al presidente Usa e al Partito repubblicano Usa in vista delle elezioni di medio termine che si terranno a novembre. “Le due Coree e gli Usa puntano al mese di ottobre, prima delle elezioni di medio termine”, stando a fonti diplomatiche sudcoreane citate dal quotidiano “Nikkei”. Anche Pyongyang sarebbe decisa ad anticipare il piu’ possibile il secondo incontro, per superare le difficolta’ delle scorse settimane e ottenere quanto prima nuove garanzie dagli Usa in materia di sicurezza. Il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Usa, John Bolton, noto per il suo profilo di “falco” nei confronti della Corea del Nord, ha dichiarato lunedi’ sera che Trump e Kim potrebbero incontrarsi di nuovo prima della fine dell’anno, pur criticando Pyongyang per gli scarsi progressi sul fronte della denuclearizzazione.

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Usa-Grecia, colloqui per ampliare operazioni nel Mediterraneo orientale

12 set 10:54 – (Agenzia Nova) – Le forze armate statunitensi sarebbero in trattative per ampliare le proprie operazioni in Grecia, utilizzando piu’ basi aeree e navali. Secondo quanto riferito dal “Wall Street Journal”, che cita funzionari anonimi, ci sono sia fattori geopolitici che geografici che rendono la Grecia un sito attraente per l’esercito Usa, considerando anche le crescenti tensioni con la Turchia. Geograficamente, la Grecia ha un clima ideale per l’addestramento al volo tutto l’anno, e ospita gia’ basi della Nato. Inoltre, sembra che sia l’attuale governo greco che l’opposizione sarebbero interessati all’ipotesi, secondo funzionari statunitensi in visita nei giorni scorsi. “La geografia della Grecia e le opportunita’ qui sono piuttosto significative”, ha detto il generale dei Marine, Joe Dunford, presidente dei capi di Stato maggiore, ai giornalisti citando la vicinanza della Grecia alle operazioni statunitensi in Siria e in Nord Africa. Gli Stati Uniti hanno gia’ iniziato ad ampliare l’uso delle basi greche. Questa primavera, droni MQ-9 Reaper disarmati hanno iniziato ad operare fuori dalla Larisa Air Force Base in Grecia. Il maggiore utilizzo delle basi greche non dovrebbe influire sul futuro delle operazioni statunitensi presso la base aerea di Incirlik in Turchia.

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Brasile, Lula da Silva rinuncia alla corsa per le presidenziali e sceglie Haddad come sostituto

12 set 10:54 – (Agenzia Nova) – L’ex presidente del Brasile, Luiz Ina’cio Lula da Silva, ha ufficialmente rinunciato a candidarsi alle elezioni generali del prossimo ottobre e ha designato, quale suo sostituto, l’ex sindaco di San Paolo, Fernando Haddad. Il passo indietro dell’ex mandatario, che sta scontando una pena di 12 anni in carcere per corruzione, e’ stato annunciato da un comunicato del Partito dei lavoratori (Pt) verso le due del pomeriggio dell’ultimo giorno utile, dopo due anni e mezzo di battaglie legali. I magistrati avevano infatti dato tempo fino a oggi per annunciare, una volta per tutte e dopo continui ricorsi, la decisione di abbandonare la corsa e nominare un sostituto. Lo scrive il quotidiano spagnolo “El Pais”, aggiungendo che, anche se c’era poco altro da fare, innumerevoli sostenitori da una parte e nemici dall’altra aspettavano con ansia la conferma della rinuncia dell’ex presidente che, negli anni, aveva abituato l’opinione pubblica a sorprendenti assi nella manica. Non a caso, a prescindere dagli eventi, Lula e’ riuscito sempre a piazzarsi in testa ai sondaggi con un ampio vantaggio sui rivali. In una recente analisi delle intenzioni di voto, l’ex capo di Stato e’ dato addirittura in crescita con il 39 per cento dei voti.

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Spagna, si dimette il ministro della Sanita’ Carmen Monton per lo scandalo del master irregolare

12 set 10:54 – (Agenzia Nova) – Il governo spagnolo di Pedro Sanchez perde un altro pezzo. A 101 giorni dall’insediamento, il ministro della Sanita’, Carmen Monton, ha rassegnato nella notte le sue dimissioni per non danneggiare la reputazione dell’esecutivo e del primo ministro. La dirigente socialista non ha resistito alla cascata continua di notizie che ha trasformato il suo brillante master, conseguito presso l’Universita’ Rey Juan Carlos, in uno scandalo di irregolarita’, voti falsi e ricerche copiate. Il caso della Monton, finito oggi in apertura di tutti i principali quotidiani spagnoli, ricorda molto quanto accaduto alla leader della Comunita’ di Madrid, Cristina Cifuentes, costretta alle dimissioni da una mozione di sfiducia presentata dal Partito socialista operaio (Psoe) sempre a causa di un controverso master. La Monton, che ieri mattina aveva convocato una conferenza stampa d’urgenza nel tentativo di dare spiegazioni e placare la bufera sulle irregolarita’ del suo titolo di studio, e’ capitolata definitivamente nella notte dopo la diffusione della notizia secondo cui 19 delle 52 pagine della sua tesi erano state copiate. A dirigere il ministero della Sanita’ sara’ ora Maria Luisa Carcedo, persona di fiducia di Sanchez, nonche’ alto commissario contro la Poverta’ infantile. In un breve intervento video, la Monton ha spiegato che si dimette per fare in modo che le polemiche non influiscano sul governo e per evitare che la continua pioggia di informazioni pregiudichi il lavoro della squadra di Sanchez. La Monton e’ il secondo ministro a rinunciare all’incarico dopo le dimissioni del titolare della Cultura, Maxim Huerta, costretto a rinunciare all’incarico appena sei giorni dopo il giuramento per una frode da 200 mila euro.

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Regno Unito, i salari tornano a crescere

12 set 10:54 – (Agenzia Nova) – I salari tornano a crescere nel Regno Unito, a un tasso mai osservato negli ultimi tre anni. E’ quanto scrive il quotidiano britannico “The Times”, riportando i dati sull’occupazione e sulle dinamiche salariali diffusi ieri, 11 settembre, dall’Ufficio nazionale di statistica del Regno Unito (Ons). I risultati confermano il boom del mercato del lavoro britannico e fugano i timori di una compressione del potere di acquisto delle famiglie a causa dell’iinflazione e della Brexit. L’Ons ha reso noto che nel secondo trimestre di quest’anno salari e stipendi sono cresciuti in termini nominali del 2,9 per cento. In termini reali, la crescita e’ stata dello 0,5 per cento al di sopra dell’inflazione, il maggior incremento registrato dall’inizio del 2017. La disoccupazione e’ rimasta stabile al 4 per cento della forza lavoro, il livello piu’ basso registrato da 43 anni. La forte crescita dei redditi da lavoro, commenta il “Times”, conferma l’efficacia della politica della Banca d’Inghilterra, che lo scorso mese ha innalzato i tassi di interesse, ed apre la strada a nuovi aumenti dei tassi. Tuttavia, fa notare il quotidiano londinese, molti economisti sono preoccupati per la carenza di lavoratori qualificati. A fronte di un totale di 32,4 milioni di occupati, un record storico per il Regno Unito, le aziende lamentano vuoti di organico per 833 posti di lavoro. Un ulteriore record, che riguarda soprattutto posizioni riservate a dipendenti con alte qualifiche. Secondo Ben Willmott, analista del Chartered Institute of Personnel and Development citato dal “Times”, “questi dati dimostrano che l’occupazione ha ormai smesso di crescere; e questo e’ il segno che mancano i lavoratori piuttosto che un sintomo del fatto che gli imprenditori non vogliono assumere”. Per Tej Parikh, economista dell’Institute of Directors, “le aziende ora competono aspramente per assicurarsi i dipendenti piu’ qualificati, i vuoti di organico sono ai massimi storici e gli uffici del personale faticano a colmarli con lavoratori all’altezza delle competenze necessarie”. Ad ogni modo, il governo britannico accolto con grande soddisfazione gli ultimi dati su occupazione e salari. La sottosegretaria al Lavoro Esther McVey ha sottolineato che “nell’Unione Europea c’e’ un tasso di disoccupazione piu’ che doppio rispetto al Regno Unito”. L’esecutivo di Londra, ha aggiunto McVey, “sta trasformando il paese in una grande e operosa nazione, pronta ad affrontare le future sfide dopo la Brexit”

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Francia, Benalla accetta di comparire davanti alla Commissione di inchiesta del Senato

12 set 10:54 – (Agenzia Nova) – Il 19 settembre Alexandre Benalla, il collaboratore dell’Eliseo finito al centro di uno scandalo per aver aggredito dei manifestanti, comparira’ davanti alla commissione di inchiesta del Senato. Lo riporta la stampa francese, sottolineando che inizialmente Benalla aveva fatto sapere che non si sarebbe presentato. Un atteggiamento che ha provocato la “collera” dei senatori. Benalla ha confermato la sua scelta ieri in serata, dicendosi “costretto” a comparire. L’ex guardia del corpo del presidente Emmanuel Macron ha parlato di un “imbroglio giuridico” in quanto una commissione di inchiesta non potrebbe indagare su fatti che sono oggetto di inchieste giudiziarie. “Per evitare procedimenti giudiziari (…) sono costretto a rendermi davanti a questa commissione se mi verra’ presentata una convocazione ufficiale” ha fatto sapere Benalla, sottolineando che tuttavia non rispondera’ a nessuna domanda riguardante i fatti su cui sta indagando la giustizia francese. “Quelle persone li’ non sono giudici” ha affermato Benalla puntando il dito contro i senatori. “Sono piccole persone che non sono mai esistite nel paesaggio politico francese e che oggi, attraverso Benalla, vogliono attaccare il presidente Macron” ha poi aggiunto l’ex collaboratore dell’Eliseo, che ha detto di non avere “nessun rispetto” verso i senatori che non rispettano le regole costituzionali della Francia.

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Francia, il premier Philippe serra i ranghi della maggioranza parlamentare

12 set 10:54 – (Agenzia Nova) – Intervenendo ieri a Tours durante un seminario dei deputati della Re’publique en Marche, il partito del presidente Emmanuel Macron, il premier francese Eduard Philippe ha serrato i ranghi della maggioranza parlamentare in vista delle prossime sfide. Ne parla “Libe’ration”, sottolineando che la maggioranza parlamentare e’ stata “sballottata” dagli imprevisti che hanno scosso il governo in queste ultime settimane. Durante il suo discorso, Philippe ha illustrato gli sforzi del governo verso una “emancipazione” per una “Francia potente in un’Europa forte”. Il primo ministro ha voluto poi dissipare i dubbi riguardanti suoi eventuali dissapori con il capo dello Stato in merito alla riforma sul prelievo alla fonte. Macron “e’ stato esigente. A giusto titolo” ha affermato Philippe. Intanto resta il dubbio su chi prendera’ il posto di capogruppo all’Assemblea ricoperto da Richard Ferrand, che con ogni probabilita’ diverra’ il prossimo presidente della camera bassa del Parlamento.

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Germania, Unione, liberaldemocratici e Verdi aperti ad azione militare in Siria

12 set 10:54 – (Agenzia Nova) – In Germania, i partiti di governo e di opposizione si dicono disponibili in linea di principio alla partecipazione del paese a un possibile attacco di rappresaglia in Siria.Secondo quanto riferisce la stampa tedesca, esponenti dell’Unione cristiano-democratica (Cdu), dell’Unione cristiano-sociale (Csu), del Partito liberaldemocratico (Fdp) e dei Verdi non hanno escluso un simile passo nel caso di un attacco con con armi chimiche da parte dell’esercito siriano nel governatorato di Idlib, regione della Siria nord-occidentale in gran parte controllata dai ribelli. “La Germania non si dovrebbe chiudere su questo tema”, ha detto il presidente della commissione Affari esteri del Bundestag, Norbert Roettgen (Cdu), ai giornali del “Funke Mediengruppe”. Le Forze armate tedesche dovrebbero in linea di principio essere disposte “a partecipare a ricognizioni, analisi dei danni per missioni di combattimento e alle operazioni di combattimento”, ha sottolineato Roettgen. A volte “anche una rappresaglia per un attacco con gas e’ un deterrente per l’ulteriore uso di armi chimiche”. Il membro della Csu Christian Schmidt ha dichiarato al quotidiano “Bild”: “La Germania deve essere pronta a prendere parte ad azioni internazionali, anche militari, che impediranno un bagno di sangue nella regione Idlib”. L’esperto di Affari esteri della Fdp, Bijan Djir-Sarai, ha evidenziato che la comunita’ internazionale non dovrebbe sostenere l’uso di armi chimiche. “Per noi liberaldemocratici, e’ importante che il parlamento tedesco sia consultato prima che le Forze armante vengano inviate all’estero per possibili operazioni”, ha dichiarato Djir-Sarai. Secondo quanto dichiarato alla “Bild” dall’esponente dei Verdi Franziska Brantner : “L’obiettivo deve essere quello di proteggere le persone a Idlib. Poi tutte le opzioni devono essere valutate”. Il ministero della Difesa tedesco sta valutando di partecipare a un’eventuale azione in Siria da parte di Stati Uniti, Regno Unito e Francia in caso di impiego di armi chimiche a Idlib da parte dell’esercito siriano. A un intervento militare in Siria si e’ detta decisamente contraria si e’ dichiarata la leader del Partito socialdemocratico (Spd) Andrea Nahles.

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Ue, da che parte stanno i democratici cristiani?

12 set 10:54 – (Agenzia Nova) – Da che parte stanno i democratici cristiani nell’Unione europea? E’ questo l’interrogativo che pone un editoriale del quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, dedicato alla risposta dei partiti democratico-cristiani europei al rafforzamento dei partiti populisti, della destra xenofoba ed euroscettica negli Stati membri dell’Ue, in particolare in quelli di piu’ recente adesione. A tal proposito, la “Frankfurter Allgemeine Zeitung” ricorda che i nuovi membri dell’Ue devono rispettare rigidi standard democratici, in materia di diritti umani e Stato di diritto quando aderiscono all’Unione europea. Tuttavia, oggi l’Europa sta combattendo contro il declino di queste norme in alcuni Stati membri. La risposta dell’Unione europea a tale fenomeno determinera’ se l’Ue continuera’ a basarsi su valori comuni. La minaccia e’ reale. “I populisti radicali sono recentemente entrati a far parte delle coalizioni di governo in Austria e in Italia. Il Partito della liberta’ in Austria e la Lega in Italia promuovono una politica di odio e intolleranza”. Tuttavia, sia in Italia sia in Austria,” le complesse coalizioni governative rendono difficile abolire o scavalcare le istituzioni democratiche. Diversamente, in Ungheria e Polonia i partiti populisti radicali sono al potere da soli. In Polonia il partito Diritto e giustizia sta accelerando l’epurazione della magistratura. I tribunali sono l’ultima rete di sicurezza contro l’abuso di potere da parte dei governanti. L’epurazione della magistratura polacca e’ perseguita nonostante i procedimenti in corso in sede europea e nonostante l’indignazione di molti cittadini della Polonia, “dove il diritto di manifestare pacificamente ed esprimere le proprie opinioni e’ sempre piu’ limitato”. In Ungheria, il governo del primo ministro Viktor Orban “ha portato avanti le cosiddette riforme e privato le persone dei diritti e delle liberta’ di riunione ed espressione”. Negli ultimi due anni, il governo di Budapest ha preso di mira la vivace societa’ civile e gli istituti di istruzione superiore ungheresi introducendo una versione locale della legge adottata in Russia contro i cosiddetti “agenti stranieri”. Il provvedimento e’ volto a colpire i gruppi per i diritti umani che ricevono fondi dall’estero. Il legittimo sostegno ai migranti e’ stato criminalizzato. Inoltre, il governo ungherese ha ridotto la capacita’ della Corte costituzionale di ritenere il governo responsabile. In Polonia e Ungheria, funzionari pubblici giustificano queste misure con le vittorie elettorali dei loro partiti. Tuttavia, evidenzia la “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, “una vittoria elettorale non da’ a nessun governo un assegno in bianco per schiacciare la tutela dei diritti umani”. I governi e le istituzioni in Europa hanno iniziato a criticar gli sviluppi in Polonia. La Commissione europea ha disposto l’applicazione dell’articolo 7 del trattato sull’Ue, che mira a proteggere i valori fondamentali dell’Europa, nei confronti della Polonia. Diversamente, la risposta dell’Ue allo “sfacciato autoritarismo in Ungheria e’ stata finora estremamente debole”, mentre Orban “sta cercando di diffondere la sua idea di democrazia illiberale oltre i confini ungheresi”. Un importante banco di prova per saggiare la risposta dell’Unione europea alle minacce ai diritti umani e alle liberta’ fondamentali in Ungheria sara’ oggi, quando il Parlamento europeo votera’ sulle sanzioni contro il paese, la cui approvazione necessita della maggioranza dei due terzi dell’assemblea. Tuttavia, il Partito popolare europeo (Ppe), che detiene la maggioranza nel Parlamento europeo, per mantenere tale primato potrebbe aver bisogno dei voti del partito di Orban, Fidesz, alle prossime elezioni europee che si terranno a maggio del 2019. I calcoli politici potrebbero quindi essere fatali per il voto sulle sanzioni contro l’Ungheria. Al contempo, diversi eurodeputati di destra, tra cui i democratici cristiani austriaci e olandesi e gli irlandesi di Fine Gael, hanno gia’ espresso il loro sostegno all’applicazione dell’articolo 7 contro l’Ungheria. Molti altri non prendono una posizione chiara, inclusa la delegazione dell’Unione, la coalizione tra i partiti tedeschi Unione cristiano-democratica (Cdu) e Unione cristiano-sociale (Csu).

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Italia, molti bambini non possono andare a scuola a causa della confusa politica sui vaccini

12 set 10:54 – (Agenzia Nova) – Il caos sta caratterizzando l’avvio dell’anno scolastico in Italia a causa dell’enorme confusione provocata dalla politica del governo si vaccini: lo scrive il quotidiano progressista britannico “The Guardian”, in un reportage in cui la sua corrispondente da Roma Angela Giuffrida racconta che nella sola citta’ di Bologna ben mille bambini che soffrono di insufficienza immunitaria oggi mercoledi’ 12 settembre sono costretti a non andare a scuola a causa dell’incertezza sul fatto che i solo compagni di classe siano stati o meno vaccinati; il motivo e’ che in tutto il paese ci sono stati casi di genitori che hanno falsamente dichiarato che i loro figli erano stati vaccinati. La corrispondente del “Guardian” spiega che la legge introdotta dal precedente governo di centrosinistra aveva reso 10 vaccini obbligatori per i bambini che vengono iscritti a scuola e che i loro genitori dovevano presentare un certificato medico; ma nello scorso mese di agosto l’attuale esecutivo formato dalla Lega di estrema destra e dal populista Movimento 5 stelle (M5s), che in passato avevano made sostenuto la pericolosita’ dei vaccini nonostante l’evidenza scientifica contraria a quest’idea, ha approvato un emendamento che consente ai genitori di presentare a scuola una auto-certificazione invece che il certificato medico dell’avvenutaa vaccinazione. La scorsa settimana il ministero della Sanita’, sotto la pressione di una campagna condotta dalle autorita’ regionali, da gruppi di genitori e dall’Associazione nazionale dei presidi (Anp), aveva cancellato un emendamento che consentiva ai bambini non vaccinati di frequentare asili e scuole; ma ha mantenuto l’autocertificazione fino al marzo 2019 e questo rinvio sara’ con ogni probabilita’ approvato dal Parlamento nel voto conclusivo sulla legge in calendario per la fine di questo mese. “Il rischio di false auto-certificazioni e’ alto”, dice al giornale inglese il presidente dell’ANP, Antonello Giannelli: “Ma il pericolo maggiore e’ che bambini che non possono essere vaccinati a causa di fondate ragioni mediche si possano trovare nella stessa aula con bambini non vaccinati per ragioni ideologiche”. A riprova di questo timore, come riporta il “Guardian”, ieri martedi’ 11 settembre molti quotidiani italiani hanno riportato la storia di un bambino di 8 anni di Treviso, che si sta riprendendo da un trattamento per la leucemia ed il cui medico ha consigliato ai genitori di non mandarlo a scuola nel timore che la sua salute possa essere compromessa dalla presenza di cinque suoi compagni di classe che non sono stati vaccinati. Le politiche del governo giallo-verde sono confuse e contraddittorie, denuncia al giornale londinese il professore Roberto Burioni, titolare della cattedra di Microbiologia e virologia all’Universita’ Vita-Salute San Raffaele di Milano, “probabilmente perche’ non vogliono contrariare il gruppi no-vax, che sono una piccolissima minranza ma molto rumorosa e minacciosa”. M5s e Lega “modificano spesso le loro posizioni su diversi temi, seguendo il vento dell’opinione pubblica”, spiega al “Guardian” il politologo Massimiliano Panarari dell’Universita’ Luiss di Roma: “Lo fanno perche’ pensano che cio’ non abbia alcuna conseguenza pratica, ma ovviamente non e’ affatto cosi'”.

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