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Trump ‘riunisce’ le famiglie messicane, Gli investitori esteri scappano dalla Catalogna, Nuovo asse anti immigrazione Roma-Vienna

Usa, immigrazione: Trump firma ordine esecutivo per riunire le famiglie, ma nessun dietrofront su “tolleranza zero”

21 giu 10:51 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato ieri sera un’ordine esecutivo che mette fine alla pratica, da molti definita “disumana”, della separazione dei bambini dai loro genitori immigrati illegalmente al confine meridionale degli gli Stati Uniti. Durante la firma del provvedimento nello Studio Ovale della Casa Bianca, Trump ha pero’ precisato che l’amministrazione continuera’ la sua politica di “tolleranza zero”. Trump ha dichiarato: “Stiamo mantenendo le famiglie unite e questo risolvera’ il problema”, ma “continueremo ad avere tolleranza zero nei confronti delle persone che entrano illegalmente nel nostro Paese”. Il provvedimento, annunciato da Trump con un tweet in cui esordiva dicendo “non mi piaceva vedere le famiglie separate”, ordina al dipartimento della Sicurezza nazionale di tenere insieme le famiglie e chiede al Pentagono le strutture per ospitarle, visto che i centri di detenzione disponibili sono gia’ al completo. Il presidente Usa si e’ preso cosi’ il merito per aver posto fine ad “un problema che si protraeva da molti anni e da troppe amministrazioni”. Per settimane Trump aveva resistito a intervenire sulle nuove indicazioni del dipartimento di Giustizia, che avevano portato alla separazione di oltre 2.300 bambini dai loro genitori immigrati illegalmente, in attesa che il Congresso votasse una legge completa in materia di immigrazione. Il presidente ha sempre sostenuto che l’alternativa sarebbe stata quella di aprire i confini e permettere agli immigrati che attraversano il confine illegalmente di rimanere nel paese. Il presidente Usa ora vorrebbe che il Congresso varasse una delle due leggi presentate dai Repubblicani, ma insiste che i provvedimenti dovranno includere il finanziamento per il muro con il Messico. Una proposta presentata al Senato prevede l’amnistia per gli immigrati giunti illegalmente nel paese da minorenni, lo stanziamento di 25 miliardi di dollari per il muro con il Messico e l’abolizione della lotteria per la “diversita’”, che garantiva ad estrazione il visto di ingresso negli Usa ad alcune categorie di stranieri.

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Spagna, gli investitori esteri scappano dalla Catalogna

21 giu 10:51 – (Agenzia Nova) – La Catalogna non e’ piu’ la seconda Comunita’ autonoma spagnola ad attrarre i maggiori investimenti esteri. Lo rendo noto uno studio del ministero dell’Industria, del commercio e del turismo, citato oggi dal quotidiano spagnolo “El Mundo”. Secondo l’analisi, i catalani, nel primo trimestre del 2018, sono stati scansati dai Paesi Baschi, scivolando cosi’ al terzo posto del “Registro degli investimenti esteri”. Resta invece saldo il primato di Madrid, che conserva un netto distacco rispetto alle altre Comunita’. “La Catalogna, che si era risollevata nell’ultimo trimestre del 2017, ha fatto registrare un crollo del flusso di denaro del 61,7 per cento, pari a circa 346 milioni di euro, passando dal 14,7 per cento degli investimenti totali al 5,8 per cento nei primi tre mesi di quest’anno”, ha spiegato una nota del dicastero diretto dal ministro Reyes Maroto. I Paesi Baschi tornano dunque al secondo posto nonostante abbiano sperimentato una caduta del 75,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017. Il significativo cambio di passo, ha fatto sapere il ministero, si spiega con il fatto che “fino a marzo del 2017 si era registrato un flusso di 1,9 miliardi di euro mentre nel primo trimestre di quest’anno non c’e’ stato alcun investimento importante”. Madrid si distingue invece per un forte aumento dell’81 per cento. Il maggior afflusso di denaro deriva dall’elevato numero di aziende che hanno trasferito nella capitale la propria sedere sociale, raccogliendo cosi’ il 61 per cento degli investimenti esteri totali.

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Spagna, il Re si defila dai negoziati sull’indipendenza della Catalogna

21 giu 10:51 – (Agenzia Nova) – E’ fallito il tentativo di Quim Torra, presidente della Generalitat, di coinvolgere il Re Filippo VI nelle contrattazioni con il Governo centrale sulla questione dell’indipendenza della Catalogna. Torra, insieme agli ex leader catalani Carles Puigdemont y Artur Mas, aveva inviato una serie di lettere al monarca chiedendogli un incontro a Tarragona per discutere della delicata negoziazione. Secondo quanto riporta il quotidiano “La Vanguardia”, le missive sono state pero’ inoltrate dalla Casa reale alla Moncloa, chiudendo cosi’ il cerchio. Il governo di Madrid ha fatto sapere che tutte “le riunioni politiche” devono tenersi in presenza del presidente Pedro Sanchez, liquidando Torra. Attraverso un tweet, il leader della Generalitat ha espresso forte scontento: “Se il Re lo scorso 3 ottobre ha fatto il discorso che ha fatto, autorizzato da Mariano Rajoy, allora perche’ il signor Pedro Sanchez non lo autorizza a parlare con il presidente della Catalogna? Vogliamo o no il dialogo?”. Nella lettera, i tre leader catalani avevano chiesto a Filippo VI un incontro e una riflessione sulla Catalogna per arrivare a dare l’ultima parola alla cittadinanza. La missiva terminava poi con una frase pronunciata nel 1990 dal re, allora ancora principe: “La Catalogna e’ cio’ che i catalani vogliono che sia”.

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Gran Bretagna, lo scandalo delle 650 morti provocate da un medico e ignorate dai vertici dell’ospedale

21 giu 10:51 – (Agenzia Nova) – Sta facendo scalpore in Gran Bretagna lo scandalo dei 650 pazienti dell’ospedale Gosport War Memorial Hospital uccisi da un potente analgesico prescritto da uno dei medici curanti ed ignorate dai vertici del National health service (Nhs, il Servizio sanitario nazionale britannico; ndr): alla vicenda dedicano grande spazio tutti i principali quotidiani del paese. Il tradizionalista “The Times”, in particolare, lancia l’allarme: la vicenda potrebbe ripetersi perche’ le autorita’ sanitarie del paese continuano a non dare credito agli operatori ospedalieri che denunciano l’uso di controverse pratiche mediche. Gia’ nel 1991, ricorda il giornale, diverse infermiere dell’ospedale della regione dello Hampshire avevano denunciato i possibili effetti letali di un potente antidolorifico a base di oppio: ma il loro allarme era stato ignorato dalla direzione del Gosport War Memorial Hospital. Ieri mercoledi’ 20 giugno finalmente sulla vicenda e’ stata detta una parola chiara: il rapporto finale dell’inchiesta indipendente istituita dal governo nel 2014 ha rivelato che ben 456 pazienti sono morti tra il 1989 ed il 2000 causa della “pratica istituzionalizzata di accorciarne la vita attraverso la somministrazione di oppioidi, senza alcuna giustificazione medica”; ed in altri 200 casi la causa della morte dei pazienti potrebbe essere stata la stessa. Responsabile della letale terapia era la dottoressa Jane Barton, che oggi i giornali hanno ribattezzato “Dottoressa Oppio”: nel 2010 il General Medical Council stabili’ che il medico era colpevole di una “ripetuta cattiva condotta professionale” in relazione al decesso di 12 pazienti. Ma la “Dottoressa Oppio”, che ormai e’ in pensione, non e’ mai stata incriminata: e per questo oggi il rapporto della commissione d’inchiesta punta il dito contro l’inazione della polizia dello Hmpshire e del Crown Prosecution Service (l’organo giudiziario che in Gran Bretagna da’ inizio alle inchieste penali, ndr). Ma soprattutto, sottolinea il “Times”, la commissione d’inchiesta guidata dall’ex vescovo di Liverpool James Jones, dopo aver esaminato un milione di pagine di dati e documenti, oggi accusa innanzitutto l’Nhs dell’incredibile ritardo di 27 anni intercorso dopo la prima denuncia presentata dalle infermiere dell’ospedale: all’inizio le autorita’ sanitarie erano riluttanti ad ag‏ire, per non interferire con le indagini condotte dalla polizia; ma quando poi il Crown Prosecution Service decise di non portare avanti l’inchiesta penale, l’Ufficio regionale del medico legale (che dipende dall’Nhs) attese ben due anni prima di riprendere in mano il dossier. Quel che e’ piu’ grave, afferma oggi il “Times”, e’ che simili disastri potrebbero ripetersi a causa della “cultura ospedaliera” in base alla quale le infermiere ed i giovani praticanti non possono mettere in dubbio le decisioni prese dai medici anziani: “L’opportunita’ di agire fu persa”, conclude il rapporto della commissione d’inchiesta”, “ed il risultato e’ stato un enorme numero di morti”.

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Francia, le privatizzazioni previste dal governo potrebbero estendersi ad altre imprese

21 giu 10:51 – (Agenzia Nova) – Il governo francese ha dato il via a un’ondata di privatizzazioni da 10 miliardi di euro. Lo riferisce “Les Echos”, sottolineando che le prime aziende ad essere interessate saranno Aeroporti di Parigi, Engie e la Française de jeux. L’obiettivo del ministero dell’Economia e’ quello di raccogliere 10 miliardi di euro per costituire un Fondo per l’innovazione, anche se a Bercy non fanno mistero di voler superare questa cifra. “Vogliamo restare nei settori strategici come la difesa e il nucleare civile, nelle grandi imprese del servizio pubblico nazionale e nelle imprese che presentano un rischio sistemico” affermano fonti del ministero. Tutti gli altri settori che non rientrano nelle categorie citate potranno essere privatizzati. Fonti del ministero affermano che sara’ necessario cedere partecipazioni in diversi gruppi per compensare la ripresa del debito da 35 miliardi della Sncf, azienda nazionale del trasporto ferroviario. Durante la campagna elettorale dello scorso anno, il presidente Macron era rimasto vago sulla politica riguardante il ruolo dello Stato come azionista. Ormai il governo conferma l’intenzione di uscire da settori dove si e’ molto investito nel passato. Tuttavia, il quotidiano economico sottolinea che questa dottrina non dovrebbe portare a “cessioni massicce”.

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Ue, Parigi e Berlino dovranno convincere gli altri paesi sul futuro della zona euro

21 giu 10:51 – (Agenzia Nova) – Dopo aver trovato un accordo sul futuro della zona monetaria europea, il presidente francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere Tedesco, Angela Merkel, devono convincere i loro partner europei. Lo scrive “Les Echos”, chiedendosi se il motore franco-tedesco e’ ancora capace di trainare gli altri paesi. Nel corso di una riunione dell’Eurogruppo prevista per oggi a Bruxelles verranno presentate le idee dei due leader. Tra le incognite c’e’ quella dei paesi del Nord Europa, con l’Olanda che fa da capofila al gruppo. Il quotidiano economico sottolinea che nel progetto franco-tedesco ci sono ancora molti punti vaghi. Parigi e Berlino dovranno avere “molto tatto” nel trattare con gli altri paesi. Il quotidiano economico cita un diplomatico europeo, “irritato” per il fatto di non essere stato informato dei risultati del vertice franco-tedesco. Restano poi dubbi sulla posizione di Angela Merkel, indebolita da una crisi interna al suo governo. La sua Cdu sembra essere divisa, mentre la la Csu bavarese e’ categoricamente contraria all’idea di un bilancio della zona euro. Il cancelliere non sembra in grado di convincere i suoi alleati di governo.

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Onu e Ue contestano il ritiro degli Usa dal Consiglio dei diritti umani

21 giu 10:51 – (Agenzia Nova) – Tra feroci critiche, il governo statunitense, guidato dal presidente Donald Trump, ha ritirato la sua delegazione dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. L’organismo e’ stato accusato dal segretario di Stato Mike Pompeo e dall’Ambasciatore statunitense presso l’Onu Nikki Haley di essere menzognero e di sentimenti anti-israeliani. Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha deplorato la decisione degli Usa. “Il Segretario generale avrebbe preferito che gli Stati Uniti rimanessero nel Consiglio per i diritti umani”, ha detto il portavoce di Guterres Stephane Dujarric. “La struttura delle Nazioni Unite per i diritti umani svolge un ruolo importante nel promuovere e proteggere i diritti umani in tutto il mondo”, ha sottolineato. Il capo della politica estera della Ue, Federica Mogherini, ha espresso preoccupazione. “Gli Stati Uniti sono sempre stati in prima linea nella protezione dei diritti umani in tutto il mondo, e per molti anni un forte partner europeo nel Consiglio dei diritti umani. La decisione di oggi minaccia il ruolo degli Stati Uniti come avvocato e sostenitore della democrazia nel mondo “, ha detto Maja Kocijancic portavoce della Mogherini. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite elegge i 47 membri del Consiglio per i diritti umani per un periodo di tre anni. Cuba, Congo e Venezuela, dove gli attivisti dei diritti umani denunciano ripetutamente le violazioni, sono tra questi. L’adesione della Germania termina quest’anno. Il senatore democratico statunitense Chris Coons ha criticato l’uscita degli Stati Uniti perche’ il ritiro dimostra che il governo di Trump in tema dei diritti umani non si assume alcun ruolo di leadership nel mondo. Amnesty International ha dichiarato che la decisione mostra il totale disprezzo di Trump per i diritti fondamentali.

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Germania, i tedeschi non credono nella soluzione di Merkel sul tema dell’immigrazione

21 giu 10:51 – (Agenzia Nova) – Una netta maggioranza di tedeschi non crede che il cancelliere Angela Merkel raggiungera’ una soluzione a livello europeo nella disputa sui rifugiati nelle prossime due settimane. E’ quanto emerge ha un recente sondaggio effettuato dall’Istituto Civey per conto del quotidiano “Die Welt”. Hanno risposto in senso negativo il 74,7 per cento degli intervistati, il 18,1 al contrario crede che riuscira’ nel suo intento e il 7,2 e’ indeciso al riguardo. L’atteggiamento pessimistico e’ trasversale ai sostenitori di tutti i gruppi politici. I piu’ pessimisti sono i sostenitori dell’AfD (93,5 per cento) seguiti da quelli dei Liberali (Fdp) (88,2 per cento) e da quelli di altri partiti (86,5 per cento). Le maggiori speranze che la Merkel possa raggiungere una soluzione europea sono state dimostrate dagli elettori dell’Unione (31,3 per cento), seguiti da quelli socialdemocratici (28,8%) e dai Verdi (24,2 per cento). Il sondaggio e’ stato effettuato tra 5.038 partecipanti e l’errore statistico dei risultati e’ del 2,8 per cento.

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Italia, il nuovo asse anti immigrazione Roma-Vienna

21 giu 10:51 – (Agenzia Nova) – L’incontro tra il ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini e i leader dei populisti austriaci, giunti ieri a Roma, delinea un nuovo asse della “linea dura” che si sta formando in Europa sulle questioni migratorie, e che chiede all’Ue uno sforzo piu’ concreto per proteggere il confine meridionale dell’Europa. Salvini, scrive il quotidiano “New York Times”, ha fatto leva sul suo recente rifiuto del governo italiano di accogliere la nave Aquarius che trasportava 630 migranti provenienti dalla Libia, poi accolti dal governo socialista spagnolo. “E’ un momento storico perche’ l’Europa non ha mai avuto la possibilita’ di cambiare come in questi giorni, pensiamo che possa cambiare in meglio sui temi dell’immigrazione, della sicurezza e della lotta al terrorismo. Finalmente c’e’ la volonta’ di proteggere i confini esterni”, ha detto Salvini. Il titolare del Viminale e i suoi interlocutori austriaci – il vice cancelliere Heinz Christian Strache e il ministro dell’Interno Herbert Kickl – hanno concordato un approccio comune che mira al rafforzamento del confine esterno, rinviando le questioni specifiche alla presidenza austriaca dell’Ue e all’imminente vertice europeo. Salvini ha annunciato che proporra’ alla presidenza di turno austriaca dell’Unione europea, che partira’ il prossimo 1 luglio, di “spendere meglio le risorse a livello comunitario, sul versante dei flussi migratori. Spesso, i fondi per la cooperazione europea non sono arrivati ai cittadini, ma hanno alimentato la corruzione”, ha spiegato Salvini nel corso della conferenza stampa al Viminale.

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Furiosa reazione dell’Italia alla proposta di Bruxelles sull’immigrazione

21 giu 10:51 – (Agenzia Nova) – La Commissione europea ed il governo della Germania sono in rotta di collisione con il governo italiano a causa della proposta di imporre una stretta ai movimenti dei richiedenti asilo all’interno dell’Unione Europea: lo annota il quotidiano economico britannico “The Financial Times”, sottolineando come la bozza di dichiarazione preparata congiuntamente da Bruxelles e da Berlino in vista del mini-vertice informale dell’Ue in programma domenica prossima 24 giugno abbia infuriato l’Italia, uno dei paesi in prima fila nell’emergenza immigrazione. L’Italia infatti sarebbe costretta ad accettare decine di migliaia di irregolari che sono entrati nell’Ue attraverso le sue coste ma che poi si sono spostati verso i paesi nordici; secondo la proposta, queste persone verrebbero private dell’accesso ai servizi pubblici e sarebbero sottoposte a stringenti controlli d’identita’ ed a procedure accelerete di espulsione. La bozza di dichiarazione e’ un chiaro aiuto alla cancelliera tedesca Angela Merkel, nel suo braccio di ferro con il partner bavarese nella coalizione di governo, il ministro dell’Interno Horst Seehofer, che vorrebbe un appoccio nazionale ancora piu’ duro; ma rischia di trasformare il vertice di domenica in un’occasione di aspro scontro sull’immigrazione con il nuovo governo populista italiano: il nuovo ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha dichiarato che l’obbiettivo dell’Italia al vertice di domenica e’ quello di ottenere l’impegno dell’Unione Europea a “difendere le sue frontiere esterne” dagli immigrati provenienti dall’Africa; ed ha minacciato che l’Italia sarebbe pronta a “rinegoziare” il suo contributo finanziario all’Ue se non sara’ fatto di piu’ per aiutarla ad affrontare la crisi migratoria. Secondo il leader della Lega di estrema destra, “non si tratta di redistribuire il problema tra i paesi europei, ma risolverlo alla radice; se qualcuno pensa che l’Italia debba essere un punto di sbarco ed un campo profughi, ebbene si sbaglia”, ha aggiunto. “L’atmosfera in Europa sta cambiando e noi siamo ottimisti”, ha detto Salvini ieri mercoledi’ 20 giugno, parlando dell’imminente vertice Ue di domenica, al termine di un incontro con il ministro degli Interni austriaco, Herbet Kickl, e con il vice cancelliere, Heinz Christian Strache: “Siamo anche estremamente fiduciosi nella presidenza di turno europea dell’Austria e contiamo sul buon senso dei colleghi degli altri paesi, anche perche’ non vorremmo dover rinegoziare il contributo finanziario dell’Italia all’Unione Europea”. Il leader della Lega ha anche accusato i “trafficanti di esseri umani ed i buonisti” di essere responsabili della morte di migliaia di migranti africani nel Mar Mediterraneo.

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