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Trump Media & Technology Group, dopo l’attentato il valore delle azioni vola del 50%

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Le azioni di Trump Media & Technology Group, la società che sta dietro al Truth Social di Donald Trump, sono aumentate del 50% nelle contrattazioni pre-mercato di oggi, a meno di 48 ore dal tentato assassinio dell'ex presidente. Il fucile dell’assaltatore costa meno di un iPhone.

Trump salvo e anche Trump Media & Technology Group gode di ottima salute

Le azioni di Trump Media & Technology Group, la società che sostiene il Truth Social dell’ex Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sono aumentate del 50% nelle contrattazioni pre-mercato di lunedì 15 luglio.

A meno di 48 ore dall’attentato subito a Buttler, in Pennsylvania, durante il suo comizio per la corsa alla Casa Bianca per un secondo mandato da strappare all’attuale Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sulla testata online Quartz sono riportate le valutazioni aggiornate delle azioni di Trump Media, subito a 46,56 dollari, contro i 30,88 dollari raggiunti a chiusura la scorsa settimana, per una capitalizzazione di mercato di 5,86 miliardi di dollari.

Il fucile dell’attentatore costa meno di un iPhone

I video dell’attentato li abbiamo ormai visti tutti. Trump è stato ferito di striscio all’orecchio da un colpo di fucile sparato da circa 200 metri di distanza. Pochi millimetri che fanno la differenza tra la vita e la morte. L’attentatore stava sdraiato sul tetto di un capannone nelle vicinanze del palco.

Le forze di sicurezza hanno poi ucciso il ventenne, prima che questo tentasse di fuggire o magari di sparare di nuovo. Thomas Matthew Crooks, il suo nome, portava con sé un fucile semiautomatico, Ar-15, un articolo molto venduto tra gli appassionati di armi, può arrivare a sparare 60 colpi al minuto e costa meno di un iPhone (neanche 1000 dollari).

E’ considerata l’arma nazionale degli Stati Uniti, la più diffusa in tutto il Paese, con una stima di oltre 40 milioni di pezzi venduti.

Simbolo di quella parte degli Stati Uniti che si schiera a favore della libera vendita delle armi, poco più di un anno fa comparì addirittura come spilla su baveri e cravatte di alcuni membri repubblicani del Congresso, proprio per rilanciare il diritto degli americani a poter portare armi.

Forse partono da qui i maggiori problemi “interni” di quella che viene chiamata la più grande democrazia del mondo.

Trump Media e le meme stock

Come spiegato su qz.com, le azioni di Trump Media sono per loro natura molto volatili e fortemente dipendenti da ogni notizia circoli su Donald Trump. Figuriamoci un attentato ai suoi danni.

A fine giugno, durante il primo dibattito presidenziale contro Biden, il discorso di Trump ha fatto impennare le azioni di Trump Media, per poi perdere di nuovo quota qualche giorno dopo.

Sono anche definite “meme stock”, azioni meme, che diventano molto popolari tra gli investitori, tipicamente attraverso social network, forum e community online.

Dal debutto sul Nasdaq il 26 marzo, le azioni del Gruppo sono crollate di quasi il 47%. Il 13 luglio però sono decollate nuovamente.

Trump è il fondatore del celebre social media di destra Truth Social ed è l’azionista di maggioranza di Trump Media, con quasi il 65% delle azioni ordinarie in circolazione nella società al 10 giugno.

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